Nell'incidente aveva perso la vita un 38enne, e ora Tesla cessa la sua collaborazione con Ntsb per scoprire le cause
Si era schiantata ed aveva preso fuoco. Ecco la dinamica dell'incidente che ha portato alla morte di Wei Huang, un ingegnere della Apple a bordo della sua Tesla Model X, il 23 marzo scorso – qui il nostro approfondimento. Da quel giorno, l'azienda americana, aveva fatto sapere della collaborazione con la Ntsb, la National Transportation Safety Board, per indagare sulle cause dell'incidente. È notizia di poche ore fa che la stessa azienda americana avrebbe fatto dietrofront rispetto le intenzioni iniziali, “rompendo” l'accordo con Ntsb, comunicandolo attraverso una nota ufficiale. Ecco perchè.
POCHI GIORNI DOPO UBER ARRIVA TESLA Non un periodo dei più felici per la guida autonoma. Infatti, pochi giorni prima dell'incidente della Tesla Model X, ricorderete l'incidente mortale che ha coinvolto una Volvo di Uber, con la morte di un pedone – maggiori dettagli qui. Un caso comunque completamente diverso rispetto quello che ha coinvolto il SUV di Tesla, infatti nel caso di Uber si parla di errore della macchina, mentre nel secondo caso, l'azienda americana ha puntato il dito verso l'errore umano. Lo ha fatto attraverso una nota pubblicata sul blog Tesla nel quale viene difeso il proprio sistema di guida autonoma sottolineando la necessità di tenere le mani sul volante in qualsiasi momento. Vi ricordiamo che, secondo i rilevamenti effettuati da Tesla, il guidatore avrebbe staccato le mani dal volante almeno 6 secondi prima dell'impatto, andando contro le indicazioni fornite dalla Casa. Ma allora, cosa avrebbe rotto il patto con Ntsb?
ROTTO IL PATTO DI DISCREZIONALITÀ La nota pubblicata da Tesla non è andata giù alla National Transportation Safety Board, visto che, diramando informazioni riguardo il sistema di guida autonoma, avrebbe infranto parte di questo accordo di discrezionalità, da mantenere sino al termine delle perizie effettuate proprio dalla Ntsb. La rottura è comunque ufficiale, anche seguendo le parole del comunicato diramato da Tesla: “[L'accordo] ci obbliga a non rilasciare informazioni sull'autopilota, un requisito che riteniamo impatta negativamente la sicurezza pubblica. Crediamo nella trasparenza, quindi un accordo che impedisce la diffusione al pubblico di informazioni per oltre un anno è inaccettabile. [Il guidatore] Non era attento nonostante la vettura avesse lanciato avvertimenti”.
FAMIGLIA E NTSB CONTRO TESLA Non dello stesso avviso la famiglia della vittima, che vuole più chiarezza sulla vicenda. Come alcune fonti di informazione americane hanno riportato, pare che Hung avesse lamentato problemi e malfunzionamenti al suo sistema di guida autonoma, proprio nella situazione che lo ha portato a perdere la vita, ovvero con la presenza di muri o barriere al fianco dell'auto, affermando che il sistema andava ad avvicinarsi troppo agli ostacoli. Non solo la famiglia, ma la stessa Ntsb è intervenuta dopo le “pubblicazioni” di Tesla: “Tesla ha violato l'accordo di partito rilasciando informazioni investigative prima che fosse controllato e confermato dall'NTSB”, ha detto l'agenzia in una nota. “Tali rilasci di informazioni incomplete spesso portano a speculazioni e ipotesi errate sulla probabile causa di un incidente”.
PERIODO NERO DOPO LO SPACE X In ogni caso non certo un periodo semplice per Tesla, che si sta rendendo protagonista di una serie di problemi e crisi – un caso che tutto ciò sia giunto dopo il lancio della Roadster nello spazio?. Il titolo Tesla a Wall Strett perde l'1,3% con una flessione da inizio anno del 4,5%. Che il sogno di Musk stia per implodere su se stesso dopo i tanti progetti e obiettivi falliti? Non solo problemi in borsa e incidenti, infatti in questo giorni è arrivato anche un richiamo per 123 mila Model S, che avrebbero riscontrato un problema con un componente del servosterzo, senza dimenticare la produzione a fatica della Model 3, l'elettrica “del popolo”. Insomma, un periodo veramente nero per Musk & co. che giusto il primo aprile si era fatto ritrarre, scherzosamente, con un cartello con su scritto “fallito” in riferimento alla sua azienda. Che lo scherzo stia diventando realtà?