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Mestre: il bus precipitato dal cavalcavia aveva la revisione scaduta

La revisione scaduta dell'autobus coinvolto nell'incidente di Mestre non è la causa principale, ma solleva interrogativi sull’adeguatezza di norme e controlli

17 Luglio 2024 - 10:48

L’incidente di Mestre, in cui un autobus elettrico di linea è precipitato da un cavalcavia, ha scosso profondamente l’opinione pubblica e ha confermato l’esistenza di gravi carenze nelle infrastrutture italiane. L’episodio in cui 21 persone (incluso il conducente) hanno perso la vita e altre 15 sono rimaste gravemente ferite ha acceso il dibattito su diverse potenziali cause e responsabilità. Tra queste, emergono il cedimento della barriera stradale, vecchia e arrugginita, e la probabile presenza di un guasto allo sterzo del bus. Un problema, sostiene Diego Brambilla, segretario di Federispettori in un post Linkedin, legato alla possibilità per i mezzi pesanti di circolare legalmente anche con la revisione scaduta, un’abitudine tollerata e diffusa prima dell’esternalizzazione degli ispettori autorizzati dal Ministero. Tuttavia, bisogna fare alcune riflessioni più ampie.

LA REVISIONE SCADUTA: UN FATTORE DETERMINANTE?

Brambilla ha sollevato una questione importante in un post Linkedin: il bus coinvolto nell’incidente aveva la revisione scaduta. Questa anomalia, purtroppo, è consentita dalla legge italiana che permette ai veicoli di circolare con la sola prenotazione della revisione, una pratica che differisce nettamente dal resto dell’Unione Europea.

“Oggi abbiamo la certezza che questa folle regola ha in parte contribuito alla morte di 21 persone, perché se il veicolo fosse andato a revisione nel settembre 2023 (periodo di naturale scadenza) e non al 24/10/2023, prenotazione mai evasa considerati i fatti del 3 ottobre 2023 (incidente mortale), forse qualcuno avrebbe potuto prevenire tutto ciò. Non tutte le carenze sono rilevabili in sede di revisione ministeriale (es. guasti/rotture improvvise), ma due occhi esperti, con un poco di fortuna, avrebbero potuto salvare numerose vite.”

MEZZI PESANTI IN CIRCOLAZIONE CON LA REVISIONE SCADUTA: PERCHE’

Il cedimento della barriera stradale vecchia e deteriorata è la principale anomalia che ha permesso al bus di precipitare dal cavalcavia. Mentre è difficile stabilire se il guasto allo sterzo sarebbe stato individuato durante una revisione, soprattutto considerando che l’autobus era stato immatricolato nel 2022, quindi avrebbe potuto trattarsi di un difetto di produzione o di assemblaggio non visibile.

Tuttavia, il fatto che un veicolo possa circolare con la revisione scaduta è una peculiarità tutta italiana legata a una pezza peggiore del buco: le liste d’attesa che si erano formate per carenze del personale della Motorizzazione, più lunghe in alcune regioni rispetto altre, divenute un’abitudine. Il problema delle liste d’attesa è stato risolto con l’impiego degli ispettori tecnici privati autorizzati dal Ministero, come spieghiamo in questo approfondimento. Ma l’anomalia non è definitivamente risolta.

LA SOLUZIONE: MAGGIORE RIGOROSITÀ E PIU’ CONTROLLI STRADALI

Il rischio che un mezzo da diverse tonnellate e con un’età media fino a 20 anni possa ancora circolare liberamente in strada è ancora molto alto. La tragedia di Mestre mette in evidenza due grandi problematiche: la manutenzione delle infrastrutture (fatto arcinoto esploso dal crollo del ponte Morandi e da svariati cedimenti successivi) e le normative di revisione dei mezzi pesanti.

“Veicoli privi di controllo, quindi, legalmente autorizzati a circolare, una prassi che ha avuto come apoteosi la ‘questione sarda’ del 2022, quando numerosi trasportatori da tutta Italia prenotavano di proposito in Sardegna per beneficiare dei due anni di ritardi nelle operazioni, una circostanza da imputate alla carenza di personale degli uffici sardi, ma soprattutto alla malafede dell’utenza”, scrive Brambilla. Eliminiamo la regola dell’estensione al diritto di circolare per i veicoli con revisione scaduta, regola che peraltro oltre confine non viene (giustamente) riconosciuta.”

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