
Un sondaggio rivela cosa pensano gli italiani del dopo scandalo: oltre 1 su 2 non si fiderebbe più e Volkswagen invia le sue scuse. Ecco la lettera VW
Dallo scandalo Watergate allo scandalo DieselGate, ogni tanto il nostro mondo viene scosso da un sisma di dimensioni politico-economiche inaudite. Autouncle.it (motore di ricerca di auto usate online) negli scorsi giorni aveva già evidenziato come tantissime auto diesel appartenenti al colosso teutonico stiano subendo un abbassamento di prezzo notevole, con sconti che arrivano anche al 30%. E la richiesta di VW usate si è notevolmente ridotta. Ma il fatto adesso è: può la vicenda dei diesel truccati scoraggiare l'acquisto di auto del gruppo? Il sito ha lanciato un sondaggio via Internet. Intanto è notizia di poche ore fa che il Gruppo tedesco ha mandato una lettera (l'ennesima in verità) in cui fa mea culpa. La missiva, che pubblichiamo integralmente in allegato, apre così: “Cari Clienti Volkswagen, recentemente abbiamo commesso un grave errore: abbiamo compromesso il rapporto di fiducia che da sempre ci lega(…)”.
SALE L'INQUIETUDINE – Oltre la metà dei partecipanti al sondaggio sostiene che la fiducia nell'azienda è venuta meno: il 31% ha risposto “Sì”, mentre il 23% ritiene che sia comunque “Probabile” una diminuzione della fiducia. Un 15% lo ritiene “Improbabile” e il 35% addirittura vota “No”, ritenendo che lo scandalo non scoraggi l'acquisto. Tra questi, c'è chi commenta sostenendo che i clienti affezionati a un marchio ne restano sempre e comunque difensori.
QUANTI SOLDI BALLANO – Comunque la si pensi, lo scandalo assume dimensioni sempre più grandi e si stima che possa superare, in termini di “danni”, i 100 miliardi di euro. Senza contare che ci sono tutti i numeri per scardinare il modello economico della Germania: è stato chiesto il richiamo di 2,4 milioni di auto (8,5 milioni in Europa da gennaio). Negli Usa si indaga per pubblicità ingannevole. E' poi di ieri la notizia che siano indagati per frode in commercio pure i massimi dirigenti della filiale italiana del gruppo tedesco: l'ad Nordio e il presidente De Meo. Sempre nelle ultime ore, su ordine della Procura, la Guardia di Finanza ha effettuato una perquisizione presso le sedi di Volkswagen Group Italia S.p.A. a Verona e di Automobili Lamborghini S.p.A. (socio unico di Volkswagen) a Sant'Agata Bolognese.
AZIONISTI IN CAUSA – Non è tutto. Dopo la bufera delle emissioni “truccate” si fanno largo le ipotesi di class action miliardarie. E a intentare causa al gigante teutonico sono i grandi azionisti che chiedono 40 miliardi di euro. Lo riporta il Sunday Telegraph citando Quinn Emanuel, il legale famoso per le sue vittorie in importanti class action, chiamato a seguire il caso. Quinn Emanuel, che ha vinto cause per quasi 50 miliardi di euro per clienti e rappresentanti di importanti gruppi, come Google, Sony e Fifa, è stato contattato – riporta il giornale britannico – dal gruppo Bentham (fondo specializzato nel finanziamento delle grandi cause legali) per preparare un'azione legale a favore degli azionisti di Volkswagen che hanno visto sfumare miliardi di euro in Borsa a seguito dello scandalo. Per adesso, come spesso accade in situazioni del genere, a pagare è l'ultimo anello della catena: VW taglierà 6.000 contratti a termine. Ed è solo l'inizio.