
Marchionne al Salone di Ginevra 2017 ha detto che Volkswagen è incalzata da PSA-Opel e potrebbe bussare a FCA ma Müller non sembra interessato
Questo Salone di Ginevra 2017 si sta rivelando ricco di novità ma non ci riferiamo soltanto ai prodotti, la cui importanza rimane comunque primaria. Può quindi accadere che fra un'imponente Volkswagen Arteon a 5 porte e una guizzante Alfa Romeo Stelvio si parli anche di una Opel che cambia i propri piani pensando a PSA.
In effetti la mossa del Gruppo francese, per quanto non inattesa, ha gettato parecchi sassi nel lago dell'automotive. La nascita del secondo gruppo europeo ha infatti animato una situazione che sembrava cristallizzata e introdotto variabili nuove, con Renault superata dai conterranei di PSA e Volkswagen che si trova un rivale temibile. Questi scenari hanno indotto Sergio Marchionne a parlare della possibilità che i tedeschi avrebbero bussato alla porta di FCA ma l'idea non sembra di facile/immediata concretizzazione.
MOSSA LOGICA, O NO? Sergio Marchionne è stato particolarmente loquace durante questo Salone di Ginevra 2017: dopo aver fatto balenare la possibilità che l'Alfa Romeo Stelvio potrebbe essere prodotta a Pomigliano, l'AD di FCA si è sbilanciato sulle possibili, prossime mosse di Volkswagen. Dopo la mossa del Gruppo PSA, che ha creato la seconda più grande Casa automobilistica d'Europa con l'acquisto di Opel da General Motors, il passo successivo nel cammino di un consolidamento incombente potrebbe essere un'offerta del Gruppo Volkswagen per Fiat Chrysler Automobiles.
DIETRO LE PAROLE Marchionne ha detto, in una dichiarazione raccolta da Reuters, che “Non ho alcun dubbio sul fatto che al momento cruciale VW potrebbe presentarsi e fare una chiacchierata per una fusione. La combinazione PSA-Opel minaccia molto Volkswagen, avendo creato un Numero 2 che la tallona”. Questo movimento non può lasciare indifferenti: Carlos Ghosn, CEO di una Renault che ha recentemente acquisito Mitsubishi Motors (leggi di Ghosn che lascia Nissan per dedicarsi a Mitsubishi) ha infatti dichiarato a Bloomberg che “l'industria si sta muovendo verso un consolidamento. Vedremo sempre più player cercano di guadagnare in termini di scala. È molto logico a causa dei grandi investimenti che tutto il settore dovrà affrontare”.
Ghosn si irferisce evidentemente al confronto che i produttori avranno con i mutamenti del settore: la guida autonoma, i veicoli elettrici ed i servizi di mobilità. PSA non sembra volersi fermare e sta pensando ad altre offerte, ad esempio ad una partecipazione nella malese Proton che sarà pure in perdita me è pur sempre la proprietaria della celeberrima Lotus.
ECONOMIE DI SCALA Il CEO di PSA, Carlos Tavares, ha detto che “se PSA riesce a portare Opel al proprio livello di efficienza, saremo in una posizione molto buona per cogliere le potenziali opportunità che potrebbero presentarsi”. Anche se Marchionne non ha escluso una fusione con GM, anche se meno interessante ora che Opel è uscita dal Gruppo, è la stessa General Motors a troncare ogni spiraglio: “Non eravamo interessati prima e lo siamo ancora meno ora”, ha tagliato corto il presidente Dan Ammann a Ginevra. Doccia fredda, secondo Reuters, anche da Mathias Müller: “Non siamo pronti per qualsiasi tipo di discussione, abbiamo altri problemi. Del resto sono mesi che non vedo Sergio Marchionne. A mio parere, inoltre, le dimensioni di un gruppo non sono di per loro l'unico obiettivo da perseguire: vogliamo essere un produttore di successo sotto ogni punto di vista”.
Angelo Meda, a capo degli investimenti di Banor SIM, ritiene che “il dieselgate ha probabilmente fermato Volkswagen per un po' e quindi i primi candidati per un accordo con FCA potrebbero essere costruttori orientali, coreani o cinesi, con tutte le difficoltà che potrebbero portare”. L'unione VW-FCA avrebbe molti lati positivi: uno share di circa il 30% in Europa, una solida posizione in Nord America per Volkswagen e un'espansione di FCA in Asia (leggi della fabbrica VW da 2,5 miliardi in Cina) ma porterebbe un'ingente perdita di posti di lavoro, cosa che porterebbe sindacati e politici dell'Italia e della Germania ad una forte opposizione. Qualche analista si spinge anche a dire che non è ora il momento di comprare FCA: le sue quotazioni potrebbero infatti declinare perché il mercato nordamericano, nel quale fa la maggior parte dei profitti, potrebbe aver raggiunto il suo massimo e un'eventuale discesa potrebbe coinvolgere il Gruppo. Cosa succederà?