Serpeggiano rumors che lo scandalo Volkswagen bloccherà il mercato delle auto diesel usate
Ad oggi si è parlato dello scandalo Volkswagen in tutte le salse, analizzando anche probabili conseguenze non solo legali ma anche sulle prestazioni dei motori Volkswagen dopo l'aggiornamento degli 11 milioni di veicoli diesel circolanti nel mondo. Quello che invece è passato in sordina è il rischio reale che le conseguenze di tutta questa faccenda ingarbugliata possano minacciare il mercato delle auto usate, visto che i motori su cui la Casa di Wolfsburg ha ammesso di barare risalgono al 2004 e da allora una gran parte delle 648.458 auto da richiamare solo in Italia, potrebbero già essere passate di mano e risanarle sarebbe tutt'altro che facile. D'altronde, chi acquisterebbe un'auto usata, seppure in ottime condizioni, con il dubbio che non sia ancora in regola? In questo groviglio intricato tra indiscrezioni e poche certezze finora diffuse dal quartier generale tedesco, i concessionari saranno sicuramente chiamati a fare la loro parte con il rischio di annacquare anche il mercato del nuovo e dare il via a una guerra di sconti senza precedenti.
TUTTI I RISCHI TRA RICHIAMO E AGGIORNAMENTO – Il problema per il mercato delle auto usate nasce su più fronti visto che, al momento, non è stata ufficializzata la modalità d'intervento sulle centraline dei motori della famiglia EA189. Si può ipotizzare quindi che l'intervento avverrà con un richiamo ufficiale (quindi con una comunicazione a mezzo raccomandata ai proprietari) oppure in occasione di un intervento di manutenzione programmata. In entrambi i casi ci sono delle variabili che taglierebbero fuori gran parte delle auto coinvolte nel lotto, poiché nella prima ipotesi di “richiamo tecnico” non sempre la Casa costruttrice sa che l'auto è stata ceduta a una persona diversa dal primo intestatario, quindi sarebbe più complicato convocare l'auto senza fare una visura sulla targa o tramite il telaio (altri costi per il Costruttore). Nella seconda ipotesi di intervento in occasione del tagliando, la situazione precipiterebbe ulteriormente poiché è molto difficile che chi ha acquistato un'auto coinvolta nel “tarocco” circa 10 anni fa si rivolga ancora alla Rete Ufficiale per la manutenzione, o è immaginabile per un numero limitato di clienti. Da qui a credere che il mercato dell'usato sarà pieno di auto diesel Euro 5 non aggiornate è una pura conseguenza logica. E una rappresaglia dei Costruttori per spingere le vendite del nuovo a suon di promozioni non farebbe altro che inibire il mercato dell'usato, quantomeno dei diesel.
L'USATO TIENE, MA PER QUANTO ANCORA? – In seconda battuta neppure il Ministero ha ancora le idee ben chiare su come gestire la situazione, a parte l'annuncio dei controlli a campione su tutte le marche di Delrio, mentre la filiale italiana del Gruppo Volkswagen si è chiusa dietro un muro in attesa di direttive ufficiali dalla Germania. Queste elevata incertezza potrebbe influenzare la rivedibilità delle auto usate Volkswagen, anche in previsione delle contromisure che il Gruppo tedesco s'inventerà per conservare i volumi di vendita sacrificando, eventualmente, i margini di profitto (l'AD Müller ha annunciato quanto resisterà il Gruppo prima dei tagli a personale e investimenti). In altre parole, chi è in procinto di cambiare auto potrebbe trovare molto più conveniente (e sereno) l'acquisto di un'auto nuova anziché di una usata, contribuendo alla flessione che il mercato dell'usato ha visto negli ultimi mesi. Secondo i dati ACI, infatti, nel mese di luglio 2015 si sono registrati 162 passaggi di proprietà ogni 100 auto nuove vendute (+8,6% rispetto al luglio 2014), con un totale di 160 da gennaio a luglio. Se si fa il confronto con l'anno precedente però sono bastati 5 mesi per raggiungere la quota di 179 auto usate ogni 100 nuove da gennaio a maggio 2014. Un'altalena che inizierebbe a dondolare ancora di più se si verificasse la premonizione degli analisti, cioè che tutti i Costruttori si lanceranno in una guerra di sconti e promozioni pur di non perdere clienti.
ARRIVERANNO I MAXI SCONTI? – Indubbiamente il vantaggio di poter acquistare un'auto nuova con forti sconti farebbe gola anche al cliente più disinteressato verso una marca, ma gli addetti ai lavori sono molto scettici sulla possibilità che un Costruttore premium come Volkswagen svenderà le sue auto per non perdere cifre di mercato. Non è detto che non accada, ma non sarebbe neppure la prima volta che i concessionari siano chiamati a contribuire con uno sconto cliente insieme allo sconto che la Casa applica sul prezzo di listino facendo, stavolta, più di un piccolo sforzo. Guardando indietro, ma non tanto, Volkswagen non sarebbe affatto nuova a questo modello di business, lo stesso che Sergio Marchionne criticò duramente nel 2012, quando – in piena crisi di settore – Fiat era impegnata a razionalizzare gli impianti produttivi in Italia, mentre Volkswagen attuava una “politica di sconti aggressivi che sta provocando un bagno di sangue sui prezzi e sui margini”, dichiarò Marchionne. Se gli analisti ci hanno visto giusto, lo scopriremo tra qualche mese.