In America scende in campo l'industria dell'alcol a favore della guida autonoma. Ma in questo modo non si incentiverebbe l'abuso di alcol?
Quando si parla di guida autonoma, spesso il primo concetto che viene collegato è il minore stress e la maggiore sicurezza, sia per guida sia per gli altri utenti della strada. Sotto questo punto di vista è indubbio il vantaggio, tanto da essere spesso questo il cavallo di battaglia delle Case che negli ultimi anni hanno incrementato i test su strada e le tecnologie applicate sulle vetture – e da poco anche in Italia sarà possibile testarle. Quello della guida autonoma è comunque un business che invoglia tanti, non in ultimo l'industria dell'alcol che, in America, sta cominciando a spingere per l'arrivo dei primi modelli autonomi. Eticamente corretto? Partiamo dal presupposto che, il consumo smodato di bevande alcoliche non è mai giusto, e che la guida autonoma non è certo la soluzione alla guida in stato d'ebrezza.
UN BUSINESS DA FAR (RI)DECOLLARE Partiamo dai fatti. Nelle ultime due settimane due grandi gruppi che rappresentano i produttori di alcolici in America, hanno cominciato a muoversi per la diffusione di auto a guida autonoma negli Stati Uniti. Il fine ultime non sembra essere quello del minore stress per gli automobilisti, né un aumento della sicurezza, ma un molto meno “etico” ritorno personale. La guida autonoma infatti, potrebbe incrementare sensibilmente l'utilizzo di alcolici, vista la possibilità di lasciare libera l'auto di “scarrozzarci” a casa.
DUE AZIENDE SI SONO MOSSE La Wine and Spirits Wholesalers of America – rappresentate di 400 grandi distributori di alcolici – è stata una delle prime grandi rappresentanti ad aderire alla Coalition for Future Mobility, un'organizzazione di lobbying che sta facendo pressioni per velocizzare l'introduzione della guida autonoma sulle strade americane. Seguita a ruota dalla Foundation for Advancing Alcohol Responsibility – sostenuta tra gli altri da Bacardi, Constellation e Diageo – che ha sostenuto pubblicamente una proposta di legge che vorrebbe l'introduzione della guida autonoma. Sono le prime due aziende legate all'industria dell'alcol a muoversi in questa direzione, cominciando a fare valere la propria “forza” per spingere le amministrazioni ad accelerare l'introduzione della guida autonoma.
QUANTO VALE QUESTA MOSSA? A incentivare questi “movimenti”, un'analisi di Morgan Stanley che avrebbe stiamo in 250 miliardi di dollari il ritorno economico, per l'industria degli alcolici, all'introduzione delle auto a guida autonome. Una stima ottimistica, ma che fa capire la mole di denaro che potrebbe muoversi a tutto vantaggio delle aziende produttrici di alcol. Ma è davvero così? La guida autonoma potrebbe veramente diminuire gli incidenti causati dalla guida in stato d'ebrezza?
LA GUIDA AUTONOMA NON DOVRÀ INCENTIVARE L'ABUSO Negli Stati Uniti, circa 28 persone al giorno perdono la vita a causa dell'alcol, tanto che moltissime amministrazioni – non solo in USA, ma anche in Europa – stanno limitando il consumo e la vendita di alcolici proprio per prevenire questo problema. Un “danno”, se così vogliamo metterla, proprio per le aziende che producono o commerciano alcolici, che a causa di queste manovre stanno subendo un contraccolpo economico. Per quanto la guida autonoma può essere vista come la soluzione perfetta, non è così. L'abuso di alcol è spesso al centro delle cronache, soprattutto nel week end, con aggressioni, liti e, sempre più spesso, vittime. Già solo per questo motivo non andrebbe incentivato un comportamento del genere, che potrebbe recare danni gravi, anche alla salute – sapevi che guidare stanchi è come essere ubriachi?. Focalizzandoci sul rapporto guida autonoma – guida in stato di ebrezza, per quanto le auto diventeranno sempre più sicure e affidabili, è sempre necessario mantenere un certo livello di attenzione, anche quando a guidare, non saremo più noi. Salire a bordo di un'auto a guida autonoma, in uno stato confusionale e poco lucido a causa dell'abuso di alcol non è, e non sarà, mai il giusto comportamento.
ETICAMENTE SCORRETTO? Ma il punto focale della nostra critica parte dal fine ultime di questa strategia, che dietro al biglietto da visita della guida in stato di ebrezza – un tema che tocca corde estremamente sensibili – sta attuando questa politica principalmente guardando al proprio ritorno economico, non pensando alla salute e alla sicurezza dei propri consumatori. Più che sulla guida autonoma, forse, sarebbe meglio investire il proprio tempo e denaro in campagne di sensibilizzazione – o in tecnologie come l'interlock -, incentivando la crescita di una coscienza comune del problema che l'abuso di alcol andrebbe a provocare a tutta la collettività.