Il futuro dell'auto? Non solo autonomo ma anche virtuale

Il futuro dell'auto? Non solo autonomo ma anche virtuale Gli esperti non hanno dubbi: l'auto del futuro sarà connessa

Gli esperti non hanno dubbi: l'auto del futuro sarà connessa, autonoma e immersa nella realtà virtuale. Servono nuovi talenti dai settori Hi-tech

26 Settembre 2016 - 07:09

L'industria dell'elettronica e il digitale si confermano potentissimi e stanno cambiando profondamente le più che centenarie case automobilistiche. Sembra a volte che non si pensi quasi più al “metallo”, con pistoni, cambi e sospensioni a far da contorno a centraline e sensori. I sintomi del cambiamento si sono manifestati da tempo ma in questi ultimi anni la mutazione genetica dell'automotive ha avuto una macroscopica accelerazione. La cosa è evidentissima considerando i nuovi fornitori, molti dei quali sarebbero stati impensabili nel secolo scorso e che, al di là della collocazione geografica, sono accomunati da una mentalità “alla Silicon Valley”.

COMPONENTISTI DEL TERZO MILLENNIO Gli appassionati si ricorderanno di quando c'era il disco di vinile e l'unica maniera per “copiarlo” era registrarlo su nastro, con una certa perdita di qualità nel caso delle Compact Cassette. L'arrivo del CD digitale ha portato molte funzioni nuove ed una qualità più costante nel tempo ma ha aperto la strada alla copia senza degrado, diventata routine dopo che l'informatica ha immesso sul mercato i masterizzatori: informatica 1 – discografici 0. A doversi confrontare con l'Hi-Tech è ora l'automotive, che vede le Case alla ricerca di “fornitori” che sempre più spesso hanno a che fare con software e onde radio piuttosto che con l'acciaio e l'olio. Gli automobilisti manifestano infatti una crescente domanda per la connettività nelle auto, i sistemi di assistenza alla guida e, in prospettiva futura, la guida autonoma (leggi del bivio fra la grande opportunità e l'indifferenza dei clienti).

A DOMANDA RISPONDONO Le Case automobilistiche si trovano a rincorrere perché l'elettronica ha ritmi molto più veloci. Autonews ha raccolto le voci di esponenti di queste moderne Aziende, come quella di Dan Galves, Vice presidente senior e direttore della comunicazione dell'israeliana Mobileye, specializzata nei sensori e nel software di riconoscimento delle immagini (leggi come Mobileye ha rotto con Tesla). Galves ha spiegato che “sulla spinta di una rapida innovazione, gli OEM devono stringere accordi con società in rapido 'movimento' e con una mentalità alla Silicon Valley” (leggi degli accordi che BMW sta facendo con Intel e Mobileye). BMW stessa ha dichiarato, in proposito, che “fornitori di mobilità dovranno sfruttare tecnologie in rapida evoluzione, collaborare con partner totalmente nuovi e prepararsi alle opportunità offerte dai cambiamenti più radicali”. Ancora, si può definire Continental marchio “tradizionale”? Ormai pensiamo proprio di no (leggi delle sperimentazioni che sta facendo Continental sul controllo a gesti) e infatti Ralph Lauxmann, Vice presidente senior di sistemi e tecnologia della divisione chassis e sicurezza, si riallaccia alla posizione di BMW: “la complessità dei sistemi e le aree nelle quali occorre integrare diversi know-how all'interno dei componenti sono in continua crescita”.

A PROPRIA IMMAGINE? NON PIÙ! Da questo discende un profondo cambiamento negli organigrammi: il personale non viene più reclutato “a propria somiglianza”, come accaduto per decenni: i “dirigenti 2.0” hanno ormai skill in elettronica di consumo, tecnologia digitale e perfino nei videogame. Troviamo quindi l'ex dirigente Nokia Ogi Redzic a ricoprire il ruolo di vice presidente per i veicoli connessi e servizi di mobilità in Renault-Nissan mentre Brigitte Cantaloube, già in Yahoo, è diventata il capo dell'ufficio digitale del Gruppo PSA. Il caso di Nvidia è paradigmatico: nata con le schede grafiche si è poi specializzata nel deep learning ed è diventata partner naturale delle Case, come Audi, (anche perché i loro sistemi di progettazione CAT/CAD erano spesso dotati di graphic card Nvidia) per i sistemi di assistenza avanzata (ADAS) e la guida autonoma. I suoi supercomputer Drive PX2 sono usati da decine di Aziende e anche da Volvo che pensa che le auto robot costeranno 13 mila euro in più. A colpire i marchi dell'automotive è anche la velocità di reazione di queste Aziende: Cubic Telecom è attiva da soltanto 7 anni nel settore della connettività machine-to-machine e, con i suoi 85 dipendenti, è minuscola in confronto ad Audi. Eppure la casa dei Quattro Anelli, dopo appena un anno di lavoro con Cubic, ne ha acquisito il 20% attraverso la sua controllata Audi Electronics Venture. Il CEO di Cubic Telecom, Barry Napier, ha detto che “abbiamo colpito Audi con le nostre idee e anche con la nostra capacità di implementare molto rapidamente. Il team Audi stava incontrando problemi nello sviluppare un sistema che funzionasse su base paneuropea: abbiamo detto loro che avremmo potuto risolvere il problema in sei settimane e lo abbiamo risolto”. Della partita è anche la Realtà Virtuale, come spiegato da Simon Jones, direttore di Unreal Engine Enterprise: “La maggioranza delle Case che utilizzano le piattaforme Unreal stanno adottando la VR ad un ritmo frenetico per la vendita al dettaglio, la formazione, l'ingegneria e il design. La VR risolve molti problemi, come il testare una gran massa di idee di design o nuove interfacce con l'utilizzatore. E poi, cosa fa un veicolo autonomo se non costruire un'immagine virtuale dell'ambiente che lo circonda e nel quale si muove?”. Cosa dire, quindi, se non che ci sarà da divertirsi osservando le prossime mutazioni dell'industria automobilistica?

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