
In Europa aumenta il volume nelle vendite di auto diesel ma le elettriche mantengono una ristretta nicchia di mercato
Mentre negli USA i grandi produttori di petrolio si danno grandi pacche sulle spalle per gli utili che ricevono dalla tecnica del “fracking” (cioè la fratturazione idraulica del sottosuolo per migliorarne la permeabilità e aumentare la produzione di petrolio), uno studio effettuato da un team di nalisti di Bloomberg indica che gli autoveicoli “puliti” stanno guadagnando terreno. In estrema sintesi – indica un report dell'agenzia americana – il futuro dei trasporti sarebbe decisamente diverso da quello dipinto dalle grandi Compagnie petrolifere. Non fosse altro che nell'ultimo decennio il consumo di petrolio negli USA è andato in un primo tempo progressivamente calando, come evidenzia uno schema nel quale viene indicato come, dal 2004, ci sia stato un generale appiattimento mitigato, dal 2012, con una nuova impennata grazie alla graduale ripresa economica.
USA: LE AUTO CONSUMANO MENO – Occorre tuttavia notare che, in seguito alle manovre “salvaconsumi” varate da qualche anno dall'amministrazione Obama il piano energetico varato nel 2009 e riferito al periodo 2012 – 2016 prevede che le auto costruite negli USA dovranno rispondere a precise normative riguardo i consumi e le emissioni. In particolare il tetto massimo per il consumo di carburante stabilito sarà, infatti, di 35,5 miglia per gallone, dunque poco meno di 13 km con un litro: un valore non certo da primato, ma bisogna considerare che negli Stati Uniti, prima di questo provvedimento, non si era mai data eccessiva importanza al consumo di carburante). In un decennio gli autoveicoli sono diventati notevolmente più sobri: calcolando il consumo in miglia per gallone, Bllomberg evidenzia come dalle 24,5 miglia del 2001 in media si sia passati alle 31,6 del 2014. E' chiaro come questo abbia comportato una certa diminuzione della domanda interna di carburanti “tradizionali”, come evidenzia il diagramma seguente.
IL MONDO SI ACCORGE DELLE AUTO ELETTRICHE? – Alzi la mano chi non conosce Tesla: il costruttore californiano fondato da Elon Musk che, nello spazio di pochi anni, si è costruito una fama “worldwide” nel settore delle auto a zero emissioni. Prima con la piccola biposto Tesla Roadster, costruita in partneship con Lotus che ha fornito l'expertise per la realizzazione di telaio e carrozzeria; e successivamente con la interessante berlina “alto di gamma” Tesla Model S (che ha fatto parlare di se dopo aver lasciato a piedi un giornalista in un test drive). Adesso, a giocare un ruolo di competitor è in procinto di entrare la rediviva Detroit Electric (marchio… a metà strada fra USA ed Europa: quartier generale a Detroit, impianti di produzione in Gran Bretagna), con la nuovissima roadster SP:01 e, più avanti, con piani che prevedono una sportiva a 2 posti +2 e una berlina. In più, occorre anche considerare Chevrolet Volt (leggi l'opinione del primo cliente italiano ad averla comprata), la prima “tutta elettrica” di General Motors. Tutti questi fattori, indica il report di Bloomberg New Energy Finance, hanno contribuito a una generale spinta nelle vendite dei veicoli elettrici, che nel 2014 sono stati 288.500. In Europa, nel 2014 le auto a zero emissioni vendute sono state poco più di 65.000, secondo quanto rilevato nelle scorse settimane da uno studio condotto dalla filiale francese dell'Associazione europea per l'auto ibrida ed elettrica AVERE, con Nissan Leaf (leggi la prova su strada approfondita) capofila (14.385 unità vendute) davanti a Renault Zoe. Cifre nient'affatto elevate (corrisponde allo 0,5% dell'intero mercato), tuttavia quintuplicata rispetto alle vendite globali registrate nel 2011 e, a livello europeo, in crescita del 61% rispetto al 2013. Ma vediamo perché…
CALANO I COSTI DELLE BATTERIE – L'analisi BNEF indica che, progressivamente, l'industria viaggia verso una graduale diminuzione dei costi delle batterie destinate all'alimentazione dei veicoli elettrici: altrettanto rapidamente di quanto abbiano fatto nel settore dell'energia solare negli ultimi dieci anni (vedi il confronto nell'immagine sotto). La stima Bloomberg rivela che il prezzo delle batterie agli ioni di litio è sceso del 60% dal 2010, e non mancherà di diminuire ulteriormente, su livelli costanti. In un futuro a lungo termine (indicativamente un decennio) il prezzo degli autoveicoli a zero emissioni dovrebbe avvicinarsi a quello delle autovetture alimentate a motore termico.
COSA SUCCEDE IN EUROPA – Nel nostro Continente, riporta ANFIA in un rapporto che viene reso noto in questi giorni sui dati preliminari pubblicati dall'Agenzia europea per l'Ambiente, il carburante più diffuso è il gasolio, che incide per il 53% sul mercato globale UE. I valori percentuali riguardo alle singole Nazioni europee la dicono lunga in questo senso: in Irlanda l'incidenza delle autovetture diesel è del 74%, in Lussemburgo del 72%, in Protogallo del 71%, in Spagna del 66%, in Francia e Grecia del 64%, in Croazia del 63% e in Belgio del 62%. Quanto all'attenzione verso le emissioni, è da notare che in riferimento agli obiettivi comunitari di “taglio” al CO2 fissati per il 2015 (130 g/km), le nuove vetture immatricolate nel 2014 emettono mediamente 2,6 g/km di CO2 in meno rispetto a quelle vendute nel 2013 e quasi 7 gr di CO2 per chilometro in meno rispetto al target fissato per quest'anno: la dimostrazione, indica ANFIA, sta nel fatto che negli ultimi anni i nuovi modelli di auto con motori diesel più efficienti hanno ridotto il gap delle emissioni medie tra le auto a benzina e quelle a gasolio di 1/7 rispetto al 2000.