Vediamo cosa cambia per i Costruttori di auto con la norma Euro 6E che entra nella seconda fase di riduzione delle emissioni
Negli ultimi mesi non si fa altro che parlare dei limiti di emissioni di CO2 più severi e del rischio di multe che le Case auto eviteranno grazie ai crediti verdi acquistati da Tesla. Ma c’è una novità a cui i Costruttori non possono sottrarsi a partire dal 1° gennaio 2025: la seconda fase della normativa anti-emissioni Euro 6E, nota come Euro 6E-B, a cui poi seguirà una terza fase ancor prima che si arrivi alla nuova norma Euro 7. Come si può ben intuire la normativa rafforza l’obiettivo di ridurre le emissioni inquinanti e migliorare la sostenibilità ambientale nel settore automobilistico attraverso test di omologazione più simili all’utilizzo reale dei veicoli.
OMOLOGAZIONE EURO 6EB DAL 2025: PER QUALI VEICOLI
La prima fase (EA) della norma Euro 6 è scattata per l’omologazione di modelli a partire dal 1° settembre 2023 ed è diventata obbligatoria per tutte le prime immatricolazioni dal 1° settembre 2024. Ciò ha previsto un ulteriore aggiustamento dell’incertezza di misura per le misurazioni nei test RDE (Real Driving Emissions) e di conseguenza un’ulteriore riduzione dei fattori di correzione. Le auto omologate Euro 6E-A potranno essere immatricolate fino al 31 dicembre 2025.
La seconda fase (EB) della norma Euro 6 si applicherà alle omologazioni di tutti i nuovi modelli di veicoli a partire dal 1° gennaio 2025. Mentre sarà obbligatoria per tutte le nuove immatricolazioni dal 1° gennaio 2026 al 31 dicembre 2027 e si applica alle seguenti categorie:
- Autovetture
- Veicoli commerciali leggeri
- Veicoli pesanti N2, che dovranno conformarsi alle nuove disposizioni riguardanti il monitoraggio delle emissioni e del consumo
COSA CAMBIA CON L’OMOLOGAZIONE AUTO EURO 6 EB
Con lo step intermedio della normativa Euro 6E-B, si persegue l’obiettivo di aumentare la trasparenza nei test per l’omologazione dei veicoli, migliorare i controlli di conformità attraverso i cosiddetti In-Service Conformity Tests (ISC) sulle auto già circolanti in particolare riguardo alle strategie adottate per il controllo delle emissioni, AES – BES, come da regolamento ONU n.83, già previsti nella normativa Euro 6d e rivedere i fattori di utilità per le ibride plug-in, aumentando la distanza di riferimento per il calcolo delle emissioni più realistiche di CO2. Inoltre la normativa estenderà il sistema di monitoraggio del consumo di carburante anche ai veicoli pesanti N2, già previsto per i veicoli leggeri con la norma Euro 6d.
- La distanza di riferimento per il fattore di utilità delle ibride plug-in passerà da 800 km (Euro 6d) a 2.200 km con Euro 6E-B, e successivamente sarà ulteriormente aumentata con la fase successiva Euro 6E-C.
- Nei test RDE I valori massimi per le emissioni di ossidi di azoto (NOₓ) sono rimasti invariati rispetto all’Euro 6d, fissati a 80 mg/km per i motori diesel e 60 mg/km per i motori benzina. Tuttavia, il fattore di conformità (CF) per le misurazioni RDE rispetto a quelle di laboratorio è stato ridotto da 1,43 a 1,1 per gli NOₓ e da 1,5 a 1,34 per il numero di particelle (PN).
Fonte tabella: ADAC
COSA SUCCEDERA’ DOPO LA NORMA EURO 6EB
La fase finale della norma Euro 6E è lo step C entrerà in vigore dal 1° gennaio 2027 per i nuovi modelli e dal 1° gennaio 2028 per le nuove immatricolazioni. Salvo ulteriori cambiamenti dovrebbe essere seguita poi dalla norma Euro 7, che scandirà anche il termine per poter immatricolare i veicoli Euro 6EC, idealmente tra il 2028 e 2029.
Tra le modifiche già note c’è la distanza di riferimento del fattore di utilità per le Plug-in che sarà elevata ulteriormente da 2200 km a 4260 km, aumentando così la pressione sui produttori per ridurre le emissioni di CO2 attribuite alle auto ICE ricaricabili.