
Dopo 4 mesi di dialogo con Ford, GM e FCA, il sindacato dei lavoratori ha blindato l'industria dell'auto di Detroit dagli scioperi
E tre! Con Ford si chiude infatti la stagione dei rinnovi contrattuali che hanno impegnato per 4 mesi lavoratori, sindacati e imprese. Il primo rinnovo è stato quello di FCA, seguito da General Motors: con Ford si completa un ciclo che dovrebbe garantire 4 anni di pace sindacale alle Big Three di Detroit.
OK DI MISURA – Partiamo dalla fine, ossia dall'approvazione dell'accordo da parte dei lavoratori della casa dell'Ovale Blu. Fonti del sindacato dei lavoratori dell'automotive, cioè la UAW – United Auto Workers – hanno dichiarato come l'accordo sia passato ma di misura, dato che è stato approvato dal 51,3% dei lavoratori di produzione e dal 52,4% degli operai specializzati. Una “SI” risicato, quindi, che forse non si sarebbe neppure ottenuto se il sindacato non avesse (tardivamente) spinto per l'approvazione. Le operazioni di voto sono durate più di una settimana e l'esito positivo è stato commentato dall'Azienda con un comunicato che diceva: “Questo accordo è una buona base affinché Ford Motor Company, i nostri dipendenti e le nostre comunità possano lavorare assieme per creare, negli anni a venire, un business ancora più solido”. Dal canto suo UAW, per bocca del capo negoziatore Ford, Jimmy Settles, ha fatto sapere che: “il contratto è stato siglato attraverso un processo giusto e democratico e che esso implica sicurezza del lavoro e forti vantaggi economici per i lavoratori”. Pensate che 2 giorni fa, quando erano stati scrutinati i tre quarti dei voti, i contrari erano più della metà, ossia il 52%.
SULLE MONTAGNE RUSSE – Ricordiamo come, nel caso di FCA, in un primo tempo si era pensato che Marchionne avesse conquistato i sindacati ma i workers, invece, hanno poi bocciato la proposta di accordo a loro presentata. Miglior sorte non era toccata a General Motors, ai ferri corti con UAW prima che il contratto potesse esser considerato al sicuro. Era inoltre emerso come Ford stesse pagando il lavoro mediamente di più di GM e FCA perché non aveva goduto delle agevolazioni che i suoi competitors avevano richiesto negli anni della crisi. Questo nuovo contratto offre ai lavoratori veterani di Ford, che ha circa 53.000 iscritti all'UAW, il primo aumento salariale dopo circa un decennio e elimina una struttura retributiva a due livelli che penalizzava gli assunti dopo il 2007 rispetto a quelli con un'anzianità di servizio maggiore. Uno studio sulle dinamiche dei costi del lavoro ha stimato come il costo medio orario (il netto per gli operai è di circa la metà) arriverà intorno ai 60 $ nel 2019, che è l'ultimo anno dell'accordo, per GM e Ford, con un incremento di 5 e 3 dollari rispettivamente rispetto ai livelli attuali. Lo stesso studio, condotto dal Center for Automotive Research di Ann Arbor diretto da Kristin Dziczek, ha calcolato per FCA un livello finale di 56 $, un tetto minore che però si raggiunge con un incremento maggiore dato che si parte da 47 $/ora medi.
IL VALZER DEI NUMERI – Altri studi indicano che, durante i contratti appena scaduti, il costo del lavoro orario medio (paghe e benefit) è diminuito per tutte le aziende (Ford, GM e Fiat Chrysler), un decrementoin in gran parte determinato dall'arrivo di decine di migliaia di lavoratori entry-level con paghe più basse. Nello stesso periodo negli Stati Uniti le vendite di veicoli nuovi sono cresciute dai 12,7 milioni del 2011 fino ai 17,5 milioni stimati per il 2015. Il costo del lavoro previsto per veicolo (fino al 2019) vede un leggero calo per GM (da 2.374 a 2.350 $, principalmente perché diversi operai andranno in pensione) e aumenti per Ford – da 2.401 a 2.600 $ – e ancor più per FCA, che però parte da una base più bassa: da 1.771 a 2.500 $: questo balzo si spiega con la futura necessità, per Chrysler, di fermare diversi stabilimenti per lavori di modernizzazione. I contratti appena approvati, prevedendo comunque ampie possibilità di ricorrere a lavoratori temporanei, limiteranno l'impatto dei futuri aumenti salariali.