Gallerie Anas, accuse durissime sulla sicurezza dei trafori

Gallerie Anas, accuse durissime sulla sicurezza dei trafori C'è chi accusa Anas di fare gallerie insicure per risparmiare e che potrebbero crollare. Ma il gestore non ci sta

C'è chi accusa Anas di fare gallerie insicure per risparmiare e che potrebbero crollare. Ma il gestore non ci sta

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14 Aprile 2015 - 09:04

Mentre arrivano le dimissioni del presidente Anas Pietro Ciucci, e mentre il gestore della rete nazionale è al centro di polemiche fortissime per il cedimento di viadotti, ponti e strade, adesso a far discutere è anche la questione della galleria La Franca, lunga un chilometro, sulla statale Foligno-Civitanova, tra l'Umbria e le Marche, con apertura al traffico prevista nei prossimi mesi. Sarebbe stata costruita con materiali scadenti. Lo dice una fonte anonima, un operaio che ha lavorato per un appalto di Anas nella costruzione della galleria, intervistato da Report, col video andato in onda domenica 12 aprile.

PAROLE DA PAURA – “Allora – dice l'uomo – questa è la volta della galleria, l'arcatura, queste sono le spalle, che devono tenere lo sforzo, ma qua cemento non ce n'è! Ci sono 10 cm e invece dovrebbero essercene minimo 40. Non c'è lo spessore. E può cascare. Essendo una zona sismica, trema, si rompe, e tristo chi passa sotto”. E ancora: “Sopra la volta, c'è anche un problema di vuoti, che si creano quando costruisci ma dovrebbero essere riempiti con un cemento alleggerito. Non l'abbiamo messo, perché costa. Tutto per risparmiare, perché le bolle del materiale sono state fatte, per forza sono state fatte. Tutto quel tratto è fatto male, ma la galleria è la peggiore che ho fatto. Io ai miei figli dico sempre di non passarci perché è pericoloso. Meglio la strada la vecchia che questa nuova”. Il Corriere della Sera pubblica la testimonianza di un secondo operaio che ha lavorato nella galleria La Franca, sulla statale Foligno-Civitanova, tra l'Umbria e le Marche, con apertura al traffico prevista nei prossimi mesi. Anche secondo lui “dovrebbero esserci dai 50 ai 60 centimetri di spessore, e invece sulla galleria di spessore ce ne è dai 12 ai 20 centimetri”. Una testimonianza che confermerebbe quanto già detto da un altro operaio intervistato da Report nell'inchiesta andata in onda domenica 12 aprile su Rai3.

LA REPLICA ANAS – Proprio Ciucci aveva replicato: “A prima vista mi sembrano affermazioni difficilmente confermabili, perché le gallerie le controlliamo anche in corso d'opera. Su La Franca abbiamo effettuato test su più del 20% del percorso, in ogni caso andremo a verificare e controllare l'intero tratto della galleria. Le indagini dureranno 4 giorni e per i risultati ce ne vorranno altri 10”. Anas ha anticipato a Report le conclusioni della sua Commissione interna. Tra le cause individuate risultano: “Sensibile riduzione del sistema di rinforzo, mancata verifica di idoneità dei piani di posa, scadente esecuzione del drenaggio e della stesa del rilevato, anche in funzione dei materiali utilizzati”. La responsabilità, quindi, per Anas cade sul Direttore lavori per mancato controllo.

DUBBI ATROCI – Ma occhio, chi ha lavorato su un tratto dell'Aurelia racconta a Report la stessa storia: “I controlli sul cemento si fanno su campioni che sceglie la ditta, e guarda caso vanno bene. Non sempre, ma dove si può risparmiare si risparmia. Ci sono anche ferri e centine che non sono posizionati alla distanza giusta, così ne metti due anziché tre”. Pure il viadotto di Scorciavacche in Sicilia, aperta a Natale con 3 mesi di anticipo e crollata una settimana dopo, fa pensare a lavori fatti in “economia”… Sarà così? Senza dimenticare la storia giudiziaria quella di alcuni tratti della Salerno-Reggio Calabria: qui la mafia controllava le ditte d'appalto e il risparmio del 3% sui materiali era la tangente alla criminalità organizzata.

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