La politica ambientale di Obama è giudicata troppo dura e i costruttori sperano in Trump, meno sensibile all'ecologia del suo predecessore
La vittoria di Trump nelle elezioni americane ha immediatamente suscitato sensazioni contrastanti fra i cittadini, nelle istituzioni e nelle aziende. Molte manifestazioni sono state organizzate dagli oppositori del neopresidente ma non sono mancate dimostrazioni in suo favore e segnali che fanno capire come la sua elezione sia stata giudicata favorevolmente. Le sue posizioni contro gli Enti di controllo ambientale e le norme antinquinamento dell'amministrazione Obama hanno poi attirato l'attenzione dei Costruttori, che si sono affrettati a scrivergli una lettera nella quale chiedono di rivedere programmi e protocolli per “alleggerirli”.
LUCI E OMBRE Il ciclone Trump, con i suoi proclami e i suoi programmi ha suscitato un arcobaleno di sensazioni ma sicuramente non l'indifferenza. Le sue idee protezionistiche hanno infatti allarmato i Costruttori, sia stranieri (leggi del panico dei costruttori tedeschi) sia americani (GM potrebbe licenziare 2 mila persone e deve fare i conti con l'effetto-Trump) dato che costruire auto al di fuori degli USA potrebbe diventare antieconomico a causa dei ventilati dazi sulle importazioni. Ma la Luna-Trump, vista con l'occhio delle Case, ha anche dei lati luminosi: oltre ad una molto apprezzato orientamento alla diminuzione delle tasse, le sue parole evidenziano una scarsa sensibilità ambientale che illumina un promettente orizzonte di allentamento dei difficili da raggiungere (e quindi onerosi) limiti nelle emissioni e nei consumi.
LETTERA INTERESSATA Non stupisce quindi che la Alliance of Automobile Manufacturers (AAM) abbia inviato una lettera di otto pagine al “Transition Team” (si tratta di uno staff che gestisce il passaggio dei poteri dal Presidente uscente a quello neoeletto); la missiva è pubblica e il suo contenuto è stato riportato da Reuters. L'AAM comprende le maggiori Case automobilistiche che operano nel mercato USA fra le quali troviamo, oltre alle scontate General Motors, Ford e FCA, anche BMW, Jaguar Land Rover, Mazda, Mercedes-Benz, Toyota, Mitsubishi, Porsche, Volkswagen e Volvo. La lettera esorta il nuovo inquilino della Casa Bianca a trovare un percorso per definire le regole finali riguardo l'efficienza energetica fino al 2025, invitando la nuova Amministrazione a “armonizzare e equilibrare” le regole stesse. I Costruttori evidenziano inoltre come la “tecnologia e i cambiamenti stanno sovrastando le capacità dei regolatori di gestire le nostre realtà emergenti. Una riforma è indispensabile”.
E LA SALUTE? Le principali Case automobilistiche hanno sollevato preoccupazioni circa gli ambiziosi obiettivi che l'amministrazione Obama ha posto per il taglio delle emissioni di gas serra dei veicoli fino al 2025: queste regole sono state sottoscritte dai costruttori con la clausola di una revisione intermedia ed è a questa che si appellano per chiedere di riconsiderarle. Esse sostengono che gli attuali bassi prezzi della benzina e la debole domanda dei veicoli elettrici potrebbero richiedere significative modifiche alle normative. Un atteggiamento un po' semplicistico e che non sembra tener conto che le limitazioni delle emissioni sono studiate per salvaguardare l'ambiente (e quindi anche la salute degli esseri umani) e non per rendere più economici i rifornimenti al distributore. Un altro tema sollevato dalla AAM è la necessità di una “completa revisione” di tutti i regolamenti emanati dopo il 1° settembre, un limite temporale nel quale rientrano le nuove linee guida dell'amministrazione Obama sui veicoli autonomi (leggi di come Toyota ha bacchettato NHTSA per le norme sui test della guida autonoma). Le Case hanno inoltre manifestato preoccupazione per il fatto che i singoli Stati possano fissare proprie regole sulla guida autonoma, una frammentazione che potrebbe rendere difficile o impossibile il dispiegamento di questa tecnologia. La lettera chiede all'amministrazione Trump di armonizzare le norme sui consumi, perché le Case “potrebbero soddisfare le norme EPA ma essere ancora soggette alle multe comminate da NHTSA, con cifre potenziali di miliardi di dollari se NHTSA anticipasse il suo programma”. Si chiede inoltre un “robusto riesame” dell'impatto che una supervisione regolamentare non coordinata da parte di “più di 10 agenzie federali e statali diverse” potrebbe avere sui Costruttori. L'EPA e NHTSA sono state già citate e quest'ultima frase fa automaticamente pensare al CARB californiano, le cui norme potrebbero entrare in contrasto con quelle federali qualora queste ultimo fossero “allentate”. Anche le norme sui “Crediti Verdi” è probabile vengano riviste, mettendo ancor più in difficoltà Tesla che è già in attrito con il CARB perché ritiene che le lobby frenino le auto elettriche.