La percezione del rischio alla guida può essere minimizzata da una valutazione errata della distanza di frenata, lo spiega il TÜV SÜD
Negli ultimi 20 anni, la sicurezza delle auto è migliorata profondamente – sia attiva che passiva – permettendo di ridurre il rischio di incidenti, feriti e vittime grazie a sistemi di protezione sempre più efficaci e controlli elettronici che intervengono quando l’azione del conducente è assente o inefficace, ad esempio di fronte a un ostacolo improvviso da evitare. Il TÜV SÜD, che effettua numerosi test in pista, ha messo in guardia sulla distanza di frenata e la percezione del rischio da parte dei conducenti.
LA REAZIONE DEL CONDUCENTE INFLUENZA LA DISTANZA DI FRENATA
Secondo Marcellus Kaup del TÜV SÜD, l’approccio comune seguito da molti produttori di veicoli di considerare una distanza di frenata di circa 35 metri per un’auto che viaggia a 100 km/h “è troppo miope e potenzialmente pericoloso”. Questa pratica, spiega Kaup, non considera adeguatamente la variabilità del tempo di reazione del conducente, mediamente di 1 secondo, come un fattore critico che influisce significativamente sulla distanza di frenata effettiva. E’ anche vero che sulle auto nuove dal 2022 è obbligatorio l’AEB, ma come è emerso nei test indipendenti dell’Euro NCAP, non tutti i sistemi di frenata automatica hanno dimostrato la stessa efficacia.
LA DISTANZA DI FRENATA REALE A 50 KM/H PUO’ ARRIVARE A 40 METRI
Uno dei concetti chiave che emerge dalle dichiarazioni del TÜV SÜD è che lo spazio di frenata non aumenta linearmente con la velocità, bensì quadraticamente. In altre parole, la distanza di frenata non è proporzionale alla velocità, ma aumenta in modo esponenziale al crescere della stessa. Questo suggerisce che un’auto in movimento a 100 km/h richiede molto più di 35 metri per fermarsi in condizioni reali.
Per comprendere appieno la distanza di frenata necessaria, Kaup propone un approccio più completo che consideri sia il tempo di reazione del conducente che lo spazio di frenata. Come regola generale, suggerisce di dividere la velocità per dieci e moltiplicare il risultato per tre, per ottenere la distanza di reazione, e quindi aggiungere lo spazio di frenata. “Ad esempio, a 50 km/h, la distanza di arresto sarebbe di circa 40 metri, secondo questo calcolo”.
LA DISTANZA DI FRENATA NEI TEST E’ IN CONDIZIONI DI PROVA
Secondo Kaup le condizioni meteorologiche avverse, come pioggia, neve o ghiaccio, possono significativamente allungare la distanza di frenata. Allo stesso modo, difetti tecnici del veicolo o degli pneumatici e freni non al 100% dell’efficienza, possono compromettere la capacità dell’auto di fermarsi rapidamente e in sicurezza.
Il valore dei 35 metri (e anche meno), è in effetti un valore emerso anche in recenti test comparativi degli pneumatici premium del TÜV SÜD. Lo stesso valore delle prove di frenata su asciutto potrebbe non valere con pneumatici economici e meno performanti, o peggio ancora con pneumatici non adatti alla stagione: la distanza di frenata aumenta sempre, come dimostra questo test di Altroconsumo.