
Le cause verranno esaminate in California, lo Stato che più ha contribuito alla scoperta dello scandalo delle emissioni
I nodi – anzi, le cause – arrivano al pettine: è infatti recentissima la notizia che circa 500 procedimenti verranno esaminati da un giudice federale della California. Questa decisione, che sconfessa sia il Department of Justice sia Volkswagen, che avrebbero voluto che i casi venissero esaminati a Detroit, merita un approfondimento.
LA CONTESA DELLE SEDI – Lo scandalo delle emissioni – un sottoinsieme di quello, ben più grande, che riguarda in generale le omologazioni dei veicoli e che viene evidenziato in questo post sul passaggio dai regolamenti Euro 5 a Euro 6 – sta arrivando al dunque. Dopo la presentazione della salvifica modifica (perdonate la rima di basso livello) di VW, che desta perplessità tecniche sulla sua efficacia e potrebbe essere rifiutata dai clienti, arrivano da Oltreoceano segnali sui primi procedimenti giudiziari. Uno dei più rilevanti è la definizione della sede nella quale saranno discusse le prime cause dei consumatori contro Volkswagen. La Judicial Panel on Multidistrict Litigation ha infatti deciso che le cause saranno curate dal giudice Charles Breyer del Northern District of California. Questa decisione susciterà probabilmente diversi commenti, dato che sia Volkswagen sia il Dipartimento di Giustizia degli USA avevano esortato il panel dei giudici a inviare i casi a Detroit mentre gli avvocati di un po' tutto il Paese (le cause sono ovviamente promosse da consumatori sparsi un po' ovunque) avevano suggerito tutta una serie di sedi, dall'Illinois all'Ohio passando per il New Jersey e il Massachusetts.
LÌ, DOVE NASCE IL DIESELGATE – La commissione giudiziaria, in ultima analisi, ha deciso di assegnare le cause al Distretto Settentrionale della California, con sede a San Francisco, per vari motivi, ad esempio per il fatto che in quell'ufficio è stato presentato il primo caso che coinvolgeva Volkswagen. La commissione ha osservato come, nonostante il contenzioso con Volkswagen sia “di portata internazionale”, quasi un quinto dei casi presentati finora siano nati in California e il California Air Resources Board (CARB) abbia svolto un ruolo chiave nello scoprire la frode delle emissioni taroccate che ha coinvolto 482.000 automobili Volkswagen dotate del 2 litri con il defeat device. La decisione riguarda più di 500 cause legali che accusano Volkswagen di aver dotato alcuni dei suoi “Clean Diesel” (la definizione suona ora beffarda e contraddittoria) con il famigerato software che permetteva di superare in maniera fraudolenta i test sulle emissioni. Il panel ha invece rinviato la decisione se includere o meno nel contenzioso altre cause che riguardano i titoli Volkswagen (il valore in Borsa del Gruppo ha sofferto molto per il DieselGate) e un caso, istruito nel Montana, che sostiene come i proprietari di auto VW non siano tenuti a pagare le rate dei finanziamenti accesi per acquistare i veicoli stessi.
CAUSE INTERNAZIONALI – Un avvocato dei querelanti, Steve Berman, si è dichiarato soddisfatto della scelta della Commissione, notando come il giudice Breyer sia un esperto nel gestire procedimenti complessi e “tratterà il caso velocemente come dovrebbe essere trattato”. Il DieselGate, in effetti, ha molti e variegati risvolti giudiziari, come quello che potrebbe unire i grandi azionisti in una causa da 40 miliardi. Restringendo il campo al nostro Paese, possiamo dire come anche la fiducia dei consumatori in Volkswagen sia scesa in seguito alle allarmanti notizie diffuse riguardo questo scandalo. Anche in Italia sono infatti partite delle cause che hanno portato VW in tribunale mentre il Gruppo prova a rabbonire i clienti americani con bonus e assistenza gratuita. Sembra però che questi vantaggi non arriveranno in Europa: sarà perché Oltreoceano le associazioni dei consumatori sono più forti?