Lamborghini: dalle auto alla medicina, lo studio sulle protesi in Carbonio

Lamborghini: dalle auto alla medicina, lo studio sulle protesi in Carbonio L'accordo con lo Houston Methodist Institute sancisce l'impegno di Lamborghini nelle protesi in Carbonio. A Sant'agata si pensa anche ai motori

L'accordo con lo Houston Methodist Institute sancisce l'impegno di Lamborghini nelle protesi in Carbonio. A Sant'agata si pensa anche ai motori

1 Giugno 2017 - 03:06

I compositi in fibra di Carbonio sono un po' “modaioli” dato il loro aspetto affascinante, con la trama bene in vista, e l'aura di esclusività che li circonda, visto anche il costo non trascurabile. Dietro la forma c'è però molta sostanza: i compositi in fibra di Carbonio hanno proprietà meccaniche fuori dal comune in termini di rapporto resistenza/peso e, anche se piuttosto fragili agli urti, possono vantaggiosamente sostituire il metallo in molti componenti delle automobili, anche in quelle non esclusive come le Lamborghini (leggi che le Ford avranno parti del telaio in compositi al Carbonio). La casa di Sant'Agata bolognese vuole pero sfruttare il suo know how nei compositi anche nel campo medico e per questo ha stretto accordi con lo Houston Methodist Research Institute.

CARBONIO GLOBALE Sono molti gli sport nei quali atleti disabili gareggiano con protesi in compositi di Carbonio, materiale ideale per leggerezza ed elasticità, e Lamborghini ha deciso di usare la sua esperienza anche in questo campo.

La gloriosa Casa bolognese, nell'orbita del gruppo Volkswagen da vari anni, sta infatti lavorando per diventare uno dei leader nelle applicazioni innovative nel campo di questi compositi (sapevi che Volkswagen sembra aver accantonato la fibra di Carbonio?). In quest'ottica s'inquadra la recente firma di un accordo fra Automobili Lamborghini e lo Houston Methodist Research Institute: esso prevede che l'Azienda metta a disposizione dell'Istituto di ricerca il proprio know-how nel settore dei materiali compositi in fibra di Carbonio.

UN CAMMINO CHE NON NASCE OGGI La firma dell'accordo è avvenuta a Sant'Agata Bolognese e ha visto come protagonisti il dottor Mauro Ferrari (un cognome suggestivo), Presidente e CEO del Houston Methodist Research Institute, e Stefano Domenicali, Chairman & Chief Executive Officer di Automobili Lamborghini. Mauro Ferrari è impegnato principalmente nella ricerca sulle nanotecnologie e nel campo della bioingegneria applicate in medicina. Il progetto di ricerca verte sullo studio della biocompatibilità dei materiali compositi negli impianti protesici e in dispositivi sottocutanei. Lo scopo è quello di individuare nuovi materiali che possano essere più leggeri, tollerati meglio dal corpo umano e più resistenti all'usura e al tempo rispetto a quelli correntemente usati nelle applicazioni mediche. Questo accordo è la ciliegina sulla torta di un cammino che ha portato Lamborghini a collaborare a progetti di ricerca che coinvolgono l'Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico S. Orsola-Malpighi, l'Unità Operativa di Neurochirurgia IRCCS dell'Istituto delle Scienze Neurologiche AUSL di Bologna, il CNR Neuroscienze-Humanitas University, Humanitas University di Rozzano (MI) e l'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.

I MOTORI DENTRO Queste importanti attività di ricerca non distolgono certamente la Casa dal suo core business, che rimane quello delle supersportive anche ibride come il prototipo Asterion. Circa un anno fa Automobili Lamborghini aveva infatti inaugurato il suo nuovo laboratorio di ricerca sulla fibra di carbonio, l'Advanced Composite Structures Laboratory (ACSL) a Seattle (Washington).

La location è emblematica dato che la città ospita varie sedi della Boeing, Azienda con la quale Lamborghini sta innovando sulla fibra di carbonio sia nel settore automotive sia nell'industria aerospaziale (leggi dei nuovi metodi per riciclare la fibra di carbonio dei compositi). ACSL, inaugurato 30 anni dopo il primo utilizzo di compositi rinforzati con fibra di Carbonio nella produzione di serie, analizza le potenzialità di questi materiali e si propone di influenzare lo sviluppo delle Lamborghini del futuro (leggi dei compositi low cost con fibre di bamboo sperimentati da Ford). La tecnologia Forged Composite è uno dei più importanti frutti del lavoro di ACSL, un processo grazie al quale si riduce il tempo di produzione dei componenti in Carbonio rispetto alle tecniche tradizionali. Maurizio Reggiani, Direttore Ricerca e Sviluppo di Automobili Lamborghini, ha detto che “grazie al continuo sviluppo del Forged Composite siamo in grado di migliorare costantemente sia le prestazioni sia l'aspetto estetico delle nostre supersportive. La possibilità di sfruttare questo materiale leggero fornisce a Lamborghini un vantaggio competitivo per le proprie vetture e per il processo produttivo”.

ARRIVANO LE SUPER-BIELLE Gli sviluppi sembrano molto interessanti: Motor1 riferisce infatti che Lamborghini starebbe sviluppando bielle in compositi di Carbonio utilizzando proprio la tecnologia Forged Composite.

Essa implica l'impiego di fibre di carbonio e resina pre-mescolate e inserite in uno stampo sottoposto poi ad alte temperature e pressioni; dallo stampo emerge il componente completamente formato che necessita soltanto di rifinitura. Il processo di forgiatura, che non impiega i classici tessuti ma una sorta di “pasta di fibre,” dura circa tre minuti contro le circa 12 ore richieste dalle tradizionali tecniche di stesa delle tele a mano nello stampo, impregnazione e cottura.

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