Educazione stradale a scuola: a chi spetta?

Educazione stradale a scuola: a chi spetta?

Nelle scuole italiane l’educazione stradale si fa da tempo, ma perché allora la nuova proposta sembra una novità?

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14 Luglio 2023 - 09:41

Il tema dell’educazione stradale è sicuramente centrale nell’ambito della vita moderna. L’incremento della motorizzazione è stato infatti costante negli ultimi decenni. Le dimensioni del problema sono realmente molto preoccupanti, sebbene il combinato disposto nell’introduzione di nuove norme di sicurezza e della sensibilizzazione degli utenti della strada abbia condotto ad una costante diminuzione delle vittime di incidenti dagli anni Settanta ad oggi. Nelle scuole spesso è tutto lasciato al caso, senza una reale strutturazione di un programma educativo, relegando la sicurezza stradale nel fatidico “tempo che rimane”. Ecco perché spessissimo è inefficace, nonché insufficiente. Quali sono dunque i cambiamenti in vista?

EDUCAZIONE STRADALE A SCUOLA: LA NUOVA PROPOSTA

Ogni anno in Italia un grande numero di persone, molte delle quali giovanissime, perde la vita a causa degli incidenti stradali. Per contrastare questo tragico bilancio, a partire dal prossimo anno si dovrebbe potenziare l’insegnamento dell’educazione stradale nelle scuole. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge dedicato agli interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del Codice della strada, presentato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, in sinergia con il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e con il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Verranno istituiti corsi extracurricolari di educazione stradale con una premialità finale: a ogni studente che li avrà frequentati saranno attribuiti due punti aggiuntivi all’atto del conseguimento della patente. I corsi di educazione stradale verranno introdotti intervenendo sull’articolo 230 del Codice della strada e saranno organizzati dalle Scuole secondarie di II grado, statali e paritarie. In tutte le Scuole secondarie di II grado saranno effettuate verifiche delle conoscenze, laboratori di incontro e confronto tra i giovani, anche tramite social o video, e tra studenti di un ciclo superiore e di un ciclo inferiore per esperienze di peer tutoring. È decisivo infatti sensibilizzare i ragazzi sull’importanza di una guida prudente, sicura, consapevole.

CHI SI OCCUPERÀ DELLA FORMAZIONE IN AULA?

Un altro problema che ha visto andare alla deriva l’educazione stradale fino ad oggi è la competenza. Chi, infatti, sarebbe l’insegnante più adatto a tenere questo tipo di lezioni nelle scuole? Il docente formato, le Forze dell’Ordine o le Autoscuole? La proposta parrebbe avere la soluzione. Per il nuovo anno il Ministero sta predisponendo un Protocollo d’intesa con l’Automobile Club Italia (ACI) con la possibilità di attività dedicate alla “guida sicura”. Nelle linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica sarà richiamata l’importanza di garantire ampio spazio all’educazione stradale. Verrà istituito un nuovo tavolo di lavoro con la Polizia stradale, con il Dipartimento di Psicologia dell’Università la Sapienza di Roma, con l’Associazione “Lorenzo Guarnieri” e con l’Associazione “Valdiserri” per definire nuovi contenuti da introdurre nei percorsi didattici curriculari ed extracurriculari. La frequenza prevederà l’acquisizione di crediti ai fini del conseguimento della patente. I corsi sull’educazione saranno così tenuti nelle scuole non soltanto da docenti formati ma anche da personale esperto, tecnici. I docenti saranno comunque una parte fondamentale e la loro collaborazione sarà decisiva per dire basta a queste stragi.

ALLARME SOCIAL: IL RISCHIO DELLE LEZIONI SU TIK TOK

Se per quanto riguarda il contesto scolastico la situazione sembra delineata, rimane ancora un punto debole. Lo porta alla luce la segretaria provinciale di Unasca Treviso e concerne il ruolo dei social media nella formazione dei nuovi automobilisti. Starebbe prendendo piede una serie di tutorial condivisi su social come TikTok che rischierebbe di sostituire la formazione nelle autoscuole. Ovviamente non si può pretendere di imparare un tema vasto e sfaccettato in pochi secondi di video. Né tantomeno imparare a guidare. Mentre la legge attuale consente agli studenti di sostenere l’esame di guida pratica dopo solo sei ore di lezioni, si sottolinea la necessità di un impegno più significativo. È essenziale comprendere che quando si guida, si ha in mano un’arma potenziale e una responsabilità enorme. Nel nuovo Codice della Strada, annunciato dal ministro Matteo Salvini, il numero minimo di ore di lezioni pratiche dovrebbe raddoppiare a 12. Ma spesso sono i genitori a limitare l’esperienza di guida dei loro figli. Il costo di un’ora di lezione di guida, che attualmente è di 45 euro IVA inclusa, potrebbe essere un fattore deterrente. Proprio per questo, viene suggerita una riduzione dell’IVA sulle lezioni di guida. Questa mossa potrebbe stimolare l’impegno nello studio e rendere il percorso di formazione al volante meno gravoso dal punto di vista economico. Ancora una volta si sottolinea l’importanza di un’impostazione seria e rispettosa della formazione alla guida, che va oltre i brevi tutorial sui social e richiede un impegno più profondo e personale!

Contributo a cura di Marianna Martini – Psicologa del Traffico

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