
La curiosa vicenda di un concessionario di lusso è l'esempio del rischio che si corre a lasciare molti soldi in deposito per l'acquisto di auto
Non è raro che i clienti di auto di lusso siano disposti a pagare ingenti depositi per assicurarsi modelli di pregio. Presso la concessionaria Porsche Champion di Pompano Beach, in Florida, le cose però sono andate storte. Pare che un dipendente sia riuscito a farsi accreditare su un conto personale ben 2,5 milioni di dollari. Il gruzzolo sarebbe frutto di una sistematica strategia di raggiro che aveva fatto credere ai facoltosi clienti della concessionaria di essersi assicurati rare Porsche 911 GT3 e GT2 RS. La vicenda è ora oggetto di una causa intentata dalla concessionaria contro il dipendente infedele. Importante presare massima attenzione alle vetture di importazione preferendo sempre aziende solide ed affidabili evitando di versare corposi depositi.
IL BOTTINO DA 2,5 MILIONI DI DOLLARI Si chiama Schiraaz Sookralli ed era il vice presidente del marketing presso della concessionaria Porsche di Pompano Beach; ora è accusato di aver intascato sistematicamente, sul proprio conto personale, le somme versate a titolo di deposito dai facoltosi clienti del dealer americano. L'indagine, partita un anno fa, si è progressivamente allargata facendo emergere una vera e propria truffa ai danni dei clienti. Con la scusa di assicurare ai compratori importanti esemplari Porsche, come 911 GT3 e GT2 RS, Sookralli era riuscito a farsi accreditare ingenti somme a titolo di deposito. Da quanto rivelato da Automotive News, sembra che l'uomo avesse creato una società fittizia chiamata “Champion Autosport” attraverso la quale effettuare gli ordini fittizi delle vetture. Le motivazioni di un simile gesto sembrano legate ai debiti contratti dall'uomo. Sookralli, che ha 10 figli, pare che stesse vivendo una situazione economica difficile legata ai pagamenti per il mantenimento dei figli. Pare che dal 2016 debba restituire oltre 176,500 dollari per l'uso di due carte di credito American Express.
LA CAUSA GIUDIZIARIA La truffa è venuta a galla lo scorso 4 settembre, quando, la concessionaria ha iniziato ad essere contattata dai clienti che chiedevano dove fossero le vetture ordinate. Non è insolito che per le vetture di importazione siano necessari molti mesi prima che l'auto ordinata ragginga il suo nuovo proprietario; alla Porsche di Pompano Beach l'attesa aveva però decisamente superato l'ordinario. Ecco allora la causa per truffa intentata contro il dipendente e sua moglie. La concessionaria ha dichiarato di essere all'oscuro della condotta di Sookralli e si è detta intenzionata a fare chiarezza. La stessa filiale americana di Porsche ha espresso disappunto per il caso chiedendo ai clienti piena collaborazione nelle indagini. La vicenda è emersa proprio in un momento difficile per le auto di importazione; l'amministrazione Trump ha deciso una stretta sul settore automotive (Leggi le preoccupazioni dei costruttori tedeschi).
COME EVITARE CASI SIMILI Nel settore delle auto importate il cliente non ha un contatto diretto con il mezzo. Il venditore glielo mostra al pc esponendo lo stato e le condizioni di vendita. Necessario allora prestare la massima attenzione. Quelle che ci possono sembrere condizioni vantaggiose rischiano di nascondere una truffa. Meglio evitare di affidare sostanziose caparessu su di una vettura mai vista di persona. Nel caso Sookralli gli accordi cauzionali stretti con i clienti erano “fumosi”. Essi non includevano informazioni dettagliate provenienti dal costruttore o sulla consegna dei veicoli. Necessario affidarsi a concessionarie oneste ed apprezzate dai clienti. Accortezze dovranno essere apprestate nel caso di auto usate. Il mercato europeo ci offre spesso vantaggi ma occhio al rispetto delle procedure di acquisto (Leggi guida all'importazione dell'auto usata e nuova).