Per quotarsi su un mercato regolamentato, bisogna gestire l'offerta pubblica. E' il caso di FCA che dovrebbe farsi aiutare dal partner della "Rossa"
Nonostante l'introduzione del suo nuovo piano di investimento da 48 miliardi di euro e la presentazione della nuova Giulia pronta a sbarcare nel segmento delle berline di lusso e sfidare la concorrenza tedesca, Fiat Chrysler Automobiles non è al meglio della sua forma. Ma le speranze non sono ancora perse, non tutte. In effetti la quotazione alla NYSE (New York Stock Exchange, ovvero la Borsa di New York) sarebbe una salvezza per il gruppo guidato Sergio Marchionne.
TUTTI PER UNO – Il marchio del Cavallino Rampante chiede aiuto al suo partner UBS. Per cosa? Gestire la sua offerta pubblica iniziale presso la Borsa di New York prima del 2016. A correre in aiuto degli italiani ci dovrebbero essere anche grandi nomi della finanza come JPMorgan Chase & Co. e Goldman Sachs Group. Il loro ruolo sarà importante e delicato: vendere il 10% delle azioni di Ferrari agli investitori. Al momento in cui scriviamo, questi ultimi, così come Ferrari e Fiat, hanno preferito non commentare la notizia, dando nessuna conferma, ma neanche una smentita.
MILIARDI IN BALLO – Il gruppo FCA e il suo indebitamento fanno un tutt'uno, lo abbiamo visto anche nei tentavi di fusioni di Marchionne prima con GM e in seguito con i francesi di PSA. Per questo motivo Ferrari ha intenzione di aiutare l'azienda di Sergio Marchionne considerando anche l'enorme piano di investimenti di 48 miliardi di euro previsto. Questo programma prevede l'ampliamento globale dei seguenti marchi: Maserati, Alfa Romeo e Jeep. L'AD del gruppo italiano valuta la Ferrari a oltre 10 miliardi di euro, vale a dire il 60% del valore di mercato dell'azienda a cui fa capo. Un dato di gran lunga superiore rispetto ai numeri che avevano anticipato alcuni analisti in un'intervista alla testata americana Bloomberg, ovvero 8.7 miliardi di euro. FCA intende distribuire il rimanente 80% del capitale di Ferrari agli investitori, visto e considerando che il marchio della Rossa diventerà una realtà indipendente a tutti gli effetti già da inizio anno prossimo. L'ultimo 10% è invece posseduto da Piero Ferrari, figlio del fondatore Enzo Ferrari.
FERRARI: ITALIANA O STRANIERA? – Pronta a sbarcare nella Borsa di New York, Ferrari si articolerà come una holding olandese che avrà la sede fiscale nel Regno Unito secondo quanto dichiarato da Marchionne, una struttura simile a quella adottata anche da Fiat Chrysler Automobiles. L'amministratore del gruppo ha voluto rassicurare i tifosi che iniziavano a temere per l'integrità del marchio prestigioso: progettazione e produzione delle Ferrari rimarranno nella sede storica di Maranello. Per via di alcune questioni fiscali, la quotazione della Ferrari è stata rinviata fino al 13 ottobre 2015, nonostante inizialmente si era parlato della fine di giugno 2015.