
Lo scandalo del dieselgate ha fatto meno danni delle previsioni: secondo un'indagine i clienti hanno preferito aspettare pur di non accontentarsi
Si è scritto moltissimo del DieselGate e dei suoi risvolti tecnici, legali e finanziari (sapevi che potrebbero servire 40 miliardi per gestire i richiami del Dieselgate?) mentre si è parlato meno, in proporzione, dei suoi impatti sul mercato ed i clienti, anche professionali, del Marchio. Un'indagine può aiutare a capire cosa stia accadendo, al riguardo, in Italia.
LA TEMPESTA NON MORDE TROPPO – Lo studio è stato condotto da Fleet & Mobility, una società di ricerca e consulenza attiva nel campo dell'automotive. La ricerca ha voluto studiare le conseguenze dello scandalo sulle intenzioni di acquisto dei veicoli Volkswagen, acquisti che riguardano consumatori, commercianti e gestori flotte. Possiamo dire subito come un impatto ci sia stato ma esso si è rivelato molto minore di quanto si potesse pensare, anche nel bollente periodo di fine settembre – inizio ottobre. L'analisi dei dati UNRAE e ACI relativi alle vendite di auto nuove mostra infatti, nel primo semestre del 2015 una crescita di VW pari a poco più della metà del mercato, cosa che “zavorrava” la performance dell'intero Gruppo (il mercato era cresciuto del 15,2%, il Gruppo VW aveva guadagnato il 9,4% mentre Volkswagen era salita dell'8%, una cifra che era quasi la metà del mercato). A settembre si registrava una lieve flessione rispetto al 2014 (ricordiamo che il rischio della megamulta per il defeat device era emerso nell'ultima decade del mese), con VW al – 1,4% e il Gruppo che cresceva del 6,1% a fronte di un mercato con un incremento del 17,2%.
L'IMMAGINE SI SALVA? – La tendenza si accentua in ottobre, inficiando i dati del Gruppo (VW a – 6,8% e Gruppo a – 0,3%), un andamento che probabilmente ha condizionato al ribasso l'intero mercato italiano, che ha dimezzato il guadagno di settembre, salendo soltanto dell'8,6%. L'ipotesi è che i potenziali clienti Volkswagen non abbiano optato per un'altra marca ma, piuttosto, abbiano semplicemente rimandato l'acquisto. I dati di novembre sembrano suffragare l'ipotesi: il mercato è schizzato del 23,4% mentre il marchio Volkswagen, con il suo + 27,1%, ha fatto anche meglio del Gruppo, arrivato al +21,4%. Dicembre è stato simile al primo semestre, come se il fenomeno fosse ormai stato assorbito: la crescita del mercato è tornata a valori simili a quelli di settembre (+ 18,7%) ed il Gruppo, al +13,4%, ha fatto meno bene del totale ma meglio di VW, che ha incrementato del 12,2%. L'indagine registra anche l'opinione di Filippo Pavan Bernacchi, presidente di quella Federauto che riunisce i concessionari italiani: “L'affaire Volkswagen non ha intaccato né la richiesta delle motorizzazioni diesel né la richiesta dei prodotti del gruppo tedesco». L'analisi dei trasferimenti di proprietà delle auto usate (dati ACI) mostra andamenti non troppo diversi: ad un primo semestre nel quale l'usato totale cresce più del Gruppo e di VW, si contrappone un settembre nel quale sia il gruppo sia Volkswagen cedono leggermente (- 1,4% e – 1,1% a fronte di un settore a + 7,4%) mentre più sensibile è la perdita di ottobre (intorno al 7%) per il Gruppo e VW.
LA PAROLA AI PROFESSIONISTI – Questa caduta influenza anche il mercato, il cui + 1,6% è molto minore dell'andamento dell'anno. La situazione è in ripresa già a novembre, mese che ha registrato una sorta di 'effetto rimbalzo' con transazioni su del 14,6% (dicembre si è chiuso al + 10,4%) e VW in recupero – + 5,9% e + 9,1 a dicembre, forse per le offerte favorevoli – più forte rispetto al gruppo, che aumenta del 3,0% e del 4,9% rispettivamente. Passando ai pareri degli operatori (il Centro Studi Fleet & Mobility è in contatto continuo con gli addetti ai lavori in virtù delle ricerche e delle consulenze che sono il suo campo d'azione): quelli dei concessionari, per esempio, testimoniano un graduale rientro delle perplessità da parte del pubblico – grazie anche al sostegno del costruttore – e la conseguente ripresa delle visite nei saloni e degli ordini. I noleggiatori a lungo termine non hanno ritenuto di dover accantonare fondi per compensare la diminuzione del valore delle Volkswagen Euro 5 o di altri veicoli del Gruppo VW ma hanno registrato richieste di alcuni clienti, soprattutto grandi flotte, di deviare verso altri Marchi gli ordini, ritenendo che le vetture del Gruppo VW potessero danneggiare la loro immagine. Questi timori sono stai però molto fugati da un'azione dei commerciali del Gruppo VW, che hanno rassicurato sulla “pulizia” delle nuove auto Euro 6 (qualche dubbio sembra però esserci anche sugli Euro 6 “derivati“). Sembra quindi che i consumatori non vogliano 'punire' il Gruppo VW (chissà cosa succederà con i Governi e gli Enti), anche perché l'azienda ha saputo costruire un'immagine di qualità che continua ad essere apprezzata più del rispetto dell'ambiente, cosa che potrebbe indurre diversi automobilisti a rifiutare la modifica che rimetterà in regola i motori.