Dieselgate: la KBA ha “graziato” VW, ma gli USA pretendono di più

Dieselgate: la KBA ha “graziato” VW, ma gli USA pretendono di più Le autorità della California non si accontentano delle modifiche ai motori Volkswagen e chiedono test approfonditi sulla validità del richiamo

Le autorità della California non si accontentano delle modifiche ai motori Volkswagen e chiedono test approfonditi sulla validità del richiamo

13 Gennaio 2016 - 02:01

A Wolfsburg si devono sentire come sulle montagne russe, risalendo ieri e precipitando oggi, e le parole pronunciate pochissimi giorni fa da Matthias Müller sulla proficua collaborazione di Volkswagen con l'EPA e il CARB sembrano oggi solo dei gusci vuoti perché l'ente californiano ha bocciato il fix proposto da VW.

PAROLE NON EQUIVOCABILI – Bloomberg riporta infatti come il California Air Resources Board abbia respinto il rimedio proposto da Volkswagen per “sanare” i veicoli sotto inchiesta per le emissioni truccate, definendolo “incompleto”. Ormai lo sappiamo bene: il cosiddetto Dieselgate è scoppiato anche grazie al CARB, che ha svolto un ruolo chiave nel confermare quel che venne scoperto dall'associazione no-profit ICCT (International Council on Clean Transportation), e cioè che le emissioni su strada erano sistematicamente più alte – anche in condizioni favorevoli – a quanto riscontrato sul banco prova (ne abbiamo parlato in occasione del post dedicato all'udienza in tribunale per i consumi truccati). Il rigetto della soluzione di Volkswagen è stato comunicato ieri via mail da Mary D. Nichols, presidente del board di CARB: “Volkswagen ha deciso di barare nei test delle emissioni e poi ha tentato di coprire questa scorrettezza. Hanno continuato a mentire, aggravando la menzogna, e quando sono stati scoperti hanno cercato di negare il fatto. Il risultato è che migliaia di tonnellate di ossidi di Azoto che hanno danneggiato la salute dei californiani. Devono agire bene e l'azione di oggi è un passo per garantire che ciò accadrà”.

LE RAGIONI DEL RIFIUTO – Il comunicato è una bella “lavata di capo” (consentiteci il gergo) per Volkswagen e elenca le ragioni del rifiuto: i piani proposti per rimediare hanno lacune e sono poco dettagliati; le descrizioni delle riparazioni proposte non forniscono informazioni sufficienti per una valutazione tecnica approfondita e, infine, le proposte non sembrano adeguatamente mirate riguardo l'impatti complessivo sulle prestazioni dei veicoli, le emissioni e la sicurezza. Contestualmente alla lettera di rifiuto il CARB ha reso pubblico l'Avviso di Violazione, anch'esso datato 12 gennaio 2016, un circostanziato documento di 21 pagine dal quale si evince, per esempio, che all'azienda vengono imputate ben 13 violazioni diverse, fra le quali il mancato rispetto delle norme sui sistemi di diagnosi OBD (leggi il test della diagnosi OBD Bluetooth) in quanto quelli delle vetture incriminate omettevano di segnalare e registrare il superamento delle soglie consentite per le emissioni. Riportate in appendice spiccano le definizioni degli Auxiliary Emission Control Devices, che dovrebbero essere elencati prima dei test (alcuni di essi sono stati non evidenziati da VW) insieme ad una spiegazione della loro funzione, e il famigerato Defeat Device, il software truffaldino che abbatteva efficacemente le emissioni soltanto durante i test (il suo possibile funzionamento è stato descritto dall'Esperto di SicurAUTO.it).

INCONTRI DIFFICILI – La Notice Of Violation elenca anche i modelli soggetti al richiamo ed i relativi sistemi di controllo delle emissioni: “GEN 1” è la “trappola per gli ossidi d'Azoto (lean NOx trap) mentre GEN 2 e GEN 3 sono SCR, posizionati rispettivamente sotto il pavimento o vicino al motore; questi ultimi sono certificati LEV III ULEV 125 secondo i regolamenti Californiani. Notiamo come questo documento si riferisca soltanto ai modelli con il TDI 2.000, gli altri motori incriminati dovranno comunque essere bonificati. In queste ore è previsto a Washington l'incontro fra il CEO del Gruppo Volkswagen, Matthias Müller, con il capo dell'EPA, Gina McCarthy, e una delegazione di parlamentari del Congresso. Il meeting, alla luce delle recenti azioni del CARB, si preannuncia in salita per Müller: nella nota diramata dalla Nichols si puntualizza come: “Le azioni di oggi non ostacolano un richiamo, ma consentono una gamma più ampia di potenziali rimedi”; si contempla anche una (costosa) sostituzione dell'intero veicolo? Una cosa è certa: quale che sia il fix proposto – il retrofitting di particolari meccanici e/o l'aggiornamento del software – esso sarà testato dai tecnici dello stato della California prima di essere esteso al pubblico. La modifica proposta da VW (leggi com'è fatta e perché molti potrebbero rifiutarla), sonoramente avallata dalla KBA, rischia forse di non passare i controlli – magari più accurati – delle autorità americane?

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