NCC: le regioni possono rilasciare nuove licenze, previa gara

NCC: le regioni possono rilasciare nuove licenze, previa gara

La Corte Costituzionale ha stabilito con una sentenza che le regioni possono rilasciare nuove licenze NCC, con l'obbligo però di indire una gara pubblica

20 Dicembre 2024 - 16:30

La Corte Costituzionale ha dato parzialmente ragione alla Regione Calabria nella causa contro la Presidenza del Consiglio dei ministri (entrambe a guida centro-destra) sulla questione delle licenze NCC, autorizzando di fatto le amministrazioni regionali a rilasciare nuove autorizzazioni per l’attività di noleggio con conducente, con l’obbligo però di svolgere una gara pubblica. Viene dunque superata la disciplina che assegna solo ai Comuni la possibilità di indire pubblici concorsi per il rilascio delle autorizzazioni al servizio NCC.

LA REGIONE CALABRIA ASSEGNA 200 LICENZE NCC, IL GOVERNO FA RICORSO

La vicenda risale ad aprile 2023, quando la Regione Calabria ha autorizzato fino a 200 nuove vetture a noleggio con conducente affidandole direttamente alla società Ferrovie della Calabria Srl, che fa capo alla stessa Regione. Tuttavia il Governo ha presentato ricorso alla Consulta contro questa decisione, appellandosi agli articoli 5 e 8 della Legge quadro n. 21/1992 per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea, che assegnano ai Comuni la competenza esclusiva sul rilascio delle autorizzazioni.

PERCHÉ I COMUNI NON HANNO PIÙ L’ESCLUSIVA SUL RILASCIO DELLE LICENZE NCC

Nel respingere il ricorso della Presidenza del Consiglio dei ministri (pur con un distinguo), la Corte Costituzionale ha ricordato innanzitutto che sebbene la determinazione del numero dei veicoli da adibire al servizio NCC, nonché dei requisiti e delle condizioni per il rilascio dell’autorizzazione, è demandata ai Comuni in base alla legge 21/1992, a seguito della riforma costituzionale del Titolo V del 2001 che ha riconosciuto alle Regioni l’autonomia legislativa, il trasporto pubblico locale costituisce da allora una materia di competenza regionale residuale. E quindi deve ritenersi che la rigida disciplina introdotta nel ’92 risulti cedevole rispetto a successive leggi regionali che definiscano un assetto più articolato e attuale, in funzione della tutela di un livello di interessi che riguarda importanti potenzialità di sviluppo dell’intero territorio regionale.

Del resto già in altri settori, per esempio nel commercio, la Consulta aveva ritenuto che l’esclusiva comunale fissata dalle leggi precedenti al 2001 fosse vincolante solo finché le Regioni non fossero intervenute con una loro disciplina.

Operatore servizio NCC

LA QUESTIONE DEL DIRITTO ALLA MOBILITÀ

C’è poi un discorso più ampio che riguarda il diritto alla mobilità dei cittadini, messo in discussione dalle politiche protezionistiche, ostili alla concorrenza, che in Italia hanno sempre favorito i taxi a danno degli operatori del noleggio con conducente. Non va infatti dimenticato che di fronte al ricorso del Governo contro la Regione Calabria, la Corte di Costituzionale aveva già sollevato nei mesi scorsi la questione di legittimità costituzionale dell’art. 10-bis comma 6 del Dl 135/2018, che aveva bloccato qualsiasi nuova autorizzazione NCC fino alla creazione dell’Archivio informatico pubblico nazionale delle imprese di trasporto pubblico non di linea, rimasto in stand-by per sei lunghi anni. Nell’occasione la Corte aveva bocciato il lungo ‘congelamento’ delle licenze evidenziando in termini netti i suoi effetti negativi sul turismo, sulla mobilità della popolazione anziana e fragile e sull’immagine internazionale dell’Italia.

SENTENZA CORTE COSTITUZIONALE: LE REGIONI POSSONO ASSEGNARE LICENZE NCC, MA CON GARA PUBBLICA

Alla luce di tutte queste considerazioni, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 204/2024, ha pertanto stabilito che le Regioni hanno facoltà di rilasciare autorizzazioni per lo svolgimento dell’attività di NCC. Ma non possono farlo violando i principi di concorrenza tutelati dalla gara pubblica. Quindi la Regione Calabria era autorizzata a rilasciare le 200 nuove licenze, ma non poteva assegnarle direttamente alle Ferrovie della Calabria come invece ha fatto, perché per l’assegnazione è obbligatorio indire una gara pubblica.

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