Google-sharing, dopo Uber punta a Lyft: l'opzione vale 1 miliardo di dollari

Guai giudiziari e accuse di plagio hanno guastato i rapporti fra Uber e Google, che investe 1 miliardo di dollari in Lyft per le auto robot
Il car sharing e la guida autonoma vanno a braccetto in un'accoppiata funzionale ai business futuri delle Case. Emerge infatti una popolazione giovane che da un lato evidenzia una certa disaffezione verso le automobili (molti non prendono più persino la patente) e dall'altro apprezza la nuova mobilità del car sharing e del ride hailing. 10 auto robot rimpiazzerebbero circa 20 auto private ma ognuna di esse farebbe più strada e avrebbe quindi bisogno di più manutenzione, facendo quadrare i conti. La guida autonoma è un fattore abilitante importante e in questo campo la competizione fra gli OEM e i grandi dell'Hi-tech è accesa. Google è in posizione preminente: sperimenta in prima persona alleandosi con le Case (leggi del suo ordine per altre 500 Chrysler Pacifica) e si è accordata con gli operatori del car sharing: Uber in primis ma, visto il deterioramento del rapporto, ora pensa anche a Lyft.
1 MILIARDO PER INIZIARE La fonte riportata da Bloomberg vuole rimanere anonima ma l'indiscrezione è tutt'altro che inverosimile e, secondo noi, va riportata: Alphabet, che è la “compagnia genitore” di Google, nelle ultime settimane ha avuto colloqui con Lyft riguardo un suo possibile corposo investimento di 1 miliardo di dollari nell'Azienda per aiutarla nello sviluppo di veicoli autonomi.
Questo implica quindi un importante sostegno a quello che è il maggior concorrente statunitense di Uber Technologies, con il quale Google ha già accordi. Si sa che Google-Waymo non firma esclusive e che probabilmente questo criterio si applica anche agli accordi con la Aziende di car sharing ma lo “schiaffo” a Uber rimane importante.
RAPPORTI TESI Lyft ha guadagnato quota di mercato quest'anno (la Società dimostra un certo appeal anche presso le Case, come dimostrato dal grande investimento ricevuto da Jaguar Land Rover) anche perché Uber ha sofferto le conseguenze di una serie di scandali che si è auto-inflitta. L'azienda deve infatti affrontare almeno tre indagini federali (leggi della app di Uber che serviva ad evitare i controlli) e diverse importanti cause legali. Alcune di queste accuse riguardavano proprio il fondatore Travis Kalanick, un carico che lo ha indotto a lasciare l'incarico di CEO a Dara Khosrowshahi, ex direttore esecutivo di Expedia, che ha assunto la carica la scorsa settimana. Khosrowshahi sta cercando di chiudere un'imponente raccolta fondi per 12 miliardi di dollari da SoftBank e altri, un finanziamento che servirà per la maggior parte a permettere agli azionisti esistenti di uscire. Una delle cause è proprio con Waymo, anche se 3 delle 4 accuse contro Uber sono state ritirate, e questo spiega almeno una parte del raffreddamento dei rapporti fra le Aziende.
QUALE BRACCIO? Le fonti non hanno saputo precisare se questo investimento miliardario verrà erogato da Google o da CapitalG, il “braccio” di private equity di Alphabet. L'investimento in Uber era stato portato avanti da un suo altro altro braccio finanziario, la società di venture capital GV. Lyft si sta concentrando sul contenimento dei costi e questa (probabile) ingente iniezione di liquidità consentirà alla start-up di San Francisco di perseguire una crescita più aggressiva grazie a maggiori sovvenzioni per i conducenti, sconti per i passeggeri e azioni di marketing. Proprio a settembre Lyft ha dato il via a un'importante campagna pubblicitaria televisiva che avrà come testimonial Jeff Bridges.
Questo miliardo di dollari extra potrà assicurare a Lyft la sua indipendenza nel futuro prossimo, cosa prioritaria secondo John Zimmer, uno dei fondatori. Ma alcuni analisti pensano che Alphabet sarebbe l'approdo naturale per Lyft, tenuto conto dei colloqui informali con potenziali acquirenti, fra i quali la stessa Alphabet, svoltisi l'anno scorso senza esito.