
Il gruppo italo-americano FCA sta vendendo bene, al punto che molti stabilimenti oltreoceano potrebbero non chiudere per le ferie estive
Se il mercato italiano dà segni di ripresa, quello americano ha il segno “+” ormai da anni e di questa tendenza beneficiano anche i marchi che FCA ha avuto in dote da Chrysler. La positività può però avere anche dei lati negativi, come la prospettiva di non godere delle tradizionali ferie estive perché la fabbrica deve tener testa agli ordini.
FERIE A RISCHIO NELLE AMERICHE – Negli States i dipendenti hanno mediamente meno ferie che in Italia ma in questo caso si rischia di esagerare, dato che il segno meno potrebbe trasformarsi in uno 0 tondo. Diverse fabbriche situate negli USA e in Messico potrebbero infatti rimanere aperte tutta l'estate, per assecondare una domanda che continua a trovarsi in territorio positivo. Normalmente la chiusura degli impianti non è molto lunga (si parla di due settimane) e in questo periodo un piccolo gruppo di lavoratori rimane in fabbrica per procedere ad aggiornamenti e riparazioni nelle linee. Questa estate la musica potrebbe essere diversa, dato che, secondo diversi media americani, una decina di impianti potrebbero saltare del tutto la pausa estiva per sostenere la rilevante richiesta di modelli del Gruppo.
NUMERI IN CRESCITA – In effetti le performances globali di FCA, nel primo trimestre del 2015 e nonostante una leggera flessione nel numero di veicoli venduti, scesi del 2% a 1,1 milioni, sono piuttosto soddisfacenti. L'utile ante imposta e interessi è salito, nel primo trimestre, a 895 milioni di $ (+ 22% rispetto allo stesso periodo del 2014) mentre l'utile netto ha raggiunto i 103 milioni, con un incremento di 296 milioni. Il fatturato è poi salito del 19 % fino a 30 miliardi di dollari. La maggior parte di questi risultati è stato ottenuto da FCA nell'area NAFTA (North American Free Trade Agreement), ossia USA, Canada e Messico, una zona di libero commercio priva di barriere tariffarie. Nell'ambito NAFTA, FCA ha conseguito un fatturato di 18,1 miliardi (+ 38%), ed un utile ante imposte di 672 milioni, molto migliore dei 425 milioni del 2014. Le vendite al di qua dell'Atlantico partecipano anch'esse ai numeri positivi dei dati delle Americhe, con FCA che cresce, ad aprile, più del mercato: 13,4 % contro 6,9%.
I NUOVI MODELLI FUNZIONANO – Questo dato si traduce in un aumento della sua quota nel mercato europeo – Europa dei 28 + i Paesi EFTA – che passa dal 6,2 al 6,5%. Ottimi sono i numeri di FCA nel segmento A, con Fiat 500 e Panda che hanno il 29,2% del mercato e la Jeep Renegade che è fra le prime cinque. Torniamo nel nuovo continente e vediamo in dettaglio gli impianti che rimarranno aperti per tutta l'estate. Si tratta del Jefferson North Assembly Plant, a Detroit, nel quale si assemblano la Jeep Grand Cherokee (vedi la prova su strada della Grand Cherokee 3.0 Multijet II) e la Dodge Durango, e il Saltillo Van Assembly in Messico, che costruisce la Ram ProMaster oltre a vari motori. Sempre in Messico rimarrà aperto Toluca Assembly, che produce la Fiat 500 e la Dodge Journey (è il modello dal quale deriva la Fiat Freemont Cross, leggi la prova). Altri impianti che rimarranno aperti sono il Toledo Assembly Complex in Ohio, che produce le Jeep Cherokee e Wrangler, la fonderia e la fabbrica di trasmissioni di Kokomo (Indiana) e le fabbriche di motori di Dundee, Detroit e Trenton.