La Polizia arresta 6 agenti infedeli: così vanno in giro i tir che ammazzano?

La Polizia arresta 6 agenti infedeli: così vanno in giro i tir che ammazzano? Bastava un regalo e il tir fuorilegge passava il controllo senza multa

Bastava un regalo e il tir fuorilegge passava il controllo senza multa, ma la Polizia ha riempito di microspie le pantere smascherando le mele marce

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30 Gennaio 2018 - 10:01

La Polizia ha beccato con le mani in pasta sei agenti della Stradale di Taranto, colpevoli di estorcere soldi, ricariche telefoniche o merce trasportata dai camionisti per chiudere entrambi gli occhi e non verbalizzare le infrazioni. Una condotta reiterata nel tempo da poche mele marce che ha fatto scattare le manette e la sospensione dal servizio e che non è una sorpresa per il nostro Paese, azionato molto spesso da meccanismi occulti e ben al di là della linea che separa dalla legalità. Ma questo episodio ci impone una importante riflessione che scatta tutte le volte che un disastro stradale o un incidente che si potevano evitare ci spinge a pensare che i controlli sul territorio sono troppo pochi. Ma siamo proprio sicuri che sia sempre così? A giudicare dal pentolone che la Questura di Taranto ha scoperchiato sembra proprio di no.

MEZZI FUORILEGGE COME MINE VAGANTI IN AUTOSTRADA Crolla un ponte, l'ennesimo in Italia (leggi qui la scandalosa realtà della Salerno-Reggio Calabria abusiva), e l'attenzione investigativa si concentra sul sistema di controllo, manutenzione e collaudo che fa capo all'ente che gestisce la strada, come è giusto che sia. Poi si scopre che non solo la stabilità di quel ponte fa acqua da tutte le parti, dalla progettazione all'apertura, ma che i realtà quel ponte, anche se fosse stato costruito con tutti i dettami normativi in regola, non avrebbe mai potuto reggere il peso del tir carico oltre l'immaginazione. E ci si chiede, come è possibile che un tir sovraccarico oltre il doppio del limite previsto dalla legge possa viaggiare indisturbato? A volte la risposta è alla luce del sole, ma in questo caso è servita una segnalazione anonima alla Questura di Taranto per avviare l'attività investigativa che ha messo spalle al muro i sei agenti corrotti. Ecco come lasciavano passare ai controlli i tir fuorilegge.

LA SICUREZZA STRADALE BARATTATA CON PESCE Una ricarica telefonica, 50 euro o una cassetta di pesce, erano queste le richieste più frequenti che gli agenti ripresi dalle microspie installate sulle pantere della Polstrada di Taranto hanno acquisito e documentato. Per gli agenti accusati di corruzione sono scattati gli arresti domiciliari e la sospensione dal servizio, ma nei guai sono finiti loro malgrado anche i conducenti dei mezzi che hanno assecondato le richieste estorsive degli indagati pur di evitare la multa. Secondo quanto accertato dalle indagini, gli agenti avrebbero agito indisturbati nella zona mercatale di Manduria, sulla statale 106, sulla statale 7 e a Taranto città tra luglio ed ottobre del 2016 e quando si sono resi conto di essere tallonati dai loro colleghi hanno addirittura provato a manomettere le microspie installate sulle auto senza riuscirci. Secondo il gip Paola Incalza che ha  firmato l'ordinanza cautelare gli agenti indagati hanno “manifestato sfrontatezza nel reiterare con disinvoltura i delitti loro addebitati, seppure ricorrendo all'adozione di maggiori cautele. Da qui il ritenuto pericolo non solo di inquinamento probatorio ma anche di reiterazione dei reati della stessa specie”.

AGENTI SCANSAFATICHE CANCELLANO 1500 MULTE Basta tornare indietro di qualche anno per riportare alla memoria un altro caso assurdo esploso a Como che ha azzerato la dirigenza della Polizia Stradale dopo lo scandalo di 1500 multe sparite nel nulla e mai notificate. In quel caso finirono nel libro degli indagati in 26, tra cui anche un funzionario della Questura, ma la scoperta più sconvolgente delle indagini portate avanti da guardia di finanza, polizia giudiziaria della polstrada e comparto regionale della stessa stradale è che le multe rilevate dal Tutor venivano cancellate per la gioia dei trasgressore (e a loro insaputa) senza guadagnarci nulla e solo per evitare attività di accertamento e notifica. A quanto pare quindi non è solo la carenza dei controlli e delle risorse il vero problema, ma anche come i controlli che agenti fieri di fare il loro dovere mettendo a rischio la loro vita ogni giorno sulle strade (qui abbiamo intervistato Giorgio Longo – alias Penna bianca – un pilastro della Polstrada che ha passato una vita sulla volante) vengano annacquati da poche mele marce. Noi siamo fiduciosi che là fuori tra i chilometrici nastri d'asfalto possa esserci un Penna bianca a vigilare sulla sicurezza degli utenti della strada da Nord a Sud.

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