La comunicazione Vehicle to Everything può migliorare la sicurezza stradale, Hyundai investe nello sviluppo di nuove tecnologie per la connettività
La connettività rappresenta un passaggio importante verso il futuro della sicurezza, soprattutto considerando le nuove concezioni della mobilità che la orientano sempre più verso tecnologia e guida autonoma. Hyundai ha deciso di investire sulla comunicazione V2X per traghettarla dalla fase sperimentale a quella definitiva, la casa coreana perciò ha stretto una partnership con un'azienda leader nella produzione di tecnologie per la connettività e punta a dotare le sue auto con una nuova generazione di chipset.
UN PROCESSORE DEDICATO Da tempo Hyundai aveva messo gli occhi sulle nuove tecnologie di connettività, ma realizzare in autonomia un sistema in grado di fornire una comunicazione Vheicle to Everything sarebbe stato troppo complicato. Per questo è stata avviata la partnership con Autotalks, azienda impegnata nella creazione di sistemi volti alla comunicazione dei veicoli (leggi anche di Volvo che ha connesso le auto ai camion). Ma quali sono le novità che propone Autotalks? In primis va specificato che in generale il V2X è un sistema che permette ai veicoli di comunicare con altri veicoli, con utenti della strada o infrastrutture, sfruttando un sensore NLOS (Non-Line-of-Sight) capace di funzionare in tutti gli ambienti e in qualsiasi condizione metereologica. L'idea vincente di Autoalks si chiama CRATON2 ed è un chipset (insieme di circuiti che gestisce il traffico di informazioni) di nuova generazione, più nel dettaglio un processore di comunicazioni V2X con ricetrasmettitore in banda base ottimizzato per la mobilità. Sulla base del nuovo chipset è stata è stata sviluppata la CRATON2 EVK, una piattaforma di sviluppo per la tecnologia V2X pensata per sfruttare le potenzialità di CRATON2, migliorandone le prestazioni di comunicazione e le funzionalità di sicurezza.
I VANTAGGI DELLA V2X La comunicazione Vehicle to Everything viene vista come un grande vantaggio per la sicurezza, perché permette di acquisire informazioni dettagliate ed in tempo reale sulle condizioni del traffico, della strada, e non solo. Comunicando con un altro veicolo o con le infrastrutture, la nostra auto potrà avvisarci di situazioni di traffico impreviste causate da un incidente sul nostro percorso, portandoci così a valutare strade alternative. Ma ancor più importante, sempre in caso di incidenti con la tecnologia V2X si potrebbero avvisare in tempi molto brevi i soccorsi (sai che hanno inventato un sistema che permette alle ambulanze di spegnere la radio delle auto?), oppure segnalare la presenza di buche o defezioni dell'asfalto e favorire il processo di manutenzione stradale. Infine come ultimo step, una migliore connettività aiuterebbe i progressi della guida autonoma in quanto fornirebbe all'auto informazioni più complete sull'ambiente circostante.
NON SOLO HYUNDAI La mossa strategica di Hyundai evidenzia sicuramente l'interesse dell'azienda verso le nuove tecnologie di connettività, ma la Casa coreana non è di certo la prima a focalizzarsi sulla V2X e probabilmente non sarà la prima a lanciarla (guarda Audi e PSA che stanno già testando un chip che riconosce i pericoli). Nonostante Autotalks affermi che il suo processore CRATON2 sia già pronto per la commercializzazione di massa, è ancora necessaria una lunga fase di test ed esperimenti, e non sono ancora state specificate le tempistiche di introduzione sulle auto Hyundai. Altre case invece si dimostrano già più preparate, vedi ad esempio Toyota che dovrebbe lanciare la V2X nel 2021, ma in ogni caso ci sarà da aspettare ancora qualche anno.