Le case auto tedesche fanno gruppo per avere dazi minori verso gli USA

Le case auto tedesche fanno gruppo per avere dazi minori verso gli USA Proteggere la produzione di auto made in Germany in un mondo globale ma con regole locali. La sfida dei TTIP

Proteggere la produzione di auto made in Germany in un mondo globale ma con regole locali. La sfida dei TTIP

29 Gennaio 2015 - 05:01

L'industria dell'auto tedesca unisce le forze per difendere se stessa e per ottenere regole internazionali favorevoli alle nuove sfide globali che la attendono nei prossimi decenni. Quella dei protocolli transatlantici, infatti, è una sfida che investe diversi settori, a partire dal sistema di tassazione – che è sicuramente uno dei problemi più sentiti, viste le grandi differenze che esistono di Paese in Paese – per finire con quello di omologazione, dove ogni mercato fa le sue regole richiedendo alle case auto sforzi ingenti per adeguare, anche solo formalmente i prodotti. Dieter Zetsche, ad del Gruppo Daimler, si è fatto portavoce di tutti i colleghi dei grandi brand tedeschi, riuniti in una conferenza stampa organizzata appositamente per concentrare l'attenzione sul TTIP.

PROCEDURE DA RENDERE OMOGENEE – Si tratta del Partenariato Transatlantico per il commercio e gli investimenti che intercorrono tra Stati Uniti ed Europa, un documento che è ancora da definire completamente e che, secondo i suoi promotori, renderebbe più semplice l'integrazione tra i due mercati. Non si tratta solamente degli ostacoli economici da superare, ma pure di quelli che riguardano norme, procedure, standard di omologazione e regole nei diversi settori. Secondo Zetsche un'intesa di questo genere sarebbe conveniente non solo per i costruttori ma anche per il consumatori, a cui porterebbe un vantaggio medio di circa 545 euro per persona. Inoltre, il comparto automotive ha un grande peso nell'export totale della Germania e fornisce un'occupazione stabile a 800.000 persone.

STATI UNITI VS GERMANIA – Gli Stati Uniti, dal canto loro, sono il secondo mercato per le case automobilistiche tedesche (il primo è la Cina), ma il margine di guadagno che garantiscono è ancora il migliore, con un valore totale di circa 20 miliardi di euro, corrispondenti a 620.000 auto premium vendute ogni anno negli USA. Ciò che, secondo le Case auto, deve cambiare sono i doppi parametri che alzano i costi e abbassano gli utili “Tutti i brand tedeschi producono negli Stati Uniti e tutti quelli americani fanno lo stesso in Europa – ha aggiunto Norbert Reithofer, grande capo di BMW Group – i dazi incidono in modo importante: fino al 25% per gli europei in USA e al 10% per gli americani nel Vecchio Continente. Inoltre, circa un miliardo di euro potrebbe venire risparmiato da obblighi burocratici e altri adempimenti”.

UNO SGUARDO AL FUTURO – Con un mercato mondiale che va verso i 100 milioni di auto prodotte (ne abbiamo parlato qui), i costruttori europei non si possono permettere di perdere il treno. Bernhard Mattes di Ford, a questo proposito, ha fornito dei numeri interessanti. Il 75% delle automobili prodotte in Germania vengono vendute all'estero, ma nel 2050 i tedeschi rappresenteranno solo ll'1% della popolazione mondiale e l'Europa il 7%. Vuol dire che i volumi andranno fatti in nuovi mercati, dove attualmente vigono standard differenti gli uni dagli altri, che penalizzano sia i produttori che i consumatori, come ha detto Matthias Muller, numero uno di Porsche: ci sono componenti come fari o specchietti, su cui le case auto devono lavorare il doppio solamente per rispettare dei vizi di forma. La misura di quanto questi argomenti siano importanti per le case, lo dimostra la presenza congiunta di tutti i boss dell'auto, un evento più unico che raro.

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