FCA-Samsung: gli smartphone incendiari congelano l'affaire Magneti Marelli
Le trattative fra FCA e Samsung per Magneti Marelli sono ferme perché i Galaxy Note 7 che prendono fuoco hanno assorbito tutte le energie dei coreani
Importanti pezzi del Made in Italy hanno già preso il volo, dalle griffe della moda all'agroalimentare (un nome su tutti, dedicato ai golosi: Perugina andata a Nestlé) fino a nomi importanti dell'industria, compresa quella automobilistica. Dopo Pirelli acquistata dai cinesi e FCA, a tutti gli effetti una società di diritto olandese, si era parlato della vendita di Comau (leggi dei cinesi all'arrembaggio dei robot Comau) e di Magneti Marelli. Quest'ultima, un player globale nel settore dei componenti, era finita nel mirino di Samsung, il colosso dell'Hi-tech. Recenti notizie danno però la trattativa attualmente in stallo per motivi per nulla automobilistici: il Gruppo coreano sarebbe infatti troppo impegnato a gestire la grave crisi dei suoi Galaxy Note 7 per potersi occupare dell'affaire Magneti Marelli pur se miliardario.
INIMMAGINABILI INTRECCI Le cause del blocco, al di là dei miliardi che “ballano”, dimostrano la trasversalità dei veicoli di oggi: se 15 anni fa qualcuno avesse predetto che Apple si sarebbe interessata di automobili (Google non era neppur nata) l'incolpevole profeta si sarebbe beccato più di uno sberleffo. Oggi appare invece normale che un grande gruppo dell'Hi-tech sia così intrecciato con l'automotive da intavolare trattative per comprare un componentista come Magneti Marelli e fermarle poi per colpa degli smartphone.
DALLI ALL'INCENDIARIO A chi bazzica le notizie, non soltanto tecnologiche, non sarà sfuggito il misterioso caso dei Galaxy Note 7 che si incendiavano senza cause apparenti. Il prodotto è oggi considerato praticamente “estinto” — il colpo di grazia l'ha dato l'incendio a bordo di un aereo e la conseguente messa al bando da parte delle compagnie aeree, una vera mazzata per un prodotto molto orientato al business – ma fa danni anche da morto, perché Samsung ne sta richiamando 2,5 milioni di esemplari per un costo miliardario. A questo punto si capiscono meglio le difficoltà di Samsung, che ha tagliato i suoi profitti operativi per il terzo trimestre di 2,3 miliardi di dollari. FCA e Samsung, inoltre, non hanno ancora trovato un'intesa sulla valutazione di Magneti Marelli (leggi che ad agosto l'accordo con FCA sembrava vicino) e la struttura della vendita: così hanno riferito fonti che hanno chiesto di rimanere anonime. Si sa anche, come riportato da Autonews, che le discussioni non sono state archiviate completamente ma è ora improbabile che un accordo possa essere firmato entro la fine dell'anno, come previsto, perché la priorità di Samsung è ora la gestione della questione Galaxy Note 7.
SEGRETEZZA AD OGNI COSTO Com'era facile aspettarsi, Fiat non ha voluto chiarire lo stato delle trattative mentre Samsung ha dichiarato che non commenta voci o speculazioni, un copione che in genere testimonia la verità delle indiscrezioni. Se Sergio Marchionne sembra aver momentaneamente messo da parte la sua idea di fusione con un'altra Casa, ha parallelamente aumentato il suo interesse verso i fornitori di tecnologia: un importante accordo era stato per esempio fatto con Alphabet-Google per la guida autonoma (guarda le prime Chrysler Pacifica modificate per questo). Samsung, i cui interessi nell'automotive non sono certo una novità sia nella costruzione (leggi la prova della Talisman, derivata dalla Renault Samsung SM6) sia nell'elettronica (leggi degli accordi con Seat per l'infotainment), avrebbe visto nell'acquisizione di Magneti Marelli un'occasione per diminuire la sua “dipendenza” dall'elettronica di consumo. Le fonti citano un interesse non totale da parte di Samsung, che sarebbe attratta dalle divisioni illuminazione, entertainment e telematica di Magneti Marelli. John Elkann ha recentemente confermato che FCA è “in trattative per rafforzare la Magneti Marelli in futuro i componenti sono importanti per l'evoluzione delle vetture e, inoltre, c'è un crescente bisogno di elettronica nelle auto”. Samsung sembra brancolare nel buio perché pare che non riesca a far incendiare intenzionalmente i Note 7 e senza trovare la causa come fare escogitare una soluzione? Si parla di un case troppo sottile per il volume delle batterie: la forza che ne risulta farebbe toccare l'anodo con il catodo, per un cortocircuito fatale. Il New York Times riporta anche che la segretezza ferrea ordinata da Samsung (le comunicazioni scritte fra chi sta simulando il problema e gli ingegneri che hanno sviluppato il Note 7 sono vietate per il timore di cause e scandali) sta ulteriormente ritardando la soluzione. In ogni caso, il disastro, oltre che finanziario 3 d'immagine, è anche ambientale: tutti i dispositivi ritirati saranno infatti distrutti.