Il datore di lavoro può licenziare il dipendente o il collaboratore per giusta causa per alcune gravi infrazioni che hanno comportato una multa auto
Guidare l’auto aziendale rispettando le regole del Codice della strada permette al lavoratore di ridurre i rischi di incidenti. Così come di evitare multe e decurtazione di punti dalla patente. Ma il dipendente o il collaboratore a cui il datore ha affidato un’auto aziendale può mettere a repentaglio il posto di lavoro in caso di ricezione di una multa? La risposta è affermativa, ma alcune precisazioni sono indispensabili. Solo in alcuni casi l’azienda prende infatti la decisione drastica del licenziamento. Tuttavia le circostanze sono più numerose di quel che si potrebbe frettolosamente pensare. Meglio quindi conoscere con attenzione quali sono le situazioni in cui scatta il licenziamento per multa con auto aziendale per non farsi cogliere impreparati. O quanto meno per assumere un comportamento più prudente. Anche perché alcune pronunce della Corte di Cassazione sul licenziamento in caso di multa hanno spostato l’ago della bilancia dalla parte dell’azienda anziché del lavoratore.
AUTO AZIENDALE, LE MULTE VALGONO PER TUTTI
L’auto aziendale rappresenta il benefit per eccellenza concesso al lavoratore. La normativa vigente è piuttosto particolareggiata e prevede una serie di casistiche di utilizzo del mezzo. Da una parte l’auto aziendale può essere utilizzata esclusivamente nell’ambito della propria attività lavorativa. Dall’altra, circostanza più comune, il lavoratore guida l’auto aziendale con la formula dell’uso promiscuo. In pratica può mettersi al volante anche per motivi personali e dunque al di fuori dell’orario o dei giorni di lavoro. Per il dipendente si tratta di una evidente facilitazione economica che si aggiunge allo stipendio percepito. Rimane infatti alla larga dalle spese di gestione di un’auto, al netto dei costi per il rifornimento. Qualunque sia la modalità d’uso dell’auto aziendale, da un punto non si scappa: le regole valgono per tutti e il Codice della strada non fa alcuna distinzione quando c’è da applicare una multa per una infrazione.
MULTE CON AUTO AZIENDALE, CHI PAGA?
Prima di esaminare i casi in cui il lavoratore rischia il licenziamento per aver preso una multa con un’auto aziendale o causa un incidente, c’è un punto di fondo da chiarire. A chi spetta il pagamento della sanzione ricevuta con l’auto aziendale? Ebbene, in questo caso scatta il principio della responsabilità solidale. In termini pratici, ad aprire il portafogli sono sia il datore di lavoro che il lavoratore stesso. Il primo in quanto proprietario del veicolo che lo utilizza in noleggio o in leasing. Il secondo in quanto responsabile dell’infrazione al Codice della strada. Tuttavia è indispensabile spulciare il Contratto collettivo nazionale di lavoro applicato per verificare l’esistenza di particolarità. Come la possibilità concessa al datore di rivalersi sul lavoratore con una trattenuta nella busta paga successiva.
QUANDO SCATTA IL LICENZIAMENTO PER MULTA CON AUTO AZIENDALE?
Per definizione il licenziamento è il provvedimento più severo che il lavoratore può subire. Deve verificarsi una grave situazione per spingere il datore all’allontanamento del dipendente o del collaboratore. E tra questi rientra anche l’aver subito una multa mentre era alla guida dell’auto aziendale. Purché l’infrazione commessa sia stata particolarmente pericolosa e grave. Per intenderci, una multa per divieto di sosta non rientrerà mai in questa casistica. La guida contromano in autostrada certamente sì. Un comportamento di questo tipo mette in discussione il vincolo fiduciario tra il dipendente e il datore di lavoro. Proprio quest’ultima è la chiave per comprendere i casi in cui il lavoratore può davvero rischiare il proprio posto all’interno dell’azienda.
LA CORTE DI CASSAZIONE SUL LICENZIAMENTO PER MULTA CON AUTO AZIENDALE
Abbiamo accennato a una importante pronuncia della Corte di Cassazione sul licenziamento di un lavoratore che aveva ricevuto una multa mentre era alla guida dell’auto aziendale. Ci aiuta a capire meglio il concetto di gravità. Per i giudici, la decisione dell’azienda è stata corretta pur nella sua severità. Con l’ordinanza numero 9304 del 2021 ha infatti confermato la legittimità del licenziamento per giusta causa del dipendente in quanto aveva prima percorso contromano un viadotto a bordo dell’auto aziendale. E poi si era opposto all’intervento delle forze dell’ordine che lo avevano fermato. I togati hanno citato l’articolo 2119 del Codice civile, secondo cui “ciascuno dei contraenti può recedere dal contratto” qualora “si verifichi una causa che non consenta la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto”.