
L'Europa prova a porre fine alle omologazioni falsate sulle emissioni: multe da 30 mila euro per ogni auto e sanzioni anche ai laboratori accomodanti
Il Dieselgate, oltre ad aver scoperto un software “malizioso” che truccava le prove di omologazione e aver provocato ondate di panico in Borsa e nelle industrie coinvolte, ha anche scoperchiato la pentola di tutta una serie di ipocrisie, industriali e istituzionali, che l'Esperto di SicurAUTO.it ha esaminato diverse volte, ad esempio parlando del passaggio da Euro 5 a Euro 6 e dei relativi cambiamenti nelle emissioni. L'Unione Europea prova a dotarsi di strumenti sovranazionali per impedire il ripetersi di scandali del genere ma la strada si preannuncia in salita.
CONTROLLI E SANZIONI MADE IN EU – Il nocciolo della questione sembra essere proprio questo: dotare l'Unione Europea di uno strumento comunitario con ampi poteri di controllo, anche superiori a quelli previsti dagli ordinamenti dei singoli Stati. Le proposte parlano di un Ente che possa ordinare controlli a campione sui veicoli, ordinare richiami e imporre sanzioni fino a 30.000 euro per ogni veicolo nel caso non siano state rispettate le normative ambientali; tutto questo qualora non siano state già imposte direttamente da uno Stato membro. I nuovi regolamenti autorizzerebbero i singoli Stati membri dell'UE a richiamare le auto approvati da una qualsiasi delle altre nazioni per le violazioni, favorendo la pariteticità delle autorità nazionali.
VOGLIAMO L'EPA ANCHE DA NOI! – Regolamenti di questo tipo sarebbero una risposta forte dell'Unione Europea dopo che Volkswagen, nel settembre dell'anno scorso, ha ammesso di aver usato il defeat device (questa ammissione ha causato, dopo pochi giorni, le dimissioni di Winterkorn dalla sua carica di AD del Gruppo VW) per ingannare i test di omologazione americani per i veicoli a gasolio. L'esplosione del Dieselgate, oltre a scatenare l'ira dei consumatori americani (leggi della class action contro VW), ha anche acceso una luce sulla permissiva regolamentazione dei veicoli nella UE. Jyrki Katainen, che ha la carica di vice-presidente della Commissione europea per gli impegnativi settori di occupazione, crescita, investimenti e competitività, ha dichiarato per l'occasione che occorre “riconquistare la fiducia dei consumatori in questo importante settore e per farlo abbiamo bisogno di rafforzare le norme e garantire che siano effettivamente rispettate”. Un esempio per tutti: in base alle normative vigenti sulle omologazioni dei veicoli la motorizzazione tedesca KBA ha provveduto ad omologare le automobili Volkswagen e ha anche il potere di revocare le sue stesse omologazioni anche se queste auto sono vendute in tutto il Mercato Unico europeo. Queste nuove norme puntano alla creazione di un regolatore indipendente per tutta l'Unione Europea, sulla falsariga dell'autorevole Environmental Protection Agency americana (ricordiamo che l'EPA si è mostrata “fredda” per il rimedio Volkswagen che ha invece convinto KBA).
PREVEDIBILI RESISTENZE – In effetti nessuna autorità nazionale degli Stati dell'Unione europea ha imposto una sanzione contro Volkswagen, anche se esse hanno stabilito che nell'area europea circolano circa 8,5 milioni di veicoli dotati del software illegale. Bruxelles sta anche cercando di porre rimedio all'inattendibilità dei test che misurano i temuti ossidi di Azoto NOx, condotti in laboratorio in condizioni molto diverse da quelle reali. La riforma cerca anche di interrompere, con fondi dedicati al pagamento diretto dei laboratori, le relazioni “amichevoli” tra le case automobilistiche ed i laboratori da esse stesse incaricati per i test dei nuovi veicoli; la EU vorrebbe inoltre poter multare o sospendere le strutture di test ritenute troppo permissive (leggi quanto sono lontani dalla realtà i consumi ufficiali delle auto). È però purtroppo facile prevedere forti resistenze da almeno un paio di Stati: la Gran Bretagna, che si oppone “automaticamente” ad ogni provvedimento che toglie poteri alle autorità nazionali, e la Germania perché sede della più potente industria automobilistica del continente. Speriamo che Bas Eickhout, parlamentare ambientalista, non sia troppo profetico nel dire: ” la proposta sarà attaccata pesantemente dagli Stati membri perché trasferisce un po' di sovranità a Bruxelles”.