Consumi auto, dal 1 settembre 2017 scattano i nuovi test di omologazione

Consumi auto, dal 1 settembre 2017 scattano i nuovi test di omologazione Il 1° settembre sarà un punto di svolta per consumi ed emissioni: limiti quasi invariati ma procedure più realistiche. Quanti diesel ce la faranno?

Il 1° settembre sarà un punto di svolta per consumi ed emissioni: limiti quasi invariati ma procedure più realistiche. Quanti diesel ce la faranno?

31 Agosto 2017 - 09:08

Il cataclisma dieselgate ha sconvolto l'automotive in maniera forse irreversibile, mettendo persino in discussione l'esistenza di certi motori diesel. Questi propulsori richiederanno infatti sistemi di trattamento dei gas di scarico sempre più complessi, il cui costo potrà essere assorbito soltanto se essi saranno montati su auto di gamma media e alta. Qualche Casa ha già annunciato limitazioni sui suoi motori a gasolio e c'è chi pensa di salvare i motori a scoppio con carburanti “neutri” rispetto al Carbonio ma la resa dei conti sta arrivando: da domani 1° settembre entrano in vigore nuove e più stringenti norme per l'omologazione.

CAMBIA TUTTO! Il conto alla rovescia è iniziato ed è di quelli che fanno tremare le vene dei polsi, per usare un'espressione un po' desueta: da domani le omologazioni saranno fatte in condizioni molto più realistiche, con il sistema, che prevede anche pèrove su strada, RDE – Real Drive Emission e il ciclo WLTP, Worldwide harmonised Light vehicles Test Procedures (leggi dei nuovi test che misureranno consumi ed emissioni in condizioni reali).

È pur vero che le auto omologate con l'attuale normativa Euro 6 potranno essere prodotte ancora per un altro anno ma l'arrivo dei nuovi test è ineluttabile. Il dieselgate ha comunque avuto il merito di squarciare il velo di un'ipocrisia diventata sempre più imbarazzante, con automobili bifronte che superavano cicli di omologazione irrealistici ed emettevano e consumavano molto di più su strada, come puntualmente rilevato da prove strumentali e dall'esperienza degli automobilisti. Le Istituzioni europee, del resto, sapevano delle discrepanze fra test e guida reale (ne avevamo parlato a proposito della rivoluzione su prove reali e motori).

PROCEDURE, NON VINCOLI La Commissione Europea ha comunque rilasciato un documento, giuridicamente non vincolante, che indica una serie di procedure per “stanare” le strategie ausiliarie di controllo delle emissioni. Questi criteri sono utili “per valutare le strategie proposte per proteggere il motore e prevenire l'utilizzo di impianti di manipolazione illegali”, leggansi i defeat device nelle loro varie declinazioni. Il documento è composto di 2 parti, con la “A” predisposta “per valutare le strategie ausiliarie nel campo delle emissioni in sede di omologazione, comprese le informazioni che il costruttore è tenuto a fornire all'autorità di omologazione”. La parte B riguarda i “modi in cui identificare possibili casi di impianti di manipolazione attraverso prove di emissione mirate nell'ambito degli obblighi di vigilanza del mercato che incombono sugli Stati membri”. Il tutto viene inquadrato nella “omologazione dei veicoli a motore riguardo alle emissioni dai veicoli passeggeri e commerciali leggeri (Euro 5 ed Euro 6)”. Queste nuove norme e metodiche riguardano quindi le automobili ed i commerciali leggeri omologati secondo le norme Euro 5 e 6 (l'Esperto ci ricorda cosa cambia passando dai regolamenti Euro 5 a quelli Euro 6), con la normativa Euro 6 che viene declinata in varie versioni.

L'ALFABETO DEL 6 L'evoluzione della Euro 6, e qui torniamo al fatidico 1° settembre, prevede quindi il rispetto della Euro 6c (che interviene sul particolato delle auto a benzina) per tutti i modelli omologati da settembre 2017 mentre l'obbligo per la vendita parte dal settembre 2018, con la 6d che arriverà nei prossimi anni. Il possedere una diesel di ultima generazione non equivale comunque alla certezza di riuscire a circolare nelle città durante le “domeniche ecologiche” (leggi dei blocchi del traffico nel 2017). Il cambiamento sostanziale riguarda comunque le procedure di omologazione, che si avvicineranno sempre di più alle condizioni di guida reali.

Il fatidico 1° settembre, se cambia poco nei valori da rispettare, segna infatti l'arrivo delle misure RDE per gli inquinanti (l'irrealistico ciclo NEDC va quindi in pensione) e delle WLTP per consumi/CO2. Si tratta di un'anticipazione delle metodiche Euro 6d la cui normativa, prima di andare a regime, passerà dallo stadio 6d-temp che permetterà una robusta flessibilità grazie ai famosi/famigerati “fattori di conformità” FC (ne abbiamo parlato nel post dedicato ai consumi reali delle auto). Quindi da domani avremo omologazioni in “stile Euro 6d”, eseguite quindi con RDE e WLTP, ma tese a rilevare i valori delle norme 6c, mentre il rispetto dei valori Euro 6d-temp sarà in vigore per le auto immatricolate dal settembre 2019. I valori Euro 6d “definitivi” entreranno in vigore dal 1° gennaio 2020 per le omologazioni e dal 1° gennaio 2021 per le immatricolazioni ma sarà comunque ammesso un FC di 1,5 mentre per i primi 3 anni lo scostamento sarà un ben più corposo 2,1. È facile prevedere che gli efficientissimi diesel moderni si troveranno bene per le emissioni di CO2, direttamente legate ai consumi, ma soffriranno per gli NOx ed il Particolato se sottoposti a prove più legate alla guida quotidiana: l'ibridizzazione e i dispositivi SCR saranno praticamente obbligatori ma le piccole cilindrate potrebbero non farcela per il costo di questi dispositivi.

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