In un incidente fra chi è passato col semaforo giallo e chi è transitato col semaforo rosso, la colpa è del 50%: lo ha deciso la Cassazione con sentenza del 4 settembre
Semaforo rosso e semaforo giallo: chi ha ragione in un incidente? La Cassazione fa chiarezza con la sentenza numero 37004 del 10 aprile 2019, pubblicata il 4 settembre (quarta sezione penale). Non si tratta della solita multa per passaggio col rosso: 167 euro e taglio di 6 punti-patente, secondo l’articolo 146 del Codice della strada. Parliamo invece di un reato: un sinistro con feriti seri o morti al semaforo, che rientra nel Codice penale (si tratta di omicidio). Quindi, stabilire chi ha torto e chi ha ragione diventa ancora più importante.
UNO COL GIALLO, L’ALTRO COL ROSSO: INCIDENTE MORTALE
La dinamica dell’incidente al semaforo (rosso o giallo) preso in esame è semplice. Ecco la scena: entrambi i mezzi viaggiano sulla stessa strada di Roma e nella medesima direzione, paralleli. L’autobus nella corsia centrale, riservata ai mezzi pubblici; la motocicletta nella corsia alla destra dell’autobus. Giunti a una grande piazza con incrocio regolato da semaforo, l’autobus impegna l’incrocio col semaforo giallo a 42 km/h (col limite di 50); la moto, in precedenza fermo alla linea di stop, parte quasi contemporaneamente bus, svolta verso sinistra a 30 km/h col rosso. Andando a urtare, al centro della piazza, contro il fianco destro del bus, che lo ha agganciato e trascinato per più di 20 metri: per questo, il centauro muore.
COLPA AL 50% FRA I DUE GUIDATORI
Il semaforo rosso imponeva al motociclista di fermarsi. Il semaforo giallo obbligava il guidatore del bus a non oltrepassare gli stessi punti stabiliti per l’arresto, a meno che vi si trovava così prossimo, al momento dell’accensione della luce gialla, che non poteva più arrestarsi in condizioni di sufficiente sicurezza: in tal caso, doveva sgombrare sollecitamente l’area di intersezione con prudenza. Secondo la Cassazione, però, la colpa dell’incidente al semaforo è metà. Il motivo? Le norme sulla circolazione stradale impongono severi doveri di prudenza e diligenza proprio per far fronte a situazioni di pericolo, determinate anche da comportamenti irresponsabili altrui, se prevedibili.
SEMAFORO: UN PRINCIPIO “SACRO”
La Cassazione richiama un principio della circolazione, già fissato in passato: il conducente con diritto di precedenza ha l’obbligo di tenere una condotta prudente. Non può solo invocare il comportamento imprudente del guidatore col rosso, se prevedibile. Un principio che vale sia in presenza di semafori, sia quando ci sono i cartelli triangolari sulla precedenza, sia infine col classico cartello di stop. Per determinare meglio le colpe degli incidenti così complessi, saranno decisivi il verbale delle Forze dell’ordine e le relazioni dei periti.