FCA a zero emissioni: dietrofront di Marchionne, ecco i piani al 2022

FCA a zero emissioni: dietrofront di Marchionne, ecco i piani al 2022 Alla presentazione dei risultati trimestrali del Gruppo

Alla presentazione dei risultati trimestrali del Gruppo, l'a.d. di FCA ha parlato del futuro elettrico del gruppo dal 2019 e dell'Europa

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28 Luglio 2017 - 09:07

Il grande passo di FCA è arrivato. È stato lo stesso Sergio Marchionne, a segnare il percorso che il Gruppo italo-americano seguirà da qui ai prossimi cinque anni, e che prevede un futuro elettrico. Una svolta preventivata da una richiesta continua, da parte degli acquirenti, di una mobilità più sostenibile tanto da far ricredere l'a.d. che solo un paio d'anni (approfondisci qui la vicenda della Fiat 500e) fa dichiarava “Spero che non compriate la 500 elettrica, perché ogni volta che ne vendo una perdo 14.000 dollari. Sono abbastanza onesto da ammetterlo”, più chiaro di così. Marchionne non solo si è pronunciato sul futuro di FCA, intervenuto a margine della presentazione dei risultati trimestrali del gruppo, ma anche sul proprio, confermando che lascerà il timone nel 2019 e che sarà sostituito da una figura interna.

TRIPLICATO IL FATTURATO RISPETTO ALLO SCORSO ANNO Stando ai risultati, il gruppo FCA avrebbe triplicato i propri guadagni. I dati, riferiti allo stesso periodo dello scorso anno, portano a chiudere il secondo trimestre del 2017 con un utile di 1,15 miliardi di Euro. Un risultato figlio del successo che stanno avendo le due novità del gruppo, ovvero i SUV Levante e Stelvio in tutti e tre i Mercati di riferimento (Europa, Cina e Nord America). Non solo i SUV premium, buoni i risultati anche della Tipo (leggi qui la prova su strada della wagon) e della Giulia (sai come sono fatte le sospensioni Alfa link? Scoprilo nel video SicurTECH della prova su strada), soprattutto in Europa, mentre in Cina si evidenziano ottimi risultati anche per Jeep.

MASERATI ELETTRICHE DAL 2019 “Dal 2019 la Maserati offrirà modelli elettrici e contribuirà all'elettrificazione del gruppo”, inutile sottolineare l'importanza dell'ingresso del Marchio premium nel competitivo universo delle zero emissioni, facendo quel passo a lungo atteso. Un cambiamento necessario in un settore che negli ultimi anni sta conoscendo un rapido sviluppo nella mobilità a zero emissioni, incentivato più che altro dai tanti investimenti. Un passo che andava fatto ma con i giusti tempi, e FCA è stata “lenta” a causa dei costi elevati e carenza di domanda (ecco spiegata la battuta di qualche anno fa), tanto da offrire un solo modello full electric (la già citata FIAT 500). Per rendere competitiva la propria offerta, dovrebbero essere coinvolte figure note uscite dal programma Formula 1 della Ferrari – si parla soprattutto di Lorenzo Sassi, ex capo progettista delle Power Unit della Scuderia di Maranello – che, ad ora, è l'unico reparto di sviluppo della tecnologia ibrida nel gruppo FCA. Secondo Marchionne, non è tanto lo sviluppo dei powertrain elettrici il vero problema, ma i costi di produzione variabili (come ad esempio batterie, motori etc.), confermando che FCA non prevede la produzione in proprio delle batterie.

IL PESO DEL DIESELGATE E DELLE NAZIONI NEL CAMBIO DI ROTTA Sempre durante la presentazione dei risultati trimestrali del gruppo, Marchionne si è pronunciato sulle possibili cause di questo cambio in casa FCA: il dieselgate e i provvedimenti presi da diversi Paesi nei riguardi dei motori a combustione. Il diesel, soprattutto in Europa, è uscito con le ossa rotte dallo scandalo di qualche anno fa, tanto da auspicare un intervento della Commissione Europea per aumentare la fiducia dell'opinione pubblica in materia. Su questo gravano le decisioni di Norvegia, Gran Bretagna e Francia, che hanno annunciato i loro piani per cancellare definitivamente i motori termici dalle loro strade (si parla comunque di 2025 per la Norvegia e 2040 per G.B. e Francia). Marchionne inoltre, è intervenuto sul presunto cartello tra costruttori tedeschi, svelato dal Der Spiegel (leggi qui dell'accusa ai Costruttori tedeschi), commentandolo con una battuta: “Non mi è stato chiesto di unirmi a quei tedeschi che vogliono rendere il mondo migliore”.

DAL 2019 IL SUO SUCCESSORE L'a.d. di FCA ha confermato la sua uscita di scena: “La scadenza non cambia, non sarò qui a presentare i conti 2019. Se spuntasse una questione importante sarebbe inevitabile rimanere, ma sono fiducioso che troveremo il successore”. La nuova scelta sarà una figura interna al gruppo, dato che, secondo Marchionne: “Abbiamo formato persone adeguate, volenterose e capaci. Un team molto stabile, ma non mi piace speculare sui nomi”. Il prossimo piano industriale verrà presentato entro metà 2018 e voci non ancora smentite dall'a.d. di FCA dicono che possa coinvolgere Maserati ed Alfa Romeo, con una paventata disaggregazione dei Marchi, rifugiandosi dietro ad un: “Non voglio commentare su possibili disaggregazioni”, dando l'appuntamento al “Piano industriale per il 2022 che sarà reso noto nell'Investor day entro la prima metà del 2018”.

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