
Dopo Magneti Marelli ai coreani, un altro pezzo di FCA potrebbe andare ai cinesi: la Comau, che fa fatturati da 2 miliardi l'anno
L'industria automobilistica è ad alta intensità di capitale: le fonderie, le presse di stampaggio e le linee di montaggio sono molto costose, per non parlare dei robot che saldano, verniciano e fanno tante altre cose. FCA ha “in pancia” sia il ramo siderurgico, con Teksid, sia quello robotico, con l'apprezzata Comau oltre al grandissimo fornitore Magneti Marelli. Sembrerebbe una situazione comoda per FCA, vero? Eppure, dopo le voci che danno in vendita Magneti Marelli a Samsung, ci sono novità anche per Comau, finita nel mirino di grandi gruppi cinesi e che potrebbe quindi uscire da FCA, mentre anche Teksid sta suscitando interesse.
APPETITI DA EST L'automotive è un settore industriale molto complesso, fatto di pochi grandi gruppi e centinaia di fornitori esterni, alcuni dei quali molto importanti. Quelli che fanno parte del gruppo FCA sono sicuramente di peso ma sembra che non siano considerati asset fondamentali: alle indiscrezioni sulla vendita di Magneti Marelli (leggi dell'accordo da 3 miliardi con Samsungche potrebbe essere vicino) si sono ora aggiunte quelle, riportate da Autonews, che vedono importanti gruppi cinesi fare offerte per acquistare da FCA la sua divisione robotica Comau (leggi dello stabilimento Fiat di Termoli che produce motori per le Alfa Romeo). Fra i nomi interessati ci sono Shanghai Electric, il gruppo SINOMACH e lo Shanghai Institute of Mechanical and Electrical Engineering – SIMEE. Esponenti di queste aziende sperano di convincere l'AD di FCA Sergio Marchionne a vendere la nota azienda torinese ma sembra che FCA sia così focalizzata sulle trattative con Samsung per vendere Magneti Marelli (o fare per essa accordi di partenariato) da non avere alcun fretta di considerare le opzioni per Comau, azienda redditizia con un fatturato di poco meno di 2 miliardi di euro.
BOCCHE CUCITE E ACCORDI DA DEFINIRE FCA si è rifiutata di commentare, mentre Shanghai Electric, SINOMACH e SIMEE non hanno rilasciato dichiarazioni sul momento a causa di una festa nazionale in Cina. I colloqui fra Samsung e FCA sono in corso dall'inizio dell'estate ma un eventuale accordo rimane ancora lontano, stando a quanto riferito da alcune fonti. In realtà, esse non solo devono ancora trovare banche e consulenze che possano aiutare a definire i termini di un accordo, ma sarebbero in disaccordo perché Samsung mostrerebbe interesse soltanto ad alcuni rami di Magneti Marelli. Tornando a Comau, evidenziamo come essa sia un importante comparto di FCA, impiegando 12.600 persone in 17 paesi, che ha destato interesse anche da parte di fondi di private equity. In realtà la vendita di Comau, guidata da Mauro Fenzi, non è così facile perché essa fornisce prodotti per l'automazione della produzione ai diversi marchi FCA, fra i quali Chrysler, e le sue attività sono così strettamente intrecciate con il Gruppo da renderne difficile l'estrazione. Si tratta di tecnologie di punta, tant'è che anche Aviation Industry of China sarebbe interessata a COMAU per acquisire le sue tecnologie.
VIVERE CON I FORNITORI Le fonti hanno anche citato alcuni fondi di private equity, come l'americano Marlin Equity Partners, fra quelli che hanno messo gli occhi su Teksid (che fa parte della squadra globale di Fiat Chrysler al servizio dei consumatori), la più piccola delle aziende di componenti di FCA, che nel 2015 ha fatturato 631 milioni di euro con un utile operativo di 2 milioni; FCA non sarebbe però interessata e non ha aperto alcuna trattativa. Questi “movimenti” mettono in evidenza una questione sicuramente non facile: i rapporti con i fornitori. I tempi nei quali i Costruttori facevano molte componenti in casa sono finiti ormai da molto tempo e gli OEM hanno relazioni intense e continue con i supplier: è meglio averli dentro casa o rivolgersi al mercato? Non è facile dirlo: a fianco di colossi praticamente indipendenti, come Continental (leggi degli pneumatici sempre più tecnologici proposti da Continental) e Bosch (top player mondiali) esistono decine di Marchi partecipati o posseduti dai Costruttori. In ogni caso i soldi di eventuali dismissioni farebbero molto comodo a FCA, sia per ridurne il debito, in modo da presentarsi bene ad eventuali “pretendenti”, sia per finanziare meglio lo sviluppo della gamma, un po' in ritardo rispetto ai programmi. Rimane in ogni caso il rammarico per un'altra eccellenza italiana che eventualmente prenderebbe il volo verso l'Impero del Dragone come Pirelli diventata cinese. Del resto FCA non è più una società di diritto italiano da tempo…