Pedalare in città: 5 soluzioni per piste ciclabili sicure Non basta dipingere piste ciclabili in città: ecco quali soluzioni possono migliorare la sicurezza dei ciclisti nel traffico urbano

Pedalare in città: 5 soluzioni per piste ciclabili sicure

Non basta dipingere piste ciclabili in città: ecco quali soluzioni possono migliorare la sicurezza dei ciclisti nel traffico urbano

7 Ottobre 2019 - 09:10

Le piste ciclabili in città sono spesso oggetto di polemiche quando sono poco estese o poco sicure. Ma anche quando coprono chilometri di strade urbane non sempre i ciclisti possono pedalare in sicurezza. I Comuni fanno abbastanza per permettere i cittadini di andare in bici senza rischiare la vita? A questa domanda spesso si risponde semplicemente contando quante piste ciclabili o percorsi protetti per biciclette ci sono in città. Poi se una buona parte di questi è in preda di erbacce, parcheggi selvaggi e immondizia è un fattore che passa in secondo piano. Dalla Danimarca (Cycling Embassy Of Denmark) però arriva un chiaro monito sulla sicurezza delle piste ciclabili e dei 5 fattori più pericolosi per i ciclisti in città.

1.PISTE CICLABILI E LARGHEZZA CARREGGIATA

Il primo dei 5 fattori di rischio per i ciclisti è la larghezza delle strade. Secondo uno studio USA citato dal CED, in città la larghezza non influenza in modo significativo la sicurezza dei ciclisti come sulle strade extraurbane. Tuttavia al di sotto di 6,5 metri di larghezza, il limite di velocità non dovrebbe superare 30 o 40 km/h. Al di sopra di questa velocità diventa rischioso mescolare ciclisti e altri veicoli sulla stessa carreggiata: o si allarga la carreggiata o si delimita la corsia per le bici da quella delle auto.

2.LA DISTRAZIONE DEGLI AUTOMOBILISTI SI SCONTRA CON I CICLISTI

Un altro dei maggiori rischi per chi va in bici viene dalle auto parcheggiate sul margine della strada, quando si apre lo sportello senza guardare i ciclisti possono riportare serie lesioni nell’incidente. Il parcheggio a spina di pesce o perpendicolare alla carreggiata riduce il rischio di essere scaraventati da una sportellata. La scarsa visibilità posteriore mette ugualmente a rischio i bambini in bici che non possono essere visti se l’auto non ha retrocamera o sensori di parcheggio. Statisticamente, secondo la CED, se il parcheggio è su un solo lato aumenta il rischio di incidenti per manovre pericolose. Tuttavia, se la carreggiata non è abbastanza ampia il parcheggio su un solo lato è necessario per fare spazio a una pista ciclabile.

3.I CICLISTI CHE SUPERANO I BUS FERMI

La fermata dell’autobus spesso è un altro importante fattore di rischio per i ciclisti che vengono travolti dalle auto per scartare l’autobus fermo. Una manovra che richiederebbe particolare attenzione da tutti gli utenti coinvolti (es. il ciclista dovrebbe assicurarsi che non sopraggiungono auto). Una possibile soluzione dove le strade sono abbastanza ampie potrebbe essere realizzare delle isole di traffico che non interrompono le piste ciclabili.

4.I LIMITI DI VELOCITÀ’ E LA SICUREZZA DI CICLISTI E PEDONI

I limiti di velocità a 30 km/h sono sempre oggetto di dibattiti, soprattutto quando non hanno effetti concreti sulla sicurezza stradale. E’ chiaro che più si abbassa il limite di velocità e meno rischi corrono i ciclisti e i pedoni in strada. Tuttavia un limite più basso di 10 km/h, secondo studi citati dal CED porta a un’effettiva riduzione della velocità del traffico di 2,5 km/h.

5.LA SICUREZZA DEI CICLISTI AGLI INCROCI

Le aree a traffico limitato riducono il rischio di incidenti (secondo uno studio inglese del 60% su 72 aree). Il fattore di rischio però resta più alto per i ciclisti rispetto ai pedoni poiché il maggior numero di incidenti avviene in corrispondenza degli incroci.

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