"I cartelli degli autovelox provocano frenate e tamponamenti": la tesi assurdo smontata dal Ministero. Le indicazioni di preavviso rimangono
Autovelox e simili, che funzione devono avere? È meglio considerarli come strumenti che agiscono da deterrente o usarli per raccogliere più soldi possibile? Mentre siamo sicuri che gli strumenti di controllo della velocità sono usati spesso in buona fede e come mezzo di dissuasione verso comportamenti pericolosi, non mancano esempi di un utilizzo ai limiti del lecito allo scopo di fare cassa (leggi dello scandalo degli autovelox nascosti di Palermo). In questi ultimi giorni si erano rincorse voci che davano per illegali i cartelli di preavviso ma, per fortuna, l'allarme è rientrato: a meno di comportamenti “furbi” (e illeciti), i Velox rimarranno segnalati.
VOCI INFONDATE Per capire la nascita di queste voci occorre tornare un po' indietro nel tempo, precisamente a giovedi 6 luglio. In quella data era stato organizzato a Roma, in occasione del 70 esimo anniversario della fondazione della Polizia Stradale, un convegno su omicidio stradale (leggi che con la legge sull'omicidio stradale i test tossicologici sono obbligatori e istantanei) e droghe alla guida. Uno degli interventi, come riportato da Maurizio Caprino sul Sole 24Ore, era stato pronunciato dal procuratore generale della capitale, Giovanni Salvi.
Nel suo discorso Salvi espresse un'opinione personale e cioè che non fosse opportuno mantenere l'obbligo di segnalazione e visibilità delle postazioni di rilevamento della velocità. Già all'epoca più di un osservatore mostrò scetticismo: erano infatti già noti molti dei contenuti della Direttiva Minniti (leggi che la Direttiva intende combattere gli atteggiamenti più imprudenti alla guida) riguardo al contrasto dei comportamenti pericolosi e, fra questi, c'erano anche regolamenti aggiornati sull'uso dei rilevatori di velocità, i cui cartelli di preavviso non sarebbero stati eliminati.
MEGLIO LA DETERRENZA La motivazione addotta ci sembra francamente poco condivisibile: Salvi ha infatti detto che i cartelli di preavviso avrebbero causato incidenti, soprattutto tamponamenti causati dalle brusche frenate di chi li vedeva all'ultimo momento. Un altro punto citato a favore dell'abolizione è che tali cartelli, allertando gli automobilisti, diminuirebbero molto le violazioni ai limiti di velocità e pertanto renderebbero meno efficace l'azione delle Forze dell'Ordine che, a questo punto, sarebbe stata molto più repressiva che dissuasiva. A cose fatte si è dimostrata l'infondatezza delle voci nate dall'intervento di Salvi: la Direttiva mantiene infatti ben saldo il criterio di trasparenza che aveva ispirato la legge proprio dieci anni fa, nell'agosto 2007.
L'obbligo della visibilità dell'apparecchio e dei cartelli di preavviso è contenuto nel comma 6-bis dell'articolo 142 del Codice della Strada e la direttiva non lo modifica ma lo rende anzi ancor più pregnante, dettagliandolo con maggior precisione.
VISIBILITÀ ALEATORIA L'obbligo di segnalare la posizione del rilevatore è già oggi aggirato con vari sotterfugi: lampeggiatore spento sulle auto, cartelli poco visibili, fotocellule nascoste dietro una siepe e una marea di cartelli generici “Controllo elettronico di velocità”: l'effetto Al lupo, al lupo! distrae il guidatore che non vede l'unico Autovelox effettivamente esistente. Se quest'obbligo fosse stato abrogato si sarebbe probabilmente scatenato un Far-West piuttosto pericoloso: le frenate improvvise, con relativi tamponamenti, sarebbero state molto frequenti visto l'effetto sorpresa del rilevatore non segnalato. La Direttiva, che trovate in allegato, punta molto sulla prevenzione e sulle sinergie: i Prefetti, per esempio, avranno il compito di valutare se la posizione degli Autovelox è funzionale alla sicurezza della circolazione. Anche la correttezza è enfatizzata: si disciplina l'annosa questione della taratura (leggi che la taratura dei Velox è obbligatoria senza eccezioni), i Comuni dovranno dettagliare con precisione gli aggravi di spesa dei verbali (oggi aggregati alla voce “spese di notifica”) e viene chiesto che i contratti di istallazione, gestione e manutenzione dei rilevatori siano trasparenti e tesi a migliorare la sicurezza stradale.