L'uscita dell'Inghilterra dall'Europa sconquassa i piani di Mini, Bentley, Nissan, Jaguar e tanti altri su cui pende una tassa d'esportazione più alta
L'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea potrebbe portare ad uno scombussolamento economico di rilevanti proporzioni, con il settore automotive – in Inghilterra vale 100 miliardi – che verrebbe colpito in pieno: molti sono i Costruttori che hanno degli impianti in Inghilterra e potrebbero trovarsi ad affrontare un aumento di tassazione su auto e componenti secondo un'intervista citata da Automotive News Europe.
SI VOTA LA BREXIT Il referendum che sancirà se l'Inghilterra saluterà in via diretta l'Unione Europea o meno chiamerà gli inglesi a votare il 23 Giugno. Questo voto potrebbe avere un grande significato a livello storico-economico, poiché l'eventuale separazione comporterebbe una serie di conseguenze che metterebbero in seria difficoltà soprattutto le industrie, automotive compresa dato che l'Inghilterra è una delle realtà più floride sotto questo punto di vista. La Society of Motor Manufacturers and Traders ha cominciato così a porre l'accento sull'introduzione delle tasse di esportazione, esborso cruciale per le Case Automobilistiche che potrebbero vedere quasi del tutto annullati i profitti derivanti dalla vendita auto.
LE CONSEGUENZE PER L'AUTOMOTIVE Ogni industria automobilistica che produce auto in Inghilterra potrebbe doversi trovare a far fronte ad un aumento, stimato, del 2.5% sulla fornitura di componenti e del 10% sul prezzo complessivo auto. Questi dati sono stati dichiarati dal CEO della SMMT, Michael Hawes, che ha poi aggiunto sia che “questo significa che gli impianti devono diventare il 10% più efficienti, che è tanto considerando i margini già molto sottili”, sia che “l'Inghilterra è pesantemente integrata con l'Europa e l'industria globale. Abbiamo avuto un grandissimo successo e non vogliamo metterlo a repentaglio, ma al momento il fattore predominante è l'incertezza”.
CHI HA INVESTITO IN INGHILTERRA In UK hanno trovato la base molte industrie automobilistiche, sia perchè le condizioni economiche per l'istallazione di una fabbrica erano favorevoli sia perché sul suolo britannico si riesce a produrre fino all'80% dei pezzi complessivi di un'auto. I loro investimenti potrebbero rischiare di diventare fallimentari (leggi del destino di Mini nelle mani della Gran Bretagna), ma questo non significa che l'economia stessa inglese ne uscirebbe integra: qualora brand premiati (leggi degli investimenti Jaguar-Land Rover premiati in UK) dovessero mirare altrove, perlopiù Europa dell'est (leggi dell'investimento Daimler in Polonia), il gettito inglese potrebbe crollare direttamente. Lo scorso anno, ad esempio, Nissan ha annunciato un investimento previsto per lo stabilimento di Sunderland di 173 milioni di sterline, alcuni dei quali già effettuati (leggi dell'aumento di produttività a Sunderland e leggi della nuova pressa prevista per il 2017 nello stabilimento inglese di Nissan). A questi brand si affiancano però anche Bentley e Rolls Royce per il settore extra-lusso, forse meno incline ad un allontanamento della clientela, e Toyota e Honda per quanto riguarda l'industria giapponese.