Anche in Italia si potrà far rifornimento di idrogeno come in Europa, le novità del decreto sui distributori di gas
L'Italia si allinea finalmente alle norme comunitarie sui distributori di idrogeno ponendo così le basi per la distribuzione e il rifornimento di idrogeno per autotrazione alla pressione di 700 bar invece che a 350 bar, adatta alle auto a idrogeno in vendita. Tra le norme tecniche introdotte dal D.M. del 23 ottobre 2018 pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 5 novembre 2018, oltre alla pressione di esercizio dell'idrogeno, abbiamo trovato anche molte informazioni interessanti sulle disposizioni costruttive dei distributori, come dovranno essere gli erogatori e quali dispositivi devono attivarsi nel caso più frequente che l'auto possa spostarsi durante il rifornimento.
DOVE NON SI POTRA' FARE RIFORNIMENTO I distributori di idrogeno per autotrazione in Italia si contano sulle dita di una mano, anzi sarebbe il caso di dire su un solo dito, visto che l'unico realmente operativo risulta l'impianto di Bolzano, motivo per cui a parte il costo molti costruttori (vedi Toyota con la Mirai) hanno preferito restringere le vendite a pochi Paesi europei. Le previsioni del Comitato di Indirizzo Strategico di Mobilità Idrogeno Italia (MH2IT) dicono che tra qualche anno (2025) ci saranno in Italia 5 mila stazioni di rifornimento per 27 mila veicoli circolanti. Al di là delle stime più o meno ottimistiche l'Italia finalmente spunta un provvedimento per molto tempo rimandato dai legislatori che definisce come dovranno essere questi distributori di idrogeno. Una delle novità più importanti riguarda la pressione massima di erogazione, raddoppiata che permette di fare rifornimento anche alle auto in commercio in circa 3 minuti. Dimenticate però la possibilità di fare rifornimento a un passo da casa poiché anche i distributori di idrogeno, progettati secondo le norme tecniche internazionali riconosciute (norma ISO 19880-1 e ulteriori disposizioni) non potranno sorgere in aree ad alta densità di edifici. In linea di massima il D.M., fatte salve le eccezioni in cui il distributore sia alimentato da condotta con capacità di accumula massima di 500 Nm³ (Normal metro cubo), vieta la costruzione di impianti a idrogeno nelle aree destinate al verde pubblico, quelle con indici di edificabilità di 3 m³ per m² e nelle zone totalmente edificate identificate dalla lettera A del piano regolatore. Oltre a queste disposizioni puramente tecniche ci sono altre curiosità di più ampio interesse.
CARATTERISTICHE TECNICHE DELL'IMPIANTO DI IDROGENO L'accumulo di idrogeno gassoso, sia intermedio di processo che per stoccaggio all'interno dell'impianto, può avvenire in unità di stoccaggio, costituita anche da più recipienti, con pressione di esercizio variabile, non superiore a 1000 bar, ed quantitativo massimo di idrogeno in deposito non superiore a 6000 Nm³. Ogni unità di stoccaggio di idrogeno gassoso deve avere la struttura di supporto, se presente, deve essere incombustibile ed avere caratteristiche di resistenza al fuoco almeno R60, significa che sotto l'azione del fuoco dovrà mantenere inalterate la sua stabilità e le caratteristiche meccaniche. Dovrà poi essere presente un limitatore di pressione dell'erogazione a 700 bar.
DISPOSITIVI AUTOMATICI DI SICUREZZA Quanto al rifornimento, e questo al di là del fatto che potrà essere effettuato solo da personale adeguatamente formato, considerando le pressioni elevatissime i gioco è interessante conoscere cosa succede in caso di emergenza, sorvolando sui casi più complessi come l'incendio. Il D.M. stabilisce che la tubazione flessibile dell'erogatore non deve superare i 5 m di lunghezza, deve essere adatta al trasporto di idrogeno e deve avere una pressione di rottura pari ad almeno tre volte la pressione di esercizio. Inoltre sull'erogatore devono esserci stampate la pressione massima ammessa, la data di fabbricazione con il nome del produttore o il logo aziendale e l'ultima data di prova. Ma cosa succede se mentre sto facendo rifornimento si sblocca il freno a mano o inavvertitamente l'auto si muove? La tubazione flessibile dell'erogatore deve disporre di un dispositivo che, in una situazione in cui un veicolo si muova con il tubo di mandata ancora connesso, interrompa automaticamente il flusso di idrogeno sia lato unità di erogazione che lato veicolo (intercettazione automatica alla rottura). Se il dispositivo di intercettazione automatica alla rottura interviene, la tubazione potrà essere ricollegata solo da personale appositamente formato.