Con occhio a consumi ed emissioni la Kia Optima PHEV affianca la Kia Niro ibrida nel listino del brand coreano
Con una politica votata all'efficienza ed all'innovazione tecnologia il brand Kia ha presentato alla stampa diverse versioni della sua Optima. Noi abbiamo avuto modo di provare direttamente su strada la versione Optima con motore ibrido plug-in e Optima station wagon GT, per fare un paragone tra la silenziosità della prima e le prestazioni esaltanti della seconda.
VISTA DA FUORI Sulla scia del crossover Kia Niro ibrido presentato non molto tempo fa (leggi la nostra prova in anteprima del Kia Niro) il brand coreano ha messo a disposizione dei giornalisti la versione berlina della Optima, ma con motorizzazione ibrida plug-in. Diversi sono gli accorgimenti estetici e funzionali adottati su quest'auto, per riuscire a migliorare a 360° l'efficienza, d'altronde sappiamo tutti che più un'auto è aerodinamica e meno riesce a consumare. Così il classico “Tiger Nose”, ormai elemento distintivo dell'anteriore di ogni Kia, è formato non più da una griglia ma da alette che si aprono o chiudono in base alla modalità di marcia, mentre le sagomature dei paraurti anteriore e posteriore sono pensati per far defluire meglio l'aria. I cerchi hanno un diametro di 17 pollici ed hanno un disegno che cerca di opporre la minore resistenza possibile all'aria, tutti fattori che hanno permesso di ottenere un Cx di 0.25, mentre l'allestimento ibrido è riconoscibile dai badge sparsi sulla carrozzeria e dallo sportellino di accesso alla presa di corrente davanti allo sportello del conducente.
UN SALTO DENTRO Che la qualità di Kia negli ultimi anni sia migliorata è un dato di fatto, e la Optima PHEV non fa altro che sottolineare e ribadire questo concetto. I comodi sedili in pelle, a regolazione elettrica, restituiscono una buona sensazione al tatto così come la pelle del volante, sul quale per giunta ci sono una serie infinita di pulsanti per gestire computer di bordo ed infotainment. Molto razionale ed elegante la strumentazione, che non porta il contagiri ma un quadrante nel quale viene indicata la modalità di marcia e quanto i sistemi stanno ricaricando la batteria. Mentre al centro il display a colori è ben leggibile e, ad onor del vero, siamo del parere che bisogni sempre impostarlo sulla visualizzazione della provenienza della trazione, che sia dal solo motore elettrico o dalla combinazione dei due. Ottimo lo spazio per chi siede dietro, poiché un passo di 2,80 metri ed una lunghezza complessiva di 4,85 metri hanno permesso un'ottima abitabilità.
SICUREZZA ED INFOTAINMENT Ad oggi il livello tecnologico raggiunto da un brand sulle proprie auto è determinante per riuscire ad imporsi in modo competitivo sul mercato, così vengono chiamati in causa infotainment e sistemi di sicurezza attiva e passiva (leggi come funzionano i sistemi di sicurezza ADAS) in un pacchetto che, complessivamente, viene chiamato Drive Wise. Tralasciando lo slot per la ricarica wireless dello smartphone, che al momento è davvero innovativo ma non utilizzabile da tutta l'utenza poiché una piccola percentuale di telefoni possono sfruttarlo, è la completezza di sistemi ADAS ad interessare. Non solo il sistema di frenata d'emergenza, che rileva anche dei pedoni e si regola di conseguenza, ma anche il rilevamento di angolo cieco, il mantenimento automatico della corsia che gestisce in automatico il volante, il cruise control adattivo ed anche il monitor a 360° (la bird view). Purtroppo non sono tutti disponibili di serie, fattore che ne potrebbe penalizzare l'adozione da parte di clienti non ancora inclini a questo genere di sistemi, i quali potrebbero ritrovarsi a sfruttare solo l'ABS con EBD, il controllo di trazione ed il controllo di stabilità. Sul piano infotainment, invece, spicca l'impianto audio Harman/Kardon di alta qualità, una firma non da poco per un impianto di serie, mentre la connettività è completa: supporto mirror link con Android Auto e Apple Car Play ormai stanno diventando un must e non potevano di certo mancare, così come il Bluetooth, tutto gestito dai display touchscreen da 8 pollici. Per la felicità dei genitori c'è poi il Remote Assistant che ingloba il Parental Control, così da generare degli alert quando viene superata la velocità impostata.
