Guida autonoma: l'ecatombe annunciata dei professionisti disoccupati

Dopo la sicurezza, subentreranno problemi di occupazione ben più seri. E' l'allarme lanciato dagli scienziati sulle auto robot a guida autonoma
La tecnologia di guida senza conducente, sarà temuta dai professionisti del settore dei trasporti. E' l'allarmante teoria dello scienziato Moshe Vardi il quale, da un congresso di cervelloni a Washington, disegna uno scenario socialmente preoccupante per l'immediato futuro. Saremo davvero soppiantati dalle macchine?
COME IN UN FILM DI KUBRIC IL CONTROLLO PASSA ALLE MACCHINE – Dalle cattedre dell'annuale meeting della American Association for the Advancement of Science il celebre scienziato israeliano Moshe Vardi affronta l'argomento dell'intelligenza artificiale e del suo repentino intrecciarsi con la nostra quotidianità: “sta arrivando il momento in cui le macchine supereranno in abilità l'essere umano in tutti i campi. Credo che la società debba affrontare questo problema prima che diventi realtà”. Lo scienziato ha inoltre aggiunto: “Entro il 2045 le macchine potranno svolgere la maggior parte dei lavori svolti dall'uomo. Ci chiediamo cosa rimarrà da fare agli esseri umani?” Lanciando questo interrogativo inquietante, Vardi ha fatto esplicito riferimento alla tanto attesa Google Car, evidenziando quante professioni l'auto a guida autonoma potrebbe mettere a rischio, sottolineando inoltre che negli Stati Uniti il 10% dei lavoratori guida un mezzo per professione (leggi il taxi coreano senza conducente).
ADDIO A TASSISTI, CAMIONISTI E PONY EXPRESS – La maggior parte dell'opinione pubblica considera auto come la Google Car ancora lontane, le vede come una tecnologia fantascientifica che chissà quando arriverà su strada. Ma pensiamo proprio a quel momento, e sappiamo che è relativamente imminente, a quando le auto senza conducente saranno entrate nel nostro quotidiano. Si apriranno nuovi orizzonti nel campo del trasporto pubblico, della logistica e del movimento merci (leggi i primi bus senza conducente in UK). E' facile immaginare di chiamare un taxi, impostare la destinazione e pagare la corsa con il nostro smartphone, risparmiando anche le chiacchiere con il tassista. O ancora ipotizzare camion articolati senza cronotachigrafo, e quindi senza soste obbligate, capaci di movimentare merci 24 ore al giorno. Anche i pony express o i pizza taxi potrebbero tranquillamente essere soppiantati da veicoli senza conducente. Spariranno forse intere categorie di lavoratori? Aumenterà drasticamente il tasso di disoccupazione?
UN PROBLEMA SOCIALE DEL FUTURO DA RISOLVERE ADESSO – La prospettiva dell'invasione delle auto robotizzate porta alla mente la rivoluzione industriale dei primi del '800, quando l'introduzione del telaio meccanico spazzò via gran parte della manovalanza dal settore tessile. Gli economisti ritengono che in occasione di questi grandi eventi si perdono delle professioni e se ne creano di nuove, ma Vardi ritiene che in questa fattispecie il danno sociale sarebbe troppo elevato e si chiede: “il raggiungimento di una tecnologia così raffinata sarà davvero un bene per l'Umanità?”. L'uomo di scienza israeliano ritiene che ci troviamo davanti a una delle più grandi sfide del genere umano e al più grande problema che la politica internazionale dovrà affrontare nei prossimi 25 anni, ma al momento nessun governo sembra curarsene (leggi gli investimenti di Obama sulle auto driverless).