Euro 6D Final: cosa cambia per i diesel con l’RDE-2 Facciamo chiarezza sulle sigle legate ai vari step della normativa Euro 6d

Euro 6D Final: cosa cambia per i diesel con l’RDE-2

Facciamo chiarezza sulle sigle legate ai vari step della normativa Euro 6d, dalla Temp alla Final. Senza dimenticare le novità che deriveranno dai rilevamenti reali con l'RDE-2

13 Maggio 2019 - 01:05

Quando le normative in materia di lotta alle emissioni, climalteranti o inquinanti, si limitavano alla parola Euro accompagnata da un numero tutto era relativamente facile. Ma con l’avvento dello standard Euro 6B/C/D TEMP la comprensione per gli automobilisti si è decisamente complicata. E la concomitanza dello scandalo dieselgate non ha certamente contribuito a semplificare le cose. Fare un po’ di chiarezza è doveroso, soprattutto ora che si parla sempre più di Euro 6D Final. Vediamo di cosa si stratta.

L’ADDIO ALL’NEDC
La prima è NEDC (New European Driving Cycle), acronimo di quello che era il nuovo ciclo di guida europeo, aggiornato l’ultima volta nel 1997. Fissava il protocollo per il calcolo in laboratorio dei consumi, e di conseguenza le emissioni di CO2 dei veicoli. Ma era troppo lontano dalle reali condizioni di guida e per questo è stato abbandonato a partire dal primo settembre 2017. Da quella data è stato rimpiazzato dal ciclo WLTC (Worldwide harmonized Light vehicles Test Cycles).

EURO 6 FINAL DAL GENNAIO 2020
Al fine di prevenire il ricorso a trucchi da parte dei costruttori più furbi si è inoltre aggiunta la sigla RDE (Real Driving Emission), introdotta dallo step Euro 6D Temp. Perché, se tutto questo non bastasse, l’applicazione dell’Euro 6 passa attraverso una serie di fasi intermedie, iniziate con la 6a. La 6d Temp entrerà in vigore il prossimo settembre, e l’iter si completerà a gennaio 2020, quando si arriverà a regime. Per vedere gli effetti di questo rinnovamento bisognerà tuttavia attendere ancora 12 mesi, quando non solo le auto di nuova omologazione, ma tutte quelle immatricolate dovranno essere Euro 6d.

DUE FASI PER L’RDE
Un’ultima complicazione interessa l’RDE, a sua volta diviso in due fasi. Obiettivo di questo metodo basato sulle reali condizioni di guida, che affianca il WLTC, è quello di arrivare ai livelli di emissioni che già erano stati fissati dalla Euro 6A. In sostanza, si tratta di rimettere le cose a posto, ottenendo nella realtà quei livelli che in teoria erano già stati ottenuti con l’aiuto di metodi di rilevamento poco efficaci.

QUALI NOVITA’ PER I DIESEL
Tutto ciò che cosa comporterà per le auto con motori diesel con l’entrata in vigore di Euro 6D Final con RDE-2? Gli effetti potrebbero essere meno drammatici di quanto si possa immaginare. Nel senso che si potrebbe progressivamente scoprire che i motori a gasolio non sono brutti, sporchi e cattivi come qualcuno li vuole presentare. Innanzitutto il rendimento di questi propulsori assicura livelli minimi di emissioni di CO2, sensibilmente inferiori a quelli dei motori a benzina e delle varie normative.

GASOLIO GIA’ SOTTO I LIMITI
Le difficoltà erano inizialmente rappresentate dal raggiungimento di quegli 80 mg/km di NOx, gli ossidi di azoto. Tuttavia questo obiettivo è raggiungibile con relativa facilità dai motori diesel di ultima generazione che utilizzano la riduzione selettiva catalitica (SCR) con l’utilizzo di additivo AdBlue. Già oggi alcune vetture (una di queste è la nuova Range Rover Evoque) sono in grado di ottenere risultati migliori di quelli imposti. Ciò significa che invece di celebrare il funerale del gasolio, l’Euro 6 Final potrebbe segnarne il riscatto.

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