COME VA SU STRADA La nuova Kia Optima Plug-In Hybrid sfrutta un motore 2.0 GDI a ciclo Atkinson accoppiato ad un propulsore elettrico. In sincrono riescono a generare una potenza di 205 cavalli, capaci di una buona accelerazione in qualsiasi condizione, merito anche della coppia piatta e sempre massima offerta dal propulsore elettrico. Dal tunnel centrale è possibile selezionare la modalità esclusivamente elettrica, che secondo il costruttore permette alla Optima di percorrere fino a 54 km senza generare C02 e, soprattutto, in modo estremamente silenzioso: merito della buona insonorizzazione interna. Il fattore interessante è che questa modalità resta attiva e riesce a dare un ottimo spunto all'auto anche con affondi importanti dell'acceleratore, così come anche in modalità PHEV, prima che il propulsore termico si risvegli: questa è una caratteristica da non sottovalutare, poiché significa che l'auto è propensa a far viaggiare quanto più possibile in elettrico, complice anche un cambio che passa al rapporto successivo proprio al limitare del confine con la zona “Power” dell'indicatore. Rilasciando il gas o frenando viene generata elettricità grazie alla quale viene ricaricato il pacco batterie, così come in alcune condizioni di guida il propulsore termico “sacrifica” parte della potenza per fungere da generatore diretto. Resta comunque un'auto ibrida plug-in, quindi dopo un tragitto cittadino percorso solo in elettrico è possibile collegarla direttamente alla presa di casa (6.5 ore per la ricarica completa, che diventano meno di 3 con le prese 48 Volt), bypassando del tutto il funzionamento del 2.0 litri. I tanti (troppi!) tasti sul volante riescono a far gestire tutto, ma potrebbero diventare una distrazione durante la guida: ad aumentare il grado di sicurezza il lane keep assist permette di mantenere la corsia in modo più rilassato, girando in automatico il volante per seguire anche le curve che si trovano in autostrada, così come il cruise control adattivo permette di far decelerare da sola l'auto qualora non sia sufficiente la distanza di sicurezza da chi precede.
KIA OPTIMA GT STATION WAGON Parallelamente alla Optima ibrida abbiamo messo alla prova anche la versione ad alte prestazioni della Optima station wagon, la GT. Il motore sotto al cofano è un 2.0 T-GDI da 245 cavalli con cambio automatico a sei rapporti, che permette di salire o scendere di marcia in un tempo limitato anche se in modo piuttosto brusco, con innesti della frizione secchi. In compenso il motore sale lineare di giri e con un buon vigore, accompagnato da una tonalità di scarico che in modalità Sport diventa più marcata, cattiva e bella. Da buona station wagon non ci si può aspettare delle prestazioni in curva da supersportiva, merito di un asse posteriore che cerca di seguire la tangente, ma la stabilità generale è comunque di ottimo livello e permette di togliere qualche soddisfazione, considerando anche un impianto frenante pronto e che diventa ancora più potente se si sfrutta in modo sapiente lo scalo di marcia. Gli interni non differiscono quasi dalla Optima PHEV, se non per una visualizzazione dedicata di coppia e potenza utilizzati, mentre la caratterizzazione estetica si avvale di paraurti dedicati, cerchi da 19 pollici ed un doppio scarico direttamente inserito nel diffusore posteriore.
PREZZI La base di partenza della Kia Optima Plug-In Hybrid è di 44.000 euro, che considera anche la dotazione di serie ma senza il Drive Wise, mentre la versione Station Wagon GT ha dei prezzi che partono da 45.000 euro.