Ford fa il botto: mega investimento da 1 miliardo di dollari nelle auto robot

Ford fa il botto: mega investimento da 1 miliardo di dollari nelle auto robot Ford crede moltissimo nelle auto robot e mette sul tavolo un miliardo di dollari per Argo AI. Obiettivo: guida autonoma a livello 4 entro il 2021

Ford crede moltissimo nelle auto robot e mette sul tavolo un miliardo di dollari per Argo AI. Obiettivo: guida autonoma a livello 4 entro il 2021

13 Febbraio 2017 - 04:02

Segnali non propriamente positivi per l'automotive: i millenials mostrano segni di disaffezione verso il possesso delle automobili e la guida autonoma potrebbe diminuire le vendite, dato che un solo veicolo potrebbe fare il lavoro di 2 e anche più auto (leggi come la guida autonoma mette a rischio molti posti di lavoro). Le Case vedono le difficoltà ma anche le opportunità delle auto driverless e praticamente tutte si attrezzano, anche facendo accordi con chi sviluppa l'intelligenza di bordo. Ford sceglie di accentrare al suo interno lo sviluppo dei sistemi per la guida autonoma e punta 1 miliardo di dollari su una giovane startup, figlia di Uber e Waymo.

INIZIARE DAL TOP Produrre auto a guida autonoma e anche le (apparentemente) più semplici auto connesse implica competenze molto specifiche, che le Case non sempre padroneggiano completamente. È anche per questo motivo che molti Marchi si alleano con Aziende specializzate ma la scelta di Ford è più radicale: acquisirà infatti il controllo di Argo AI, una promettente startup del settore. Uno dei più grandi investimenti finora fatti da una delle Big Three di Detroit per le auto robot, circa 1 miliardo di dollari in 5 anni, è infatti destinato all'acquisto della maggioranza dell'azienda fondata da due top-ingegneri che, in Google e Uber, lavoravano alla guida autonoma (leggi dell'investimento da 1 miliardo fatto da GM per Cruise).

START UP MA CON ESPERIENZA Bryan Salesky, l'amministratore delegato di Argo AI, è stato a capo della divisione hardware di Waymo negli ultimi tre anni. Peter Rander, COO (Chief Operating Officier) di Argo, aveva lasciato Uber a settembre ed è ritenuto uno dei migliori ingegneri della sua divisione per la guida autonoma. I due giovani ingegneri erano stati alumni del Carnegie Mellon National Robotics Engineering Center di Pittsburg, in Pensylvania. L'investimento di Ford è diluito in 5 anni ma da subito la Casa dell'Ovale Blu sarà azionista di maggioranza; Ford ha anche comunicato che la sede di Argo rimarrà a Pittsburgh e che la Società conserverà una notevole indipendenza operativa. Nel CDA siederanno i 2 esponenti di Argo Salesky e Rander, e 2 di Ford, che prevede di nominare Raj Nair, capo della ricerca e sviluppo, e il vice presidente John Casea; il quinto consigliere sarà un indipendente. Interessante è la prospettiva tratteggiata per i sistemi di Argo AI: Ford la possiederà e ovviamente userà questa piattaforma per le sue auto “intelligenti” ma Argo potrebbe eventualmente vendere licenze del suo software e le suite di sensori ad altre aziende (leggi delle Assicurazioni che vedono di buon occhio le auto robot).

ATTIRARE TALENTI Il CEO di Ford, Mark Fields, ha infatti detto, in un'intervista rilasciata a Recode, che: “la nostra opinione è che, in futuro, ci saranno diversi player che avranno questi sistemi, non ci sarà un solo vincitore/fornitore. Noi saremo siamo in grado di offrire questi sistemi ad altre aziende nel caso questo non comprometta i nostri vantaggi competitivi. Pensiamo che questa sia una grande opportunità per ingrandire la nostra scala produttiva e creare un certo valore per le due aziende” (leggi che anche Google venderà le sue competenze nelle auto robot tramite Wymo, che tenta anche Honda). Saleski è d'accordo: “Un accordo di questo tipo dà molti vantaggi: Argo AI conserverà indipendenza potrà operare con l'agilità di una startup. Sappiamo però che per sviluppare pienamente questi sistemi e distribuirli in grande scala, dobbiamo lavorare con persone che sanno come fare”. Fields e Rander hanno anche detto che la ragione più importante per la quale Ford non ha acquistato Argo AI è stata che lasciarla con un assetto da startup avrebbe potuto attrarre i migliori talenti con offerte di quote di partecipazione azionaria, oltre a svecchiare l'immagine di Ford. Le uscite di Rander e Salesky (Argo prevede di arrivare a 200 dipendenti entro la fine del 2017) sono state perdite considerevoli sia per Waymo sia per Uber. Rander, per esempio, ha infatti lasciato Uber insieme ad altri 2 ingegneri di livello, il capo della mappatura Brett Browning e quella della guida autonoma Drew Bagnell. Sembra che a far precipitare le cose in Uber sia stato l'acquisto di Otto, un'altra startup co-fondata dall'ex ingegnere di Google Anthony Levandowski. La nomina di Levandowski a capo di tutta la guida autonoma di Uber ha generato diversi malcontenti e ha catalizzato l'emorragia di tecnici che hanno poi fondato Argo AI.

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