Cinture posteriori: uso ancora scarso, in Italia solo 1 su 3

Cinture posteriori: uso ancora scarso, in Italia solo 1 su 3

Report ISS sull'uso delle cinture posteriori in auto: l'utilizzo è ancora scarso, in Italia le indossano solo 1 automobilista su 3. E al sud la percentuale cala drammaticamente

17 Ottobre 2024 - 16:00

In Italia l’obbligo di indossare le cinture posteriori vige da circa trent’anni ma buona parte dei passeggeri continua a infischiarsene, mettendo a rischio l’incolumità non solo di se stessi ma di tutti gli occupanti della vettura. Lo confermano gli ultimi dati della sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) dell’Istituto Superiore di Sanità relativi al biennio 2022 – 2023, secondo cui solo 1 italiano su 3 indossa correttamente le cinture di sicurezza posteriori.

CINTURE POSTERIORI: UTILIZZO IN AUMENTO MA ANCORA LONTANO DA NUMERI OTTIMALI

Se l’uso della cintura di sicurezza anteriore in automobile è abbastanza diffuso, anche se non raggiunge la copertura totale richiesta dalla legge (affermano di indossarla sempre 8 automobilisti su 10), l’utilizzo della cintura posteriore è sempre stato molto meno frequente, nonostante un trend in chiaro aumento. Pensate infatti che nel nemmeno troppo lontano 2008 solo il 19% circa di italiani dichiarava di usare le cinture posteriori. Percentuale rimasta sostanzialmente stabile fino al 2015 per poi salire progressivamente fino al 34% registrato nel biennio 2022 – 2023, quindi poco più di 1 su 3 (vedi grafico in basso). Intendiamoci: 34/100 è molto meglio di 19/100 ma siamo ancora lontanissimi da un risultato accettabile, che nel migliore dei mondi possibili dovrebbe quanto meno pareggiare il numero di chi usa le cinture anteriori.

Tra l’altro l’ISS precisa che il dato sulle cinture di sicurezza posteriori, se in linea di principio è coerente con la tendenza in aumento che si andava osservando negli ultimi anni, allo stesso tempo potrebbe risultare sovrastimato in termini quantitativi a causa di alcune modifiche introdotte nel questionario della rilevazione PASSI durante il periodo del Covid-19, e quindi nella realtà questo aumento potrebbe essere più contenuto.

USO CINTURE DI SICUREZZA POSTERIORI IN ITALIA: BENINO AL NORD, MALE AL SUD

Come in ogni rilevazione che si rispetti, da una parte c’è il dato nazionale e dall’altra le differenze geografiche che sono ampie e significative e disegnano un chiaro mismatch Nord-Sud a sfavore delle regioni meridionali sull’uso delle cinture di sicurezza posteriori. A fronte infatti di una media italiana del 34% (precisamente 34,5%), ci sono regioni assai virtuose dove l’utilizzo delle cinture posteriori supera il 60% (guarda caso tutte settentrionali: Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Trento e Bolzano, Veneto) e altre dove non si tocca nemmeno il 20% (Campania 9,9%, Puglia 14,2%, Molise 15,9%, Sicilia 17,9%). Ennesima dimostrazione dell’esistenza di territori in cui la cultura della sicurezza stradale è meno percepita che altrove (e poi ci domandiamo perché l’assicurazione costa di più).

ISS uso cinture posteriori 2022 2023

CASCO E SEGGIOLINI: BUONI NUMERI MA SI PUÒ MIGLIORARE

La sorveglianza PASSI ha preso in considerazione pure l’uso del casco in motocicletta, verificando per fortuna che si tratta ormai di una pratica consolidata, con circa il 95,6% degli intervistati (guidatore o passeggero) che ha dichiarato di indossarlo sempre. E anche nelle zone più ‘difficili’ del Paese raramente si scende sotto il 90% (caso limite la Calabria con il 79,9%, oltre alla sorprendente, in negativo, Valle d’Aosta con il 75,9%). Buono ma migliorabile anche il dato sull’uso dei seggiolini auto per bambini: sempre con riferimento al biennio 2022 – 2023, meno di 2 persone su 10 hanno riferito di avere difficoltà a usare questi dispositivi, di non utilizzarli affatto o perfino di non avere alcun dispositivo di sicurezza, pur viaggiando in auto.

ISS uso casco 2022 2023

I DATI ISS SULLA GUIDA IN STATO DI EBBREZZA

Per quanto riguarda infine la guida in stato di ebbrezza, 5 intervistati su 100 hanno ammesso di aver guidato sotto l’effetto dell’alcol nei 30 giorni precedenti la rilevazione, avendo assunto due o più unità alcoliche un’ora prima di mettersi alla guida. Questo fenomeno è in ogni caso più frequente nella fascia d’età 25-34 anni (8,3%) e tra gli uomini (7,6% contro 2,7% fra le donne). È in riduzione costante nel tempo, anche se il calo significativo osservato nel biennio 2020 – 2021 potrebbe esser stato determinato dalle misure di contenimento per il contrasto alla pandemia di Covid-19, dal momento che nel 2022 si è tornati a un valore analogo al 2019. Maggiori informazioni qui.

ISS guida alcol 2022 2023

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