
Dopo Opel Zafira, Renault Espace e Mercedes C, gli ambientalisti scannerizzano la Fiat 500 X che nei test di emissioni avrebbe una doppia personalità
La Deutsche Umwelthilfe (DUH) torna a far parlare di sé e delle sue indagini nei confronti dei modelli motorizzati diesel con presunte irregolarità nei valori di emissioni inquinanti. Stavolta nel mirino degli ecologisti è finita la Fiat 500X, che ha mostrato la sua doppia personalità nei test condotti a motore freddo e successivamente con propulsore caldo. Intanto il Gruppo italo-americano si difende e respinge ogni accusa. Come finirà questa vicenda? Ecco quale scenario si prospetta.
INSIEME ALLE ALTRE – Alla fine, insieme a Opel, Renault e Mercedes è finita anche la Fiat, sotto accusa, per colpa della sua 500X, di oltrepassare i valori di emissioni inquinanti, scoperti superiori al consentito (con motore caldo però). Gli ambientalisti tedeschi fanno valere le loro ragioni e hanno dimostrato che nei risultati emersi dal test in laboratorio, il modello italiano supera dalle 11 alle 22 volte i limiti europei per gli NOx. La questione da capire è se si tratterà di un caso che dissolverà la sua importanza nel tempo fino all'archiviazione con un bel timbro “nulla di fatto” oppure se nei confronti di Fca ci sarà un'indagine più dura. Ad ogni modo tutto potrebbe andare come già visto per Opel, Renault e Mercedes; addirittura il Costruttore francese ha dimostrato di essere consapevole dei problemi tecnici in merito e di avere già la soluzione. Stessa situazione per Fca, che più di una settimana fa ha annunciato aggiornamenti sui diesel Euro 6 e l'adozione del catalizzatore selettivo (leggi qui i dettagli dell'iniziativa Fca).
IL TEST – Le prove della Duh sulla Fiat 500 X (foto sopra, il grafico riporta sei test, quattro a motore caldo e due con propulsore freddo) sono state effettuate nei laboratori dell'Università di scienze applicate di Berna. La vettura italiana montava un propulsore di 2.0 litri MultiJet da 140 Cv (Euro 6) e al momento delle verifiche non aveva raggiunto nel suo complessivo 5.000 chilometri (circa 4.400 km). Ciò che è emerso è che la 500 X ha infranto i limiti Ue di 80 mg/km di NOx negli otto test a motore caldo, mentre due sono stati svolti con propulsore freddo e dopo “specifico precondizionamento” (con valori nei parametri). Il direttore della DUH, Jürgen Resch, aveva già dichiarato in passato che quello delle emissioni “non è un problemi dei singoli”. Irregolarità a parte, ciò che emerge è che, come anche nel caso di Opel, Renault e Mercedes, anche Fiat non ha usato dispositivi di manipolazione per nascondere i valori illegali di emissioni inquinanti, anche se non tutti la pensano così.
DEFEAT DEVICE PER TUTTE? – A tal proposito un'altra chiave di lettura che si vuole dare a quest'ultimo dato di fatto sembra fuorviare la realtà. Infatti Axel Friedrich, il cofondatore dell'Icct (International council on clean trasportation) che ha contribuito a portare alla luce il dieselgate VW, ha commentato così la notizia che ha visto la 500 X raggiungere tanti altri modelli irregolari: “le discrepanze estreme che sono state riscontrate su Opel Zafira, Renault Espace, Mercedes-Benz Classe C e ora anche sulla Fiat 500X indicano chiaramente la presenza di defeat device”. Questa denuncia si deve attribuire a tutto il gruppo ambientalista che continua ad accusare i Costruttori di ricorrere a dispositivi in grado di gestire i controlli delle emissioni per farli funzionare al massimo nei test e ridurne l'efficacia nelle condizioni di utilizzo reale. Intanto il gruppo Fca non ha commentato la vicenda (e ha in programma un futuro più eco per le sue vetture; leggi qui la strategia del Gruppo italo-americano), anche perché, come scritto qualche riga sopra, poco più di una settimana fa, a seguito di un'indagine interna, aveva comunicato di non aver trovato violazioni alla normativa Nedc oggi vigente a livello europeo per la regolamentazione dei test.