Ricordate il caso degli airbag difettosi a marchio Takata? Honda li sta cercando dai demolitori per impedire che vengano venduti come ricambio
Il caso Takata si espande e suggerisce a Honda di cercare le proprie auto rottamate per asportarne gli airbag difettosi, in modo da toglierli dal circuito dei ricambi usati: la campagna nasce dal fatto che alcune delle auto interessate sono così anziane da poter essere finite dal demolitore ed è lì che le si sta cercando.
LA MALEDIZIONE DEGLI AIRBAG – I cuscini gonfiabili hanno salvato e salvano migliaia di vite ma, come tutte le cose umane, non sono perfetti e questo luogo comune ha purtroppo una concretizzazione ben reale. Sicurauto ha parlato più volte dei milioni di Airbag a marchio Takata che debbono essere sostituiti perché difettosi. In questo post, per esempio, si è parlato di quanto il totale delle auto da richiamare fosse lievitato mentre importante è stato anche il richiamo globale BMW, che sta riguardando 1,6 milioni di Serie 3 prodotte fra il maggio del 1999 e l'agosto del 2006. anche in questo caso sul banco degli imputati siede Takata, il costruttore giapponese che ha venduto airbag potenzialmente pericolosi anche a Chrysler, Ford, Honda, Mazda, Nissan e Toyota. Il problema con questi airbag è che in condizioni di temperatura alta e molta umidità nell'aria la carica che genera i gas che gonfiano il cuscino potrebbe perdere densità e la sua accensione – imprevista o a seguito di urto – potrebbe generare troppo gas, rompendo perfino l'involucro metallico in pericolose schegge.
PERICOLOSI ANCHE SE L'AUTO NON CIRCOLA – Il “contagio” di questi componenti ha raggiunto milioni di auto in tutto il mondo e ha aperto un nuovo fronte: il loro utilizzo come ricambio usato. E, a questo punto, ritorniamo alla campagna citata nel titolo e che coinvolge Honda e il suo maxi richiamo di circa 5 milioni di auto. La filiale americana del Gruppo giapponese ha infatti stimato che più di 24.000 degli airbag oggetto della campagna di richiamo siano sparsi fra migliaia di autodemolitori negli USA, pronti per essere venduti come ricambio. Un demolitore di Detroit, per esempio, li offre a 27,99 dollari escluso lo smontaggio, che dev'essere effettuato dal compratore. In questi ultimi mesi Honda ha inviato ai demolitori un'offerta di acquisto per gli airbag Takata soggetti ai richiami. Il portavoce americano di Honda, Chris Martin, ha riferito che la casa automobilistica ne ha finora comprato circa 3.900, immagazzinandoli in un luogo sicuro.
LA PIAGA DEL RICAMBIO “INFETTO” – Lo sforzo di Honda mette in luce un segmento oscuro della filiera automobilistica e un punto debole nel processo dei richiami negli USA (e siamo sicuri che questa debolezza c'è un po' ovunque): si tratta dei veicoli rottamati, che sono una fonte diffusa di ricambi a basso costo, utilizzati da officine indipendenti e consumatori abili nel fai-da-te in particolar modo per la riparazione di veicoli con molte primavere sulle spalle. Ovviamente esistono regolamenti federali che vietano la vendita di ricambi usati difettosi ma le regole sono in gran parte inapplicata e inapplicabili, come affermato da un avvocato del Center for Auto Safety. Ricordate il richiamo di GM per i blocchetti di accensione difettosi? I danni causati e gli ingenti risarcimenti già erogati hanno indotto General Motors ad estendere il richiamo anche ai veicoli nuovi costruiti con il particolare modificato. Quest'azione radicale è stata avviata per il timore che i blocchetti difettosi possano aver “contaminato” veicoli non difettosi durante una riparazione, dato che non è possibile rintracciare tutti i particolari. A mio modesto parere è urgente introdurre, almeno per i particolari che coinvolgono la sicurezza, una codifica con RFID o simili in modo da poterli identificare rapidamente e senza lunghe operazioni di smontaggio.