Ci sono ancora oltre 1.500 richieste di risarcimento da analizzare, potrebbero servire altri 6 mesi e non bastare 600 milioni di dollari
Il fondo speciale istituito da General Motors per risarcire le vittime causate dai famigerati blocchetti di accensione (qui vi spieghiamo cosa è successo) oggetto del maxi richiamo sta ancora erogando soldi. È di pochi giorni fa la notizia che sono state approvate altre sette richieste, che si aggiungono alle precedenti, facendo arrivare il totale a sessantaquattro. Inoltre è stato rilasciato anche il consuntivo aggiornato dei risarcimenti per infortuni che attualmente ammonta a centootto, di cui novantasette relativi a infortuni di media entità e undici riguardanti situazioni più gravi. L'amministratore e responsabile del fondo, Camille Biros, ha dichiarato la scorsa settimana di avere disposto centonove ordini di risarcimento, di cui ottantaquattro sono stati già accettati e solo cinque respinte.
RINUNCIA AL DIRITTO DI FARE CAUSA – Così, questa è la prima volta in cui delle proposte di risarcimento sono state respinte, mentre la Biros ha confermato (come vi avevamo già raccontato), che cinquanta pagamenti sono stati effettuati e altrettanti sono in procinto di essere completati. Tuttavia, se una persona o il familiare di una vittima accetta il risarcimento, deve contemporaneamente rinunciare al diritto di intentare causa a General Motors. In ogni caso, la Casa americana sta usando un criterio di giudizio molto ampio, includendo nei risarcimenti anche i casi in cui pedoni sono stati uccisi o hanno riportato danni fisici, in conseguenza a un investimento avvenuto con un'auto difettosa del Gruppo GM.
RISARCITI ANCHE GLI INVESTITI – Alcune persone, invece, hanno fatto causa a General Motors per avere un risarcimento maggiore e l'azienda stessa sta trattando con il Bankruptcy Court (il Tribunale che si occupa dei casi di bancarotta) per fermare tutte quelle richieste che arrivano da proprietari che dichiarano di aver avuto danni economici o infortuni prima del giugno 2009, visto che i fatti accaduti prima di quella data riguardano la “vecchia GM”, ovvero la parte indebitata di azienda che è stata fatta fallire per permettere il salvataggio di quella sana, una pratica permessa dalla legislazione degli Stati Uniti. Ad ogni modo, il termine per inviare le richieste di risarcimento si è concluso lo scorso 31 gennaio e il saldo finale parla di 4.343 richieste, di cui 478 riguardanti persone decedute. Ne sono state dichiarate inaccettabili 742, di cui 115 relative a decessi, 781 sono state inviate senza alcuna documentazione e 1.571 sono ancora in fase di processo.
ANCORA SEI MESI – Questo vuol dire che la procedura potrebbe non concludersi prima di sei mesi, che i 400 milioni di dollari ipotizzati inizialmente da General Motors potrebbero non essere sufficienti e che la cifra potrebbe crescere fino a oltre 600 milioni (qui il dettaglio delle auto interessate). È stato riconfermato dagli stessi vertici di GM, infine, il valore del risarcimento per il decesso di una persona, pari a circa un milione di dollari.