L'AD di Volkswagen conferma quanto avevamo predetto sulla lentezza del richiamo ma, se l'aggiornamento software non bastasse, lo scenario sarebbe nero
Le nubi continuano ad addensarsi sul futuro di Volkswagen al punto che la sua stessa esistenza verrebbe ad essere messa in dubbio. Questi tutt'altro che rassicuranti concetti sono stati espressi dal nuovo Presidente del Consiglio di Sorveglianza del Gruppo Volkswagen, Hans-Dieter Pötsch.
UN TRONO SCOMODO – L'ascesa di Pötsch sullo scranno presidenziale è avvenuta con un paio di mesi in anticipo rispetto alla data prevista (e anche questa è una dimostrazione della drammaticità del momento) ma la prestigiosa mansione riserva, in questo periodo, molti più oneri che onori. Il nuovo Presidente ricopriva precedentemente il ruolo di direttore finanziario ed è considerato un uomo vicino al “Grande Vecchio” Ferdinand Piëch, che in questo periodo difficile conferma il suo potere all'interno del Gruppo: la nomina di Pötsch sembra in fatti la prosecuzione della rivincita di Piëch iniziata (ad onta della sua estromissione avvenuta mesi fa) quando è esploso lo scandalo. L'avvicendamento dei manager (a volte imposto dal fatto che molte poltrone sono saltate) ha coinvolto anche una vecchia conoscenza: Luca De Meo – con un passato in Renault, Toyota e, dal 2002 al 2009, nel gruppo Fiat – ha infatti assunto la carica di presidente del Comitato esecutivo di Seat.
RICOSTRUZIONE FATICOSA – Pötsch ha dichiarato, subito dopo l'elezione, che “Usciremo più forti dalla crisi attraverso chiarimenti e trasparenza. Lo studio legale incaricato dell'indagine interna non lascia nulla al caso e sapremo la verità. Occorrerà però tempo per fare chiarezza su questo scandalo che ha danneggiato la reputazione di Volkswagen. Ritengo inutili i rapporti preliminari sullo stato dei lavori e quindi comunicheremo soltanto risultati concreti e affidabili e informazioni esaurienti, che non potranno quindi essere forniti a breve”. Queste indicazioni, intellettualmente corrette e oneste, confermano però i tempi lunghi già annunciati dal nuovo CEO Matthias Müller, cosa che mette ancor di più Volkswagen di fronte al bivio di dover vendere pur di salvare i dipendenti (ed i propri conti). Ormai tutti gli automobilisti sanno come verificare se la propria vettura è coinvolta nel richiamo e si sa anche che le operazioni di modifica dovrebbero iniziare (proprio in questi giorni i tecnici del Gruppo VW presenteranno alla motorizzazione tedesca BKA le soluzioni per riportare le emissioni nei limiti) a gennaio del 2016 e concludersi nel dicembre dello stesso anno.
I RISCHI CHE SI CORRONO – Un anno intero è un tempo molto lungo ma l'enormità del “fenomeno” non consente una soluzione che sia contemporaneamente efficace e fulminea: Volkswagen non può fare altri passi falsi. In questi 12 mesi potrebbero però accumularsi altri costosi ricorsi, denunce ed esposti. Come evidenziato dall'Esperto di SicurAUTO, una domanda si impone di prepotenza: dopo la modifica le auto VW manterranno le stesse prestazioni? VW sostiene che, per la maggior parte dei motori, basterà modificare il software ma, in altri casi, bisognerà intervenire sulla parte meccanica o, addirittura, sostituirli. Un'altra grossa grana del DieselGate è la sua ricaduta sull'usato: qualsiasi venditore che abbia in giacenza auto “infette” avrà infatti un danno patrimoniale immediato. È facile pensare come essi promuoveranno cause contro Volkswagen, così come faranno gli automobilisti che si ritroveranno a guidare un'auto con prestazioni diverse (peggiori) di quelle dichiarate: magari sono stati proprio quei numeri a guidare le loro scelte verso il Made in Wolfsburg. Bastano questi ultimi esempi per capire come il DieselGate comporterà ingentissimi esborsi, dando così una drammatica attualità ai dubbi sulla sopravvivenza del Gruppo Volkswagen così come lo conosciamo.
Roberto
16:44, 8 Ottobre 2015Una domanda: le auto euro 5 “col trucco” in realta' che normativa euro rispettano?E' possibile che chi le avesse acquistate per sostituire auto piu' vecchie si sia ritrovato per le mani una euro 3 o 4 pensando di acquistarne una euro 5 ?Se e' cosi', a parte il discorso ecologico, gli acquirenti avrebbero il diritto di restituire l'auto e avere un rimborso totale della cifra spesa. Si tratta di prodotto non conforme alle specifiche. In Italia non so quanto questo sia possibile ma in america se li spelleranno vivi.E avranno ragione a farlo.Ora speriamo solo che non salti fuori che anche tante altre case facevano truffe simili 🙁