
Basilicata, Anas: a partire da mercoledì 15 aprile 2015, senso unico alternato sulla strada statale 653 "Della Valle del Sinni" (Potenza)
Non s'è ancora spenta l'eco per il clamoroso crollo del Viadotto Italia: il problema ha riguardato la campata di questo ponte sull'Autostrada Salerno-Reggio Calabria. Un evento che ha fatto seguito al crollo di altri viadotti gestiti dall'Anas (con relativo putiferio ai vertici dell'Anas stessa). I sindacati sono stati durissimi in proposito, spiegando come da tempo denuncino “che in quel cantiere non vengono rispettate le regole, con turni di lavoro massacranti. Un cantiere che doveva essere un modello per la Calabria si è rivelato esattamente il contrario”. E ora l'Anas dà un itinerario alternativo.
SENSO UNICO ALTERNATO – L'Anas ha comunicato che, a partire da mercoledì 15 aprile fino a mercoledì 30 settembre 2015, nella fascia oraria 8-17 e a esclusione dei giorni festivi, sarà istituito il senso unico alternato sulla strada statale 653 “Della Valle del Sinni”, nel tratto compreso tra il km 0,000 e il km 11,000, in corrispondenza delle zone interessate dalle lavorazioni, nei Comuni di Lauria e Latronico, in provincia di Potenza. Il provvedimento si rende necessario per consentire lo spostamento del cavo telefonico e dei cavi a fibre ottiche.
Durante la limitazione, ai veicoli sarà imposto il limite di velocità di 60 e 40 km/h. Il traffico sarà regolato da impianto semaforico.
ANCHE I TIR… – Quindi, questa strada da da itinerario alternativo per i mezzi pesanti: è immaginabile che non sarà del tutto scorrevole il traffico su questa strada, sia per il senso unico alternato, sia per il limite di velocità. Come sempre accade in situazioni del genere, guaio chiama guaio: dopo il crollo del Viadotto Italia, arriva una strada “scomoda”, anche per i Tir. Con ripercussioni parecchio negative per chiunque si sposti in macchina: un automobilista potrebbe trovarsi in mezzo fra due “bisonti” della strada, su un senso unico alternato…
QUALI I MOTIVI DEL CROLLO? – Nei giorni scorsi, SicurAUTO.it ha voluto capirci di più, raccogliendo l'opinione di Michele Mele, esperto in progettazione di ponti, sulla possibile causa del crollo del Viadotto Italia. Mele esclude qualsiasi possibile collegamento tra la manutenzione dei giunti di dilatazione, anche nella parte inferiore, e il crollo. Chissà, forse tra le ipotesi si può azzardare che qualcosa non abbia funzionato a dovere nei controlli statici prima e durante l'applicazione delle micro cariche esplosive. Per applicare tali cariche vanno effettuati dei fori ed è ovvio che questi fori vanno ad indebolire la struttura. E però perché è crollata la campata? Mele non ha risposte, anche perché nessuno li ha interpellati nemmeno in qualità di consulenti sulla demolizione. Ha tuttavia aggiunto che, per esperienza, preferisce tecniche di demolizione per mezzo di macchine operatrici che trinciano il calcestruzzo radiocomandate per preservare la sicurezza degli operai. Si è evidentemente preferito, in questo caso, adoperare il metodo della polverizzazione con micro cariche perché più economica, visto che lo scopo di questa demolizione era conservare i piloni. Ma qualcosa potrebbe non essere stato fatto nel modo corretto, dai controlli all'applicazione delle micro cariche, tra l'altro inesplose al momento del crollo.