Per smaltire almeno parte degli esami patente arretrati, un emendamento del Milleproroghe consente di richiamare gli esaminatori in pensione per ampliare gli organici
Avevamo parlato recentemente del problema degli esami patente che, a causa dei molti rinvii per l’emergenza Covid-19, si sono accumulati e non si riescono più a smaltire (se non lentissimamente), ed ecco che con l’approvazione definitiva della legge di conversione del decreto Milleproroghe è passata una misura che dovrebbe aiutare a ridurre i tempi di attesa per sostenere le prove. Il provvedimento consiste nel richiamare gli esaminatori in pensione, per un periodo limitato, così da incrementare il numero di esami svolti e recuperare un po’ di arretrati.
L’EMENDAMENTO AL MILLEPROROGHE CHE AUTORIZZA A RICHIAMARE GLI ESAMINATORI IN PENSIONE
La misura è passata sotto forma di emendamento al decreto Milleproroghe (decreto-legge n. 183 del 31 dicembre 2020) a firma dell’On.le Elena Maccanti della Lega e con il sostegno della associazioni di categoria Confarca e Unasca. In particolare è stato introdotto il comma 6-bis dell’art. 13 che recita testualmente:
“Al fine di ridurre l’arretrato in materia di svolgimento delle prove di verifica delle capacità e dei comportamenti per il conseguimento delle abilitazioni di guida, determinato dalla carenza di personale in servizio presso gli uffici della Motorizzazione civile adibito alla funzione di esaminatore e aggravato dall’attuazione delle misure di contenimento dell’emergenza da Covid-19, fino al 31 dicembre 2021 le predette prove possono essere svolte anche da personale degli uffici della Motorizzazione civile collocato in quiescenza (pensione, ndr), abilitato ai sensi dell’articolo 121 commi 3 e 5-bis del Codice della Strada. Al personale ausiliario è riconosciuto un compenso, a carico esclusivo dei richiedenti il servizio. Con decreto del MIT sono adottate le disposizioni attuative della presente misura e le modalità di accreditamento del personale ausiliario adibito alla funzione di esaminatore”.
ESAMI PATENTE: IL RICHIAMO DEI VECCHI ESAMINATORI IN ATTESA DI FORMARE NUOVO PERSONALE
Dunque, non appena il MIT avrà emanato l’apposito decreto attuativo con le modalità di accreditamento del nuovo personale (speriamo che non passi troppo tempo), fino alla fine del 2021 sarà possibile richiamare gli esaminatori abilitati attualmente in pensione e sostenere, quindi, un maggior numero di esami per la patente, smaltendo almeno una parte di arretrati. Ovviamente sarà facoltà di ogni esaminatore in pensione accettare o rifiutare il rientro in servizio (è previsto comunque un compenso), ma ci si augura di ricevere un’adesione quanto meno sufficiente. Sempre nell’attesa di formare nuovo personale abilitato: ricordiamo infatti che l’emergenza Covid ha solo acuito un problema già esistente prima della pandemia, ossia l’assenza di ricambio negli organici della Motorizzazione civile causata dalla mancata sostituzione integrale del personale che negli ultimi anni ha avuto accesso alla pensione.
LA PRIORITÀ È RIDURRE I TEMPI DI ATTESA DEGLI ESAMI PATENTE
La prima firmataria dell’emendamento, la deputata Elena Maccanti, ha commentato l’approvazione del testo affermando che il risultato è stato ottenuto grazie all’impegno e alla determinazione delle associazioni di categoria e a un bel gioco di squadra in Commissione Trasporti della Camera: “Ora dobbiamo rimetterci subito al lavoro per potenziare gli organici delle Motorizzazioni, prorogare l’entrata in vigore del Documento unico, risolvere il problema dei fogli grigi e mettere in campo riforme strutturali”. Da Unasca fanno invece sapere che “richiamare esaminatori in pensione per far sostenere gli esami di guida in conto privato, quindi a costo zero per lo Stato, può dare un po’ respiro al settore in attesa di assumere nuovo personale abilitato”.