Incidente UBER: colpa dei turni di lavoro troppo impegnativi?

Incidente UBER: colpa dei turni di lavoro troppo impegnativi? Le recenti vicende di Tampa hanno aperto una serie di quesiti intorno al ruolo dei tester di auto a guida autonoma

Le recenti vicende di Tampa hanno aperto una serie di quesiti intorno al ruolo dei tester di auto a guida autonoma, di Uber in primis. La replica Uber

23 Marzo 2018 - 10:03

Colpa o no del tester? Questa è una delle principali domande che rimbalzano nei principali media riguardo l'incidente mortale che ha coinvolto un'auto a guida autonoma di Uber, in America – qui il video dell'incidente. Ma come si diventa tester di Uber e, soprattutto, quanto lavorano al giorno? Abbiamo indagato su tutto quello che circonda l'universo a guida autonoma dell'azienda americana (e non solo), per scoprire come si diventa tester e quali sono le principali mansioni che devono svolgere, ogni giorno, a bordo di auto quasi completamente autonome. Ma soprattutto, non dimentichiamoci dello stress al quale vengono sottoposti questi collaudatori, “scarrozzati” a bordo di auto che, sostanzialmente, guidano da sole e che richiedono un tasso di attenzione se non pari addirittura superiore rispetto alle auto normali. Ecco perchè sarebbe giusto sapere se questi collaudatori lavorino troppo e/o sono autorizzati a fare pause frequenti.

IL TESTER NON È STATO MESSO SOTTO ACCUSA Ancor prima di iniziare, però, una precisazione. Al momento il collaudatore a bordo della XC90 di Uber che ha investito Elaine Herzberg, 49 anni sulle strade di Tempe, non è stato accusato dell'incidente da parte della polizia locale. Già questo sembra una chiara linea di lavoro da parte delle autorità, che evidentemente non hanno ancora ritenuto Rafaela Vasquez una delle possibili cause di questo incidente. Resta il fatto che, il tester, al momento dell'impatto non era attento sulla guida e sul percorso che la sua auto stava effettuando. Legittimo quindi domandarsi quanto, il tester, potesse evitare l'accaduto, oltre a sollevare una questione più ampia su tutti gli “automobilisti fantasma” ingaggiati dalla società americana.

COME SI DIVENTA TESTER PER UBER Ma come si diventa tester per Uber e quali turni/pause sono previste durante i turni di lavoro? Piccola precisazione. Purtroppo, nonostante i tentativi di metterci in contatto con l'ufficio stampa Uber (Italia e USA), non abbiamo ricevuto ancora una risposta alle nostre domande. Al momento, quindi, l'unica replica che possiamo estrapolare è un “no comment” da parte di Uber. Restiamo comunque in attesa di un riscontro. Questo comunque è quello che siamo riusciti a capire riguardo l'iter che porta da automobilisti a tester per auto a guida autonoma. Non servono lauree o un pedigree necessariamente vicino al mondo delle auto. Quello che serve è avere una “carriera” automobilisticamente parlando pulita e una patente di guida. Questi i requisiti base che permettono l'acceso ad una serie di test di guida e a un primo colloquio passando poi alla formazione vera e propria. Ci vogliono tre settimane di test, all'interno di una città fantasma allestita in Pennsylvania, per poter allenare le auto, ma soprattutto i test, a scendere su strade aperte al traffico. Una prima settimana di test, lezioni e addestramento, in situazioni e condizioni “estreme” e che difficilmente verranno replicate anche in strada. Porte di auto parcheggiate che si aprono all'improvviso, pedoni “distratti”, sono il pane quotidiano per le auto ma, soprattutto, per i tester, che devono essere sempre pronti a prendere il controllo delle auto.

COSA FA UN COLLAUDATORE DI AUTO A GUIDA AUTONOMA? Scendiamo maggiormente nel dettaglio di quanto lavorano, cosa fanno e quanto costano, ad Uber, i tester sulle auto a guida autonoma. Ovviamente la sicurezza in primis, entrando in pieno controllo dell'auto in caso di situazioni critiche, o situazioni particolari – ad esempio un camion parcheggiato in seconda fila. Non solo il controllo della vettura in situazioni critiche a particolari, ma anche un monitoraggio continuo dei parametri di bordo, valutando la tempestività di reazione della macchina, insieme ad un feedback continuo al team di ingegneri che lavora allo sviluppo dei software. In alcuni casi l'equipe a bordo è composta da più persone, mentre per Uber viene utilizzato un solo tester per auto.

QUANTO COSTA UN TESTER? Per quante ore i tester si trovano dietro al volante al giorno è un dato variabile, ma che in linea di massima si posiziona in un tempo tra le 6 e le 8 ore al giorno con una paga – mai dichiarata da Uber – che dovrebbe attestarsi, seguendo quelle che sono le medie del mercato (considerate che GM paga 23 dollari l'ora e Waymo 20) intorno ai 20 dollari all'ora. Attualmente sono circa 400 i tester di guida autonoma dislocati sui 200 veicoli di Uber, attivi tra Pittsburgh, Phoenix, Toronto, Tempe e San Francisco. Perché non vengono usati ingegneri per i test a bordo delle auto? Semplice, costerebbero troppo. Gli sviluppatori di software e hardware scarseggiano, nonostante l'altissima domanda di questi anni, con stipendi che si aggirano intorno ai 150.000 dollari l'anno. Per questo, in molti casi, Uber compreso, si sceglie una manodopera più economica e comunque formata direttamente dall'azienda.

TANTE ORE A BORDO, E LE PAUSE? Un lavoro comunque estremamente faticoso e mentalmente stressante. Pensate di dover passare tutti i giorni tante ore dietro al volante di un'auto che non guidate al 100%, con l'obbligo di mantenere elevata la concentrazione mentre si controllano un'altra miriade di parametri necessari per svolgere il proprio lavoro nel miglior modo possibile. Non ci è dato sapere quante pause, i tester di Uber, possano effettuare ogni giorno a bordo delle auto a guida autonoma – sapevi che guidare stanchi è come guidare ubriachi? – , ma sarebbe comunque un dato estremamente utile e significativo per capire quanto, effettivamente, questi tester possano scaricare tensione e stress ogni giorno. Nulla è stato possibile trovare anche riguardo le direttive imposte ai collaudatori (devono stare sempre con gl'occhi sulla strada? Devono avere sempre le mani vicine al volante? Etc.). Speriamo che Alessio Cimmino, Communications Manager Uber Italy & Greece, ci dia presto delle informazioni in merito.

LA REPLICA UFFICIALE DI UBER Alla fine la replica al nostro pezzo non si è fatta aspettare, ecco la posizione di Uber rispetto alle nostre domande sui turni, le regole date ai collaudatori Uber per la guida autonoma e il tipo di sistemi ADAS installati sulla Volvo sperimentale:

Uber non rilascia informazioni in merito agli equipaggiamenti tecnologici montati sulle auto e/o ai contratti delle persone che collaborano alla sperimentazione su stada.

Per quanto riguarda invece le regole date al collaudatore, possiamo confermare che gli operatori sono istruiti perchè siano in una posizione che permetta loro di manovrare agevolemente sia il volante che i pedali quando il veicolo è in modalità di guida autonoma. Nel momento in cui gli operatori toccano il volante o i freni questa funzione viene immediatamente annullata per permettero loro di tornare in controllo del veicolo.

FALLIMENTO DEI RADAR? DRIVER CON PRECEDENTI? Tornando sull'autista della XC90 di Uber domenica 13 marzo, fa scalpore come, Vasquez, fosse stato in prigione per aver dichiarato il falso sotto giuramento – elementi emersi dall'analisi CNN disponibile qui. Rilasciato nel 2005, è curioso come Uber abbia comunque inserito nella sua squadra di tester una persona con precedenti penali, anche se la policy dell'azienda esclude solo persone con condanne per crimine, crimine violento o reati sessuali nei passati 7 anni. Una questione delicata, che comunque non deve spostare l'attenzione su quello che pare a tutti gli effetti un errore della macchina. In condizioni come quelle evidenziate dai video dell'incidente, è chiaro come, la visibilità pari a zero, doveva essere anticipata dai radar di bordo, che in questo caso hanno dimostrato una evidente inefficienza, con il tester che probabilmente non sarebbe stato in grado di scampare la tragedia.

IN FUTURO POTREMO VERAMENTE DISTRARCI AL VOLANTE? Ma la questione è un'altra. Visto il principale “spot” della guida autonoma, che spinge sulla possibilità per il conducente di distrarsi senza problemi al volante, e di essere liberi di dormire, leggere, navigare su internet, è giusto aspettarsi un dietrofront dopo le vicende di Tampa? Resta il dubbio che, anche in futuro su auto a guida autonoma di livello 5 – qui tutti i livelli di guida autonoma nel dettaglio -, non si sarà mai del tutto “liberi” dalla guida – anche in condizioni “alterate” dall'uso di alcool. Nonostante tutti i discorsi che ruotano intorno alle accuse verso il tester, analizzando la situazione, possiamo dire che gran parte del fallimento in questo caso è da ricollegare ai radar e sensori di bordo – teoria rafforzata dal comportamento della polizia che, vi ricordiamo, non ha accusato il driver dell'incidente. Intano proseguono le indagini della polizia di Tampa, in attesa che emergano altri importanti dettagli sull'accaduto che, di fatto, ha frenato improvvisamente lo sviluppo delle auto a guida autonoma.

1 Commento

SicurAUTO.it
09:22, 29 Marzo 2018

Ciao Gianluca e grazie per il complimento.

Attualmente le auto a guida autonoma montano una serie di sensori estremamente sofisticati, come ad esempio i radar Lidar, e considera che sulle auto a guida autonoma ci sono tecnologie del valore di circa 300.000 euro. In ogni caso, se leggi il nostro articolo Incidente Uber, i sistemi di sicurezza della Volvo XC90 erano disattivati troverai altre news riguardanti l'incidente mortale dell'auto a guida autonoma di Uber.

Buona giornata

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