
Per la Commissione UE lo scandalo emissioni "è una vergogna? e ha votato contro le norme che permetterebbero alle auto di inquinare di più
Gerben-Jan Gerbrandy, europarlamentare della Commissione ambiente non ha usato mezzi termini per definire la tematica in discussione, quella relativa le nuove regole sulle emissioni delle automobili: “è una vergogna!” Così il comitato ambientale del Parlamento europeo ha votato contro le nuove regole di inquinamento delle auto, perché troppo indulgenti alla luce dello scandalo “dieselgate”; se approvate avrebbero consentito ai costruttori di commercializzare nell'Unione Europea vetture inquinanti più di due volte i limiti ufficiali richiesti. Eco quali spiragli si sono aperti dopo il voto.
STRANE INFLUENZE – Le nuove norme furono redatte velocemente in una riunione a porte chiuse nel mese di ottobre e arrivavano subito dopo lo scandalo Volkswagen (che intanto ha scelto il braccio destro di Thomas Mueller. Si chiama Thomas Sedran, leggi qui tutte le informazioni sulla sua carriera) che ha permesso di svelare le attuali lacune nei test esistenti, oltre che le truccate caratteristiche delle automobili. È comunque innegabile che quel testo risentiva di una forte e pressante influenza che giungeva da alcuni Stati, pronti a tutto pur di difendere le rispettive industrie automobilistiche. Come denunciato dagli stessi parlamentari della Commissione Ambiente, il nuovo test RDE concederebbe ai costruttori una soglia di tolleranza del 110% per le emissioni di NOx; in altre parole alle nuove vetture sarebbe concesso di emettere fino a 168 mg/km di ossidi di azoto. Ai parlamentari della Commissione Ambiente è apparso veramente eccessivo, pertanto hanno bocciato il testo.
QUANDO E' TROPPO, E' TROPPO – Interessante la dichiarazione rilasciata dal deputato dei Liberali olandesi Gerbrandy, alla fine della votazione: “sulla scia dello scandalo Volkswagen, è chiaro che dobbiamo rivedere con urgenza le prove di emissione su strada, ma le esenzioni proposte concordate dai governi dell'UE sono una vergogna. I livelli nocivi dell'inquinamento atmosferico continuerebbero, nonostante la disponibilità e l'accessibilità delle tecnologie di controllo”. A tal proposito l'esecutivo aveva giustificato “questa situazione” facendo peso sulle incertezze tecniche legate all'uso del nuovo dispositivo portatile Emission Measurement Systems (PEMS). Tuttavia, secondo una corrente trasversale che va dai Verdi ai Conservatori, il limite sarebbe troppo benevolo e i deputati hanno altresì sottolineato che la stessa Commissione abbia concluso, grazie a un'analisi effettuata dal Centro comune di ricerca (CCR), che il margine di errore di misura con questo dispositivo è in media del 18,75%.
VIA CON LE INDAGINI – Il clima rimane comunque teso, basta pensare che a distanza di pochi giorni dal voto “bellico” di cui abbiamo scritto nei paragrafi precedenti, è giunta poche ore fa questa notizia: il via libera definitivo alla commissione d'inchiesta per indagare sullo scandalo dieselgate è arrivato dal Parlamento europeo dopo che l'intesa è stata raggiunta ieri dalla riunione dei capigruppo. È stata così creata una commissione composta da 45 membri per indagare sulle violazioni delle norme comunitarie in materia di misurazioni delle emissioni di auto e sulla mancata adozione da parte della Commissione e delle autorità degli stati membri di misure per far rispettare le norme europee (mentre Volkswagen ha aperto le indagini interne: leggi qui quale strategia adotterà). Appuntamento alle prossime tappe: la commissione d'inchiesta presenterà una relazione intermedia entro 6 mesi e quella finale entro un termine di 12 mesi dall'inizio dei suoi lavori